Diritti umani a 70 anni dalla dichiarazione

Anniversario della  Dichiarazione universale dei diritti umani, un’occasione per riflettere sullo stato del mondo e le nostre responsabilità. Estratto dal numero di dicembre di Città Nuova
EPA HOTO/AFP/FILES -ANSA-KLD

Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò la Dichiarazione universale dei diritti umani, frutto di una lunga elaborazione basata su religioni, filosofie e sistemi politici ed economici diversi.

I diritti umani rappresentano dei valori oramai considerati fondamentali nell’attuale ordinamento internazionale. Questi sono già consacrati nelle Costituzioni di numerosi Stati e furono rafforzati, a partire dal secondo dopoguerra, attraverso l’adozione di vari strumenti internazionali, di portata universale e regionale, volti alla salvaguardia dei diritti umani.

Allora, il mondo si era da poco lasciato alle spalle il secondo conflitto mondiale, che aveva causato oltre 50 milioni di morti ma, soprattutto, aveva trascinato gli uomini a un livello di bassezza e crudeltà mai raggiunto prima: genocidi, stermini di massa, crimini di guerra, lotte fratricide. L’uomo, possiamo dirlo, aveva smarrito la sua essenza. Negli ultimi 70 anni i diritti umani sono stati via via compresi in modo diverso e nuove questioni sono sorte, mentre anche la comunità internazionale è cambiata, con la fine della contrapposizione tra il blocco occidentale e quello sovietico e la nascita di centinaia di nuovi Stati.

Inoltre, ci si è resi conto che sviluppare una cultura del rispetto dei diritti umani richiede un lavoro di diplomazia e convincimento, per incoraggiare gli Stati a sostenere autonomamente i diritti umani, piuttosto che lanciare proclami altisonanti o aperte accuse.

I diritti umani originano dal fatto che tutti gli esseri umani hanno dignità. Il concetto di dignità, d’altronde, non è chiaro, dato che esso è interpretato in molte culture e religioni in forme diverse. In generale, la dignità ha valore proprio; questo significa che, come esseri umani, abbiamo il diritto di essere trattati in modo etico e con rispetto, non in un modo degradante o umiliante. In poche parole: gli esseri umani sono uguali.

Quindi, i diritti umani si applicano a chiunque, senza riguardo di chi una persona sia, dove viva e cosa faccia: cioè, i diritti umani sono universali. Essi non escludono nessuno e la loro implementazione dovrebbe condurre alla creazione di un ambiente nel quale nessuno sia estromesso da qualsivoglia attività sociale, come l’educazione, il diritto, il lavoro o il godimento del tempo libero. Ovviamente, i diritti umani si accompagnano alla responsabilità individuale e collettiva, nel proteggerli e promuoverli.

Per leggere l’intero articolo prosegue sul numero di Città Nuova di dicembre 2018

 

 

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