L'esperto risponde / Diritto

Massimiliano Casto

Tributarista, consulente del lavoro ed economista d’impresa. Collabora come esperto con i principali giornali nazionali. Cura e conduce il programma “Fisco e Famiglia” su Radio Maria. Cura e conduce su Padre Pio Tv il programma settimanale “Fisco Economia e Famiglia”. Ricopre numerosi incarichi in società e istituti di credito.

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Pubblica amministrazione

Spid e identità digitale, istruzioni per l’uso

Sappiamo che dal primo ottobre 2021 è necessario l’identità digitale di Spid, Cie o Cns per poter possibile accedere ai servizi di Fisco, Inps, Inail, Amministrazioni Pubbliche e Comuni sopra i 5.000 abitanti. Si possono avere delle istruzioni chiare a comprensibili da tutti?

agenzia entrate

Dal 1° ottobre i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate solo con Spid, Cie e Cns

Col il mese di ottobre sono state introdotte importanti novità per tutti i contribuenti che si trovano alle prese con i servizi telematici fiscali ed in particolare con l’accesso ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate e di Agenzia Entrate – Riscossione.

Tali procedure d’accesso potranno essere effettuate esclusivamente attraverso le chiavi digitali uniche valide, ossia Spid (Sistema pubblico dell’identità digitale), Carta nazionale dei servizi (Cns) o Carta d’identità elettronica (Cie). Queste chiavi di accesso permettono di fruire di tutti i servizi telematici del Fisco che, nei primi 8 mesi del 2021, hanno fatto registrare oltre 44 milioni di accessi al cassetto fiscale (+32,5%), più di 1 milione di contratti di locazione e 2 milioni di atti pubblici registrati online, oltre a 400 mila documenti inviati tramite il servizio Civis. A questi numeri devono aggiungersi i 4 milioni di accessi, registrati nello stesso periodo, all’area riservata di Agenzia Entrate-Riscossione. Sono molti i servizi telematici offerti dall’Agenzia delle Entrate che saranno utilizzabili tramite una delle tre modalità di autenticazione digitale promosse dal decreto “Semplificazione”. Vediamo quali sono.

Lo Spid

Lo SPID è il Sistema Pubblico di Identità Digitale che garantisce a tutti i cittadini e le imprese un accesso unico, sicuro e protetto ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati aderenti. L’identità SPID è rilasciata dai Gestori di Identità Digitale (Identity Provider), soggetti privati accreditati da AgID che, nel rispetto delle regole emesse dall’Agenzia, forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. E’ possibile richiedere l’identità SPID al gestore che si preferisce e che più si adatta alle proprie esigenze. Il gestore, dopo aver verificato i dati, emette l’identità digitale, rilasciando le credenziali. Tutto questo aiuta l’utente ad evitare e/o proteggersi dai furti di identità.

La Cie

La Cie o Carta di Identità Elettronica è il documento di identificazione emessa dal Ministero dell’Interno, attraverso l’integrazione delle più avanzate tecnologie disponibili coniuga in un unico strumento elementi di sicurezza fisici e digitali che assicurano il massimo livello di garanzia e accuratezza nei processi di accertamento dell’identità delle persone. La Carta di identità elettronica (Cie) è dotata delle più avanzate tecnologie di sicurezza e anticontraffazione, tra cui un microchip contactless. Oggi la CIE è il più sicuro e versatile strumento per la tutela dell’identità fisica e digitale dei cittadini in diversi scenari di utilizzo.  La CIE si può richiedere alla scadenza della propria carta d’identità (dal centottantesimo giorno anteriore alla data di scadenza) o in seguito a smarrimento, furto o deterioramento presso il Comune di residenza o di dimora.

La Carta nazionale dei servizi (Cns)

La Carta Nazionale dei Servizi o CNS è un dispositivo (ovvero una Smart Card o una chiavetta USB) che contiene un “certificato digitale” di autenticazione personale. È uno strumento informatico che consente l’identificazione certa dell’utente in rete e permette di consultare i dati personali resi disponibili dalle pubbliche amministrazioni direttamente su sito web, come ad esempio, l’accesso ai referti medici sul sito web della propria ASL. La CNS rilasciata dalle Camere di Commercio è un dispositivo integrato che consente, a chi ha una carica all’interno di un’impresa, di firmare digitalmente documenti informatici (bilanci, fatture, contratti, ecc.) e di accedere in rete ai servizi della Pubblica Amministrazione. La firma digitale è l’equivalente informatico di una firma autografa apposta su carta ed ha il suo stesso valore legale. La sua funzione è quella di garantire autenticità, integrità e validità di un documento: tramite l’apposizione della firma digitale, infatti, è possibile sottoscriverne il contenuto, assicurarne la provenienza e garantire l’inalterabilità delle informazioni in esso contenute.

Cosa cambia nei servizi online dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione
Dallo scorso 1° ottobre anche l’accesso all’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate-Riscossione è consentito esclusivamente con le credenziali Spid, Cie e Cns. A tal proposito è utile ricordare che i servizi online di Agenzia delle Entrate-Riscossione, a disposizione di cittadini, imprese e professionisti nell’area riservata del sito e dell’app Equiclick, sono accessibili da pc, smartphone e tablet e consentono di svolgere in autonomia la maggior parte delle operazioni che si richiedono comunemente agli sportelli. Nell’area riservata è possibile consultare la propria situazione debitoria, controllare la presenza di cartelle, avvisi e lo stato dei pagamenti, presentare una richiesta di rateizzazione e ottenere poi il relativo piano di dilazione, chiedere di sospendere la riscossione nei casi previsti dalla legge. Sono molto utilizzati anche i servizi web disponibili in area pubblica, senza necessità di credenziali di accesso, che consentono ai contribuenti di chiedere informazioni su cartelle, avvisi e procedure, oppure la copia dei bollettini per pagare le rate di una dilazione in corso o la copia della Comunicazione riferita alla “rottamazione”, di effettuare pagamenti, scaricare la modulistica e prenotare un appuntamento agli sportelli.

 

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Fisco

Ticket sanitario: la prescrizione

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Gentile redazione di Città Nuova, vorrei rivolgere una domanda al vostro esperto di fisco, Massimiliano Casto. Nell'agosto del 2010 mi trovavo in villeggiatura in Calabria, presso un villaggio turistico, quando caddi da un muretto, sbattendo con la spalla e la testa a terra. Avevo un dolorosissimo dolore alla spalla e alla testa e mi portarono al pronto soccorso del locale ospedale. La diagnosi fu: lesione del muscolo sovraspinoso; distorsione del polso, contusione del braccio e della mano; commozione cerebrale. Quando mi dimisero, non mi fu detto che avrei dovuto pagare un ticket. Dopo più di 10 anni da quel pronto soccorso, il primo dicembre 2020, mi è stato notificato un avviso di pagamento con scadenza 15/12/2020 per " recupero ticket art.2 D. LGS 124/98". Le chiedo dunque: 1) non essendomi stato comunicato che avrei dovuto pagare un ticket, è lecito che mi arrivi questo avviso di pagamento? Davvero devo pagare, visto che sono passati più di 10 anni da quel pronto soccorso? Infine, cosa posso fare per far presente che è andato in prescrizione e non pagare? Grazie di tutto, Lettera firmata


Gentile Signora, per prima cosa voglio confermarle che il ticket per qualsiasi tipo di prestazione in ambito sanitario si prescrive in dieci anni, con decorrenza dal giorno in cui il pagamento era effettivamente dovuto. C’è però da stare molto attenti e cercare di ricordare se in questi dieci anni sia arrivata qualche altra lettera di sollecito o una cartella esattoriale o un avviso/intimazione di pagamento con la relativa notifica. Infatti una tale lettera avrebbe interrotto i termini di prescrizione dei 10 anni, e quindi i termini sarebbero ricominciati a decorrere dalla data di ricezione di tale raccomandata. Se lei è certa che in questi dice anni non ha mai ricevuto nessuna notifica allora è possibile anzi è necessario impugnare l’avviso di pagamento che ha ricevuto il 1 dicembre e chiedere l’annullamento totale con una istanza in autotutela. Se non chiede l’annullamento in autotutela (che va fatta con una semplice domanda inviata tramite raccomandata AR) l’altro sistema (ma più oneroso) per chiedere l’annullamento dell’avviso è rivolgersi alla competente la Commissione Tributaria. Infatti secondo la legislazione vigente le richieste di pagamento di ticket si estinguono per prescrizione ai sensi degli artt. 2934 e ss. c.c., secondo le disposizioni ivi contenute nonché di quelle previste da varie leggi speciali. L’art. 8, c. 3, della l. 27 luglio 2000, n. 212 (Statuto del contribuente) pone il divieto di stabilire (o prorogare) termini di prescrizione oltre il limite ordinario previsto dal codice civile: “Le disposizioni tributarie non possono stabilire né prorogare termini di prescrizione oltre il limite ordinario stabilito dal codice civile”. Come le anticipavo la prescrizione decorre dal giorno in cui si può far valere il diritto (art. 2935 c.c.). Quindi in definitiva il termine ordinario di prescrizione è di dieci anni.

Le indico di seguito il testo che può inviare con raccomandata AR all’ufficio intestatario dell’avviso (Agenzia Entrate o Servizio Sanitario della Regione). Buona giornata.

All’Ufficio………..   RICHIESTA DI ESERCIZIO DELL’AUTOTUTELA La sottoscritta___________________________ nata a____________________________________ il ___________________ residente a ______________________________________________________ via/piazza___________________________________________ tel._____________________________ email _____________________________ codice fiscale _______________________________________  con la presente Chiede di riesaminare e di procedere all’annullamento totale dell’avviso di pagamento con n.________________ / prot. __________________________________ del ____________________________________ notificato il ___________________________________________________________________________ relativo al ticket di euro________________dell’anno ____________________ che risulta illegittimo perché ampiamento prescritto così come previsto dalla legislazione in vigore e che stabiliscono che tutte le richieste di pagamento di ticket si estinguono per prescrizione in 10 anni ai sensi degli artt. 2934 e ss. c.c., secondo le disposizioni ivi contenute nonché di quelle previste da varie leggi speciali. L’art. 8, c. 3, della l. 27 luglio 2000, n. 212 (Statuto del contribuente)  Sono consapevole che questa richiesta non sospende i termini per la proposizione del ricorso alla Commissione tributaria Allegati: Copia avviso di pagamento e copia documento di riconoscimento. Luogo e data ___________________    Firma (leggibile) _____________________    
La parola all'esperto

Visite fiscali. Cambiano le regole

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Ho sentito parlare di modifiche nell’esecuzione delle visite fiscali. Di cosa si tratta? Giovanni [caption id="attachment_76442" align="alignnone" width="500"]La scritta INPS La scritta INPS[/caption]


È certamente risaputo che la pubblica amministrazione necessiti di un miglioramento, anzi ciò sta costituendo una priorità per il Governo che con il decreto Madia ha iniziato ad attuare una riforma a partire da maggiori - ma soprattutto migliori - controlli sui “furbetti” della PA e sulle assenze per malattia dei lavoratori . Tra le principali novità in arrivo con il decreto, che attuando la riforma della PA intensificherà appunto tali controlli, c’è l’attribuzione all’Inps del compito di sorvegliare sulle assenze per malattia nel pubblico impiego. In pratica alle Asl, che fino ad oggi hanno avuto il compito di controllo, saranno tolte queste competenze, con la nascita di un polo unico della medicina fiscale, lo stesso sia per i dipendenti del privato che del pubblico. Vediamo le principali novità che si prospettano:  Le visite fiscali Si andrà verso fasce orarie di reperibilità (attualmente le ore giornaliere sono 4 per il privato e 7 per il pubblico) entro cui farsi trovare a casa, con controlli che anche per gli statali potranno basarsi sul cervellone informatico dell’Istituto di previdenza sociale. Si tratterà di vere e proprie visite fiscali mirate e, se l’Istituto lo riterrà opportuno, sarà possibile ripeterle. Questa grande novità, inserita tra le deleghe della legge Madia per questa grande operazione di rinnovo e di miglioramento del pubblico impiego, andrà a rivoluzionare anche il settore dei lavoratori privati. I medici fiscali dell’Inps E’ previsto il rafforzamento del personale medico dell’Inps con l’inserimento dei 1.300 medici  già presenti nelle liste speciali, con un rafforzamento del regime di convenzione per i medici incaricati alle verifiche, in modo da garantire sempre una maggiore competenza specifica. In pratica si tratta di personale medico sottoposto a un regime di incompatibilità, per evitare conflitti d’interesse tra controllore e controllato. Dovrebbe essere assicurata loro continuità professionale, così da permettere una maggiore specializzazione e l’attività in via esclusiva. Il Polo Unico di Medicina Fiscale Questo polo unico, previsto nel decreto Madia, modificherà sostanzialmente il meccanismo delle visite fiscali attualmente in vigore che prevede per i dipendenti pubblici il controllo da parte delle Asl. Per questo obiettivo, sono state previste maggiori risorse umane e competenze che saranno trasferite all’Inps e sicuramente sarà necessario anche un potenziamento delle disponibilità economiche. Con l’introduzione di questo polo, ci saranno nuovi criteri attraverso cui svolgere gli accertamenti sulle assenze per malattie e tra le novità prospettate c’è, appunto, la possibilità di tornare a controllare, con verifiche ripetute a discrezione del medico fiscale. Le fasce orarie di reperibilità, in cui farsi trovare a casa, dovranno essere armonizzate anche se ancora non si conosce il nuovo criterio di rimodulazione. L’obiettivo, con questa riforma del pubblico impiego è quello di intensificare la lotta ai “furbetti” e di garantire controlli mirati ed efficaci, tentando di massimizzare il tasso di rendimento delle visite mediche fiscali. Le altre novità prospettate In questa ottica di modifica delle regole del pubblico impiego, si cercherà anche di rendere tutta la materia più ordinata così da avere un controllo più facile. Tra le altre novità ancora in discussione che riguardano i rinnovi contrattuali, c’è la seria possibilità di intervenire su alcune modalità di fruizione dei permessi, come quelli della legge 104 del 1992 che riguardano disabili e i loro familiari, con una revisione delle regole sui preavvisi.      
Per avere i rimborsi la domanda va presentata entro il 31 dicembre

Come posso chiedere il ricalcolo della pensione?

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Salve, ho letto l'articolo su Città Nuova un articolo di Massimiliano Casto relativo al ricorso sul decreto Salva Italia per ottenere il ricalcolo della pensione e il rimborso di quanto non percepito. Però non ho capito concretamente cosa e come fare. Mio suocero, deceduto nel 2013, era tra le persone danneggiate da quel decreto. Cosa devono fare mio marito e sua sorella? Esiste un modulo? E se non esiste,  cosa si deve scrivere nella raccomandata?  A chi si intesta? All’Inps zonale o alla Direzione Generale? Grazie. inps


In questi giorni sta facendo molto discutere, creando tanta confusione, la questione delle modalità operative per far valere i propri diritti: quali le modalità per ottenere il rimborso della mancata perequazione della pensione illegittimamente bloccata dal Governo Monti per gli anni 2012 e 2012? Come ben noto, la corte Costituzionale con la sentenza n.70 del 2015 ha dichiarato illegittimo il provvedimento del Governo che bloccò gli aumenti per alcune pensioni (vedi l'articolo "Pensioni: ultimi giorni per il ricorso"). Successivamente, il Governo Renzi ha cercato di porre rimedio ma, malgrado la sentenza, ha riconosciuto solamente in maniera ridotta i rimborsi e, in alcuni casi, li ha esclusi completamente. Tuttavia tutti i pensionati che sono stati danneggiati perché non hanno ricevuto tali aumenti di legge e non hanno nemmeno ricevuto i rimborsi parziali, possono ancora far sentire la propria voce anche se i termini sono strettissimi. Infatti entro e non oltre il 31 dicembre di quest’anno, gli interessati devono inviare una raccomandata con avviso di ricevimento (vale la data del timbro postale) sia alla sede Inps territorialmente di competenza del pensionato sia alla Direzione Generale dell’Inps (via Ciro il Grande 21 Roma). Non esiste un modulo/scheda definito, anche se è necessario indicare delle cose indispensabili. In tale lettera di diffida, alla stregua della sentenza della corte Costituzionale n.70/2015, dovrà essere indicato il numero della pensione del titolare, dovrà essere evidenziato che il trattamento pensionistico che si percepisce era soggetto agli aumenti di legge che sono stati illegittimamente bloccati ed è necessario intimare il ripristino nella pensione mensile della perequazione illegittimamente bloccata per gli anni 2012 e 2013 con gli effetti a valere anche per gli anni successivi. Ovviamente sarà necessario intimare la restituzione degli arretrati delle singole scadenze maggiorate degli interessi legali e comunicare che, in difetto di pagamento, si provvederà nei modi di legge. Infine la cosa fondamentale è quella di precisare che la raccomandata che state inviando vale come atto di diffida e messa in mora a tutti gli effetti di legge ed in particolare ai fini interruttivi della prescrizione. Infatti, la scadenza del 31 dicembre 2016 è perentoria per comunicare all’Inps l’interruzione della prescrizione. Successivamente, con più calma ma entro il 2017, nel caso in cui l’Istituto previdenziale non liquidi gli arretrati e se non rimetta in regola il pagamento della pensione, si potranno adire le normali vie giudiziarie in virtù della sentenza della Corte Costituzionale. Però anche in questo caso bisogna fare particolare attenzione, perché la procedura da seguire sarà diversa a seconda che si tratti di ex dipendenti del pubblico impiego oppure del privato. Infatti nel primo caso, la controversia legale andrà promossa presso la Corte dei Conti, nel secondo caso ci si dovrà rivolgere al giudice del lavoro della provincia di residenza.
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