Europa – Il trattato di Lisbona ci aiuterà a passare l’inverno al caldo?

A che serve un Parlamento?

La ratifica del trattato di Lisbona, adottato all’unanimità dai ventisette governi Ue per ammodernare le istituzioni e le politiche comuni, è ferma per il no degli irlandesi. Altre ombre pesano sulla ratifica: dopo la pesante sconfitta alle elezioni europee, i laburisti britannici perderebbero in caso di elezioni anticipate. E il leader dei conservatori inglesi, David Cameron, ha annunciato che indirà un referendum sul trattato – peraltro già ratificato dal Parlamento – se nel frattempo non sarà entrato in vigore. Il referendum in Regno Unito potrebbe sotterrare per sempre il Trattato di Lisbona. Ora la ratifica è bloccata, oltre che dall’attesa del secondo referendum irlandese in autunno, il cui esito si prevede più fausto, dal rifiuto dei presidenti euroscettici polacco e ceco del trattato ratificato dai Parlamenti nazionali. La questione è che il Trattato di Lisbona istituisce la politica comune dell’energia, che permetterebbe all’Ue di parlare con una sola voce alla Russia e all’Ucraina, responsabili delle forniture e del traffico (o meglio, le interruzioni del traffico) di gas verso i paesi Ue. La Russia ha buon gioco a negoziare con i partner europei isolati, il che rischia però di lasciare i più piccoli senza garanzia di approvvigionamento. Già l’inverno scorso una parte d’Europa è rimasta al freddo per alcuni giorni. Proprio la Polonia e la Repubblica Ceca ci faranno rivivere l’esperienza quest’inverno?

 

 

 

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