Elezioni in Kenya, la popolazione cerca la pace

In attesa dello spoglio dei voti nel Paese africano chiamato ad una grande prova di democrazia. Grande affluenza alle urne 
Elezioni presidenziali in Kenya

Le elezioni in Kenya di lunedì 4 marzo hanno generato un interesse senza precedenti, sia in patria che all'estero, nella transizione del Paese verso un nuovo ordine politico.

Si tratta, infatti, delle prime consultazioni dal voto del  dicembre 2007, seguito dall'ondata di violenze in cui si contarono oltre mille e 300 morti, sei mila e 500 feriti e circa 650 mila sfollati.

Dalle urne usciranno i nomi del nuovo presidente, dei deputati e senatori, di 47 governatori regionali, dei membri dei Parlamenti regionali e dei rappresentanti dei giovani e delle donne.

Gli osservatori dell'Unione Africana (Ua), in un comunicato emesso a Nairobi, hanno accolto con soddisfazione il pacifico svolgimento delle elezioni, sottolineando come i kenyoti abbiano votato massicciamente per scegliere il loro presidente per i prossimi cinque anni «nonostante le sfide incontrate durante il processo elettorale».

L'Ua si è detta stupita dall'elevata affluenza alle urne, e ritiene che alcuni isolati episodi di violenza, che pur si sono verificati, non pregiudicheranno il risultato della consultazione: «I servizi di sicurezza sono stati ben organizzati, nonostante alcune falle», hanno affermato gli osservatori, dopo che 16 persone sono rimaste uccise, domenica, in un agguato contro sei poliziotti da parte di un gruppo secessionista, a Mombasa.

Sono otto i candidati in lizza per la presidenza. I favoriti sono il primo ministro Raila Odinga, per la Coalizione per le riforme e la democrazia (Cord), e il suo vice Ulruru Kenyatta. Con il 30 per cento dei voti scrutinati è al momento in leggero vantaggio Kenyatta: entrambi i candidati si sono sempre detti fiduciosi in una vittoria al primo turno, e stanno invitando l'avversario a riconoscere la sconfitta.

 

I PROFILI DEI CANDIDATI

Ulruru Kenyatta, figlio del primo presidente del Kenya Jomo Kenyatta, appartiene all'etnia Kikuyu, la maggioritaria del Paese (22 per cento della popolazione) e la più potente economicamente. Candidato vice è William Ruto, dell'etnia Kalenjin: i due gruppi si erano duramente scontrati dopo le elezioni del 2007. Kenyatta è attualmente vice primo ministro.

Raila Odinga, figlio del primo vice presidente e lontano parente di Barack Obama, ritiene di essere stato scippato della vittoria nel 2007. Appartiene all'etnia Luo (11 per cento della popolazione), e questo è il suo terzo tentativo di conquista della presidenza. Attualmente è primo ministro, in seguito all'accordo di condivisione dei poteri deciso per porre fine alla violenza.

Entrambi i candidati si sono impegnati a rispettare il responso delle urne.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

Focolari: resoconto abusi 2023

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons