Mi sento sottoposta ad uno stress incredibile tra la paura del virus, gli orari della giornata sconvolti, la tensione al lavoro… e i bambini ci vanno naturalmente di mezzo. Non so che fare. Una mamma
Laureato in psicologia, consigliere dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, esperto in psicologia evolutiva e scolastica, è nella redazione del giornalino Big Bambini in giro. ha pubblicato per Città Nuova: I linguaggi del corpo (2007); Comunicare fuori e dentro la famiglia (nuova ed. 2012), Crescer(ci) (2010); Mio figlio disabile (2011); con Giuseppe Milan, L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi (2010); Educare al sacro (2011); Mio figlio disabile (2011); Nonni oggi (2013); Crescere è una straordinaria avventura (2016); con Stefania Cagliani, Ad amare ci si educa (2017).
Mi sento sottoposta ad uno stress incredibile tra la paura del virus, gli orari della giornata sconvolti, la tensione al lavoro… e i bambini ci vanno naturalmente di mezzo. Non so che fare. Una mamma
Speravamo tutti che non arrivasse. Ma è arrivata, con tutta la sofferenza dovuta a morti, ricoveri, limitazioni lavorative, scolastiche e di spostamento.
Sappiamo che questa seconda ondata rappresenta per le persone adulte una prova particolare con risultati negativi in termini di fatica, ansia, angoscia e dunque stress psicologico.
Infatti, se durante la prima ondata, di fronte alla novità della chiusura e del lockdown all’inizio la reazione è stata sostanzialmente di assenso motivato e resistenza intelligente da parte delle famiglie e della gente, ora la situazione è differente.
Stanchi e fiaccati per la chiusura imminente e la crisi lavorativa ed economica conseguente, molti faticano a sopportare la limitazione della libertà e la chiusura di interi settori produttivi ed economici, in particolare quelli destinate al tempo libero, cioè proprio al tempo previsto per la “scarica emotiva dello stress e dell’ansia”.
Senza possibilità di “ricarica”, naturalmente, il rischio è che lo stress e la fatica si accumulino ulteriormente, con lamentele e aggressività (spesso verbali) molto scomposte.
E i bambini? Cosa vivono e pensano i bambini? Sappiamo che i piccoli non hanno ancora uno sviluppo cerebrale, cognitivo ed emotivo per elaborare e comprendere fino in fondo quello che sta succedendo.
I loro punti di riferimento sono i genitori, gli educatori e i grandi che si occupano di loro e che, in questa circostanza, appaiono stanchi e un po’ depressi. Sappiamo inoltre che i bambini sono il futuro di ogni nazione e che investire in loro è non solo importante ma soprattutto intelligente e produttivo.
Allora cosa fare?
In questo momento penso ad un uccello, il pellicano: come si comporta con i suoi piccoli? Di solito vola in alto per vedere i pesci e prenderli e darli poi triturati ai piccoli.
Il pellicano, però, quando non ci sono più pesci, di fronte alla penuria di cibo prende dal proprio petto un po’ della sua carne e la dà ai suoi piccoli.
Questo è il tempo in cui noi dobbiamo dare di più, soprattutto mostrare ai nostri figli che siamo disposti a fare di più per loro e a sostenerli anche se siamo stanchi e depressi.
Papa Francesco usa il termine “mitezza” a significare la capacità di mantenere l’equilibrio nonostante le intemperie e la tempesta. Pertanto suggerirei:
In questo modo non risolveremo la pandemia, ma renderemo più umano questo periodo faticoso, con la garanzia che i nostri figlio sapranno comprendere…
E comprenderanno. Sì, comprenderanno.
Mia madre mi ha abbandonato all'età di 9 anni. Una madre che non c'è mai stata per me, non è venuta alla mia comunione né cresima, la vedevo ogni quindici giorni per mezz'ora. E adesso che è rimasta vedova ha bisogno di tutto, perché è anche una persona ignorante, nel senso che non sa leggere né scrivere. In realtà ha bisogno solo di aiuto pratico perché comunque mi tratta male e parla male dei suoi figli (siamo cinque). Adesso che mi sono ammalata di cancro, non è molto interessata alla mia condizione. Io non voglio vederla, di Lei mi irrita tutto, faccio quello che posso, l'aiuto nelle urgenze, ma dipendesse da me non vorrei vederla più. E questo mi fa sentire in colpa. Prego per lei tutti i giorni. Se penso di rincontrarla in Paradiso... mi sento male!! M. Grazia
Gentile dottor Aceti, mi sono innamorata più volte…e spesso sono rimasta delusa….dopo un po’ tutto torna come prima…. Ho assistito ad una sua conferenza…e mi è piaciuta…mi dica , per favore, cos’è per lei l’amore.. Anna di Viterbo
Conosco una persona con handicap e vorrei diventare sua amica, anche per aiutarla. Ma non è facile avvicinarmi e ho paura di fare qualcosa di sbagliato e offenderla. Meglio se lascio perdere? Non so bene cosa fare. Anna
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Ho 68 anni e non posso sapere come sarò e mi trasformerò. Penso però che sarà sempre più dura. La mia domanda è “Perché preoccuparsi?”. Ho dato tanto a figli e nipoti (ne ho tre di 14 ,10 e 6 anni), che voglio di più? A loro, figli e nipoti, può bastare eccome!!! Non speravo nemmeno di conoscerli. La mia futura vecchiaia, il mio rimbambimento, vorrei che lo vivessero con distacco e intelligenza... Amore ce ne siamo dato tanto... avrò più bisogno di un geriatra capace e competente che di loro, ma in giro ce ne sono ben pochi. Lilla Merlino [caption id="attachment_63130" align="alignleft" width="234"] genova anziani[/caption]
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