Esplosione a Beirut, riscoprirsi fratelli

Storia tratta da il Vangelo Giorno – Città Nuova Editrice
FILE - In this Friday, Aug. 7, 2020, file photo, people remove debris from a house damaged by an explosion several days earlier in the seaport of Beirut, Lebanon. After a massive explosion ripped through Beirut this month, clinical psychologist Yorgo Younes knew he had to step forward and help his fellow citizens deal with the psychological toll. Online, Younes and others offered to help those grappling with the trauma of a blast that devastated a people already wearied by the coronavirus pandemic and severe economic turmoil. (AP Photo/Felipe Dana, File)

Quando nell’agosto 2020 c’è stata quell’esplosione a Beirut, ho provato dolore, collera, smarrimento. E fortissi­ma è nata in me una domanda: non ba­sta tutto quello che il Libano ha sofferto finora? Pensavo a quel quartiere raso al suolo, dove sono nata e ho vissuto; dove parenti e amici erano morti, feriti o sfollati; dove palazzi, scuole, ospeda­li che conosco molto bene erano stati distrutti. In quei giorni ho cercato di stare vicina alla mamma e ai fratelli, di rispondere ai messaggi di tanti che di­mostravano vicinanza, affetto, uniti nel­la preghiera. Volevo credere che questa condivisione nel dolore fosse un richia­mo a rispondere con l’amore che Dio ha messo nel nostro cuore. Oltre le lacrime, constatavo che tanti libanesi, spesso gio­vani, si erano guardati attorno, portan­do soccorso a chi era nel bisogno. Di qui è nata in me la speranza che fra loro ve ne siano di quelli disposti a impegnarsi seriamente anche in politica, convinti che a risolvere i nostri problemi saranno il dialogo vero, la concordia, il riscoprirsi – perché lo siamo – fratelli.

Josiane – Libano

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