Difendiamo i bambini dagli abusi

Nella Giornata dei bambini vittime della violenza, Bergoglio ricorda chi ha subìto soprusi e raccogliendo l’eredità di Ratzinger sollecita un rinnovato impegno nel contrasto alla pedofilia. Un giurista in dialogo con un vescovo che è stato promotore di giustizia sui casi di pedofilia
pedofilia

Papa Francesco, nella Giornata dei bambini vittime della violenza, che sono «tra le categorie più vulnerabili"», durante il Regina Coeli ha ricordato «quanti hanno sofferto e soffrono a causa di abusi», assicurando loro che «sono presenti nella mia preghiera». Poi, ha sollecitato tutti ad impegnarsi «con chiarezza e coraggio affinché ogni persona, specialmente i bambini, sia sempre difesa e tutelata». Il monito giunge a distanza di un mese esatto dall’udienza con monsignor Gerhard Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nella quale il pontefice aveva indicato, tra le sue priorità, la protezione dei bambini e delle vittime e i procedimenti contro i colpevoli. Messaggio chiaro e deciso di continuità, quello di Bergoglio, con la fermezza e intransigenza tracciata da Ratzinger nel campo della lotta agli abusi sessuali su minori.              

Charles Scicluna, vescovo ausiliare di Malta che, per dieci anni, ha ricoperto l'incarico di Promotore di giustizia presso la Congregazione per la dottrina della fede, occupandosi proprio della lotta contro i casi di pedofilia nella Chiesa ricorda che Joseph Ratzinger, già da cardinale, come prefetto della Congregazione per la dottrina aveva coadiuvato Giovanni Paolo II in questo impegno. Poi, dal 2005, divenuto papa, ha perseguito questo obiettivo con decisione e perseveranza, diventando il primo pontfice ad incontrare e ascoltare le vittime di abusi sessuali.

«Non possiamo più tornare indietro in questo impegno, perché l'eredità che ci lascia il papa è, grazie a lui, non solo legge universale della Chiesa, ma anche prassi che diventa Vangelo, retaggio di una buona notizia di una Chiesa che, non solo vuole la purificazione all'interno, ma vuole anche rimanere, com'era da secoli, un ambiente sicuro per i nostri bambini e per i nostri giovani», continua monsignor Scicluna.

«Benedetto XVI – aggiunge – si è impegnato con molto coraggio in particolare a rompere la cortina di silenzio che copriva molti casi, in rispetto al principio che solo la verità ci rende liberi». «Ci ha spinto a purificare il cuore per far sì che il volto della Chiesa risplenda della sua vera santità».

La Chiesa ha avuto molte difficoltà a capire le origini e le cause di questa piaga nel clero, ma la sfida, sempre secondo il vescovo ausiliare di Malta, è «quella di non dare solo una risposta a livello di legislazione ma anche di mentalità. Dobbiamo salvaguardare i giovani con misure molto concrete. La risposta degli episcopati è stata molto incoraggiante, c'è sempre molto da fare per prevenire casi futuri. Ma la determinazione di Benedetto XVI non solo rimarrà una memoria, ormai è parte della risposta della Chiesa. Il papa ha saputo lanciare il messaggio che bisogna sempre stare dalla parte delle vittime, cercando la verità riguardo a coloro che si sono macchiati di questi peccati e reati».

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