Facebook: “Meta” trattino cosa?

Il CEO di Facebook annuncia un nuovo prodotto per il web che può essere un’anticipazione di un futuro prossimo in cui realtà e virtualità si equivarranno. Qualche corto circuito annunciato
Meta
Seen on the screen of a device in Sausalito, Calif., Facebook CEO Mark Zuckerberg announces their new name, Meta, during a virtual event on Thursday, Oct. 28, 2021. Zuckerberg talked up his latest passion -- creating a virtual reality "metaverse" for business, entertainment and meaningful social interactions. (AP Photo/Eric Risberg)

Mark Zuckerberg – come fosse a Lascia o Raddoppia? − annuncia la nascita di un nuovo progetto, dal nome “Meta” che ingloberà Facebook e tante altre piattaforme social. Un nome che riprende il ben noto prefisso greco μετά che vuol dire “con”, “dopo”, “oltre” o “per mezzo”, usato per formare molte parole moderne a indicare in genere un mutamento, una trasformazione, una trasposizione, un trasferimento. Sugli schermi di “Meta” appare un Zuckerberg mutante, con profusioni di immagini di post-produzione che lo fanno passare dalla virtualità alla realtà e viceversa in un clic. La realtà muta, si trasferisce altrove, si traspone in altro. Se ne esce un po’ interdetti e storditi. Lascio ad altri valutare il valore tecnico dell’innovazione, e mi limito a segnalare qualche piccolissimo cortocircuito che, secondo la mia modesta opinione, pone alcuni interrogativi sulla bontà delle scelte meta-etiche o meta-statiche del progetto. Con un po’ di umorismo, speriamo che la direttrice me lo conceda.

Un cortocircuito, innanzitutto, chiamato meta-noia. Non è questo un termine che ha a che fare con l’ennui, con la noia della vita, ma con la fede: «Radicale mutamento nel modo di pensare, di giudicare, di sentire, specialmente in seguito all’adesione a una nuova fede religiosa». Ebbene sì, il sacerdote-dio Zuckerberg nei suoi atteggiamenti da creatore sembra voler introdurre con “Meta” una nuova religione, la fede nel futuro digitale, che pretende di prendere il posto della realtà, relegando a obsolescenza tutte le altre fedi.

Secondo cortocircuito, meta-done. Il celebre farmaco che serve a superare le crisi da astinenza da droghe di vario genere. Siamo sicuri che invece “Meta” non sia la droga stessa? Apparentemente, anche nel suo cercare di “costruire insieme” il prodotto (in una con-creazione sbandierata ai quattro venti per contrastare le violente critiche che gli vengono rivolte da varie parti per l’istigazione all’odio che verrebbe da Facebook), potrebbe apparire un antidoto alle droghe del web. Ma nei fatti pare piuttosto la droga delle droghe, un olismo digitale che inghiottirebbe chi lo tocca.

Ancora, ecco la meta-fora. Dice il dizionario: «Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini: le spighe ondeggiano (come se fossero un mare); il mare mugola (come se fosse un essere vivente); il re della foresta (come se il leone fosse un uomo)». Orbene, qui il web e i suoi demiurghi creano (come fossero Dio); “Meta” è realtà (quando è virtualità).

Quarto cortocircuito annunciato: meta-carpo. Lo scheletro della mano, escluse le dita, pare guidare il nuovo web. Non servono nemmeno le dita per comandare “Meta”, basta un cenno della mano, basta una voce, basta uno sguardo. Tutto al nostro servizio, senza fatica, senza la minima possibilità di sbagliare, senza sangue, sudore e lacrime. Troppo facile.

Quinto cortocircuito possibile, quello riassunto dalla parola meta-bolismo, cioè «l’insieme delle trasformazioni chimiche che si dedicano al mantenimento vitale». Siamo sicuri che l’uso e l’abuso del digitale, l’uso e l’abuso dell’intelligenza artificiale non porteranno alla modifica dei processi chimici nel nostro corpo? Quando una funzione viene mutata, alla lunga mutano anche i processi che lo determinano. Vedremo quel che succederà. Probabilmente tutto ciò sarà infinitamente più grave di quanto secondo taluni verrebbe provocato dai vaccini…

Infine, ma si potrebbe continuare, prenderei un altro cortocircuito annunciato, quello riassunto dalla parola meta-dati. Dizionario: «Un metadato (dal greco μετὰ “oltre, dopo, per mezzo” e dal latino datum “informazione”, che al plurale fa data), letteralmente “(dato) per mezzo di un (altro) dato”, è un’informazione che descrive un insieme di dati». I nostri dati verranno sfruttati da “Meta” in modo ancor più surrettizio, nascosto ed estensivo di Facebook, Instagram e altri social. Attenzione, può darsi (ma è solo un sospetto) che Zuckerberg voglia conquistare il mondo (due miliardi e passa di utenti dipendono già dai suoi algoritmi), trasformarsi in un nuovo Re Mida (ha già un budget superiore a quello dell’intera Spagna), sostituirsi ai governi (già lo fa non pagando le giuste tasse) e diventare il nuovo dio (l’ho già detto). Che sia tempo di negargli il nostro accordo per evitare che ci ingabbi in nuovi account?

Meta-baci.

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