Esplosione a Beirut, riscoprirsi fratelli
Quando nell’agosto 2020 c’è stata quell’esplosione a Beirut, ho provato dolore, collera, smarrimento. E fortissima è nata in me una domanda: non basta tutto quello che il Libano ha sofferto finora? Pensavo a quel quartiere raso al suolo, dove sono nata e ho vissuto; dove parenti e amici erano morti, feriti o sfollati; dove palazzi, scuole, ospedali che conosco molto bene erano stati distrutti. In quei giorni ho cercato di stare vicina alla mamma e ai fratelli, di rispondere ai messaggi di tanti che dimostravano vicinanza, affetto, uniti nella preghiera. Volevo credere che questa condivisione nel dolore fosse un richiamo a rispondere con l’amore che Dio ha messo nel nostro cuore. Oltre le lacrime, constatavo che tanti libanesi, spesso giovani, si erano guardati attorno, portando soccorso a chi era nel bisogno. Di qui è nata in me la speranza che fra loro ve ne siano di quelli disposti a impegnarsi seriamente anche in politica, convinti che a risolvere i nostri problemi saranno il dialogo vero, la concordia, il riscoprirsi – perché lo siamo – fratelli.
Josiane – Libano