Elezioni (molto) sospette

L’irregolarità del primo turno delle legislative è confermata da tutti gli osservatori indipendenti. Incertezze per il futuro. Come reagiranno i Fratelli musulmani?
Hosni Mubarak

Le consultazioni elettorali hanno portato ad un grande successo – quasi un plebiscito – del Partito nazionale democratico (Pnd) del presidente Hosni Mubarak (82 anni e una salute malferma) e alla sconfitta delle formazioni dei Fratelli musulmani, che da 88 seggi nel precedente parlamento sono passati a 0, ed hanno rinunciato al secondo turno, dopo che il loro slogan preferito – “La religione è la soluzione” – era stato vietato dalle autorità. Perché la confraternita, oltre che essere assai contraria alla corruzione dilagante, ha un forte radicamento nel territorio e, anche se non ha certo la maggioranza dei consensi nel Paese, ha certamente un largo appoggio popolare. 

 

Purtroppo nessun osservatore internazionale è stato ammesso alle consultazioni e in innumerevoli casi agli elettori è stato impedito con la forza l’accesso ai seggi con i più vari pretesti. Senza considerare che per votare bisognava chiedere un certificato elettorale che in pochissimi hanno chiesto, anche perché non è stata fatta nessuna pubblicità alla nuova normativa elettorale. Cosicché alla fine solo il 15-25 per cento della popolazione si è recato alle urne.

 

Che le elezioni non si annunciassero come libere, lo avevano già messo in luce fatti come la rinuncia a candidarsi di Muhammad El Baradei (premio Nobel per la Pace), già a capo dell’agenzia Onu per il controllo del nucleare, considerato un potenziale avversario del presidente. El Baradei aveva fatto intendere che, stanti le procedure elettorali che nelle precedenti elezioni del 2005 avevano permesso alle autorità di polizia di chiudere i seggi ritenuti meno favorevoli al Pnd dietro la scusa di problemi di ordine pubblico, era inutile scendere in campo.

 

La stampa egiziana filogovernativa saluta «la grande vittoria» del presidente Mubarak e della sua fazione (tutti i ministri uscenti sono stati rieletti al primo turno con percentuali “bulgare”), ma il resto della stampa sottolinea la non regolarità degli scrutini. All’estero, naturalmente, si stigmatizza la regolarità delle elezioni. Persino il Dipartimento di Stato Usa, solitamente prudentissimo nel parlare dell’alleato prezioso Mubarak esprime la sua «costernazione». Gli Stati Uniti si dicono "costernati" e delusi per il modo in cui è stato condotto il primo turno delle elezioni legislative egiziane. Ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Philip Crowley. «I rapporti di osservatori della società civile e quelli dei rappresentanti dei candidati dell’opposizione, oltre che delle autorità responsabili del processo elettorale, ci danno seri motivi di inquietudine».

 

Da segnalare come nel frattempo sia tornata la calma a Al-Talebiya (Al Omranya/Giza), bidonville nei pressi delle piramidi di Giza, dove la scorsa settimana 3 mila cristiani si erano violentemente opposti (2 morti e 68 feriti) alla polizia che aveva interrotto la costruzione di una loro chiesa precedentemente autorizzata.

 

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