Dalle pari opportunità al riconoscimento del capitale sociale

Le nuove esigenze del nucleo familiare e il piano dell'Osservatore nazionale.
Famiglia

La recente indagine Ocse sull’impiego femminile ha evidenziato ancora una volta il ritardo italiano rispetto al resto dell’Europa. Solo il 46 per cento delle donne in età lavorativa ha un’occupazione e, a parità di qualifica, tendono a essere pagate molto meno dei loro colleghi maschi. Ma si sa, le indagini statistiche non tengono conto di tutte le variabili e in Italia sulle quote rosa incidono moltissimo sia la tradizione, che vuole la donna molto più dell’uomo intenta ai lavori domestici, sia l’assenza di adeguate politiche familiari. Quanto al primo punto l’impressione è che le giovani coppie, soprattutto quelle del centro-nord, abbiano dato inizio a una lenta ma inesorabile trasformazione: la famiglia tende a diventare un affare comune, sempre più condiviso tra i sessi. Non che il cambiamento sia esente da rischi e disagi, né che l’obiettivo raggiunto sia in qualche modo soddisfacente, ma il Paese sembra avviato verso una socialità più democratica.

 

Assai più difficile da cogliere, invece, è il percorso politico che dovrebbe portarci vicino agli standard europei di coinvolgimento statale nella vita quotidiana delle famiglie. Il ricostituito Osservatorio nazionale, che fa capo al Dipartimento per le politiche familiari, presieduto dal senatore Carlo Giovanardi, ha presentato un piano dei lavori per l’anno 2010 molto accattivante. In esso si propongono come argomenti all’ordine del giorno il sostegno economico alla famiglia, con ovvia attenzione alla fiscalità e alle politiche tariffarie, la conciliazione tra famiglia e lavoro, i diritti sociali e i servizi alla persona, il ruolo educativo della famiglia, l’incidenza dell’immigrazione. Chiaramente non si può non convenire con quanto l’Osservatorio e soprattutto il suo staff tecnico, di cui fanno parte eminenti studiosi come il prof. Pierpaolo Donati, hanno ritenuto oggetto d’interesse.

 

L’interrogativo nasce, invece, circa le modalità con cui i suggerimenti dell’Istituto verranno accolti e tradotti in interventi statali. Si pensi al recente bonus sui nuovi nati del triennio 2009-2011, che ricalca analoghi premi degli anni passati: esso sarà senz’altro un aiuto per molte famiglie, tuttavia non allontana la preoccupazione che simili interventi eccezionali finiscano col sostituire iniziative più lungimiranti e alla lunga più efficaci. Un esempio fra i tanti riguarda gli asili nido che, aumentati di numero e migliorati qualitativamente, potrebbero costituire la garanzia lavorativa per molte giovani famiglie; tuttavia i recenti tagli, come quelli alla scuola previsti dalla riforma Gelmini, sembrano indicare che la strada intrapresa dal governo vada in tutt’altra direzione, almeno nell’immediato futuro. Interrogativi si pongono anche sulla normativa fiscale, circa la possibilità che vengano introdotti parametri diversificati per la dichiarazione dei redditi di famiglie con più figli, che tengano conto del reale carico economico che questi ultimi comportano. Un esempio potrebbero offrirlo le spese destinate allo sport: è evidente che le attività sportive di una famiglia numerosa incidono sul bilancio familiare in maniera ben più significativa della palestra o della piscina di un unico figlio. Auspicabilmente, aumentando il numero dei bambini e dunque delle spese sportive dovrebbe crescere la detrazione fiscale. Affinché tuttavia le cose possano muoversi in questa direzione, si dovrà prima giungere a considerare la famiglia come un soggetto sociale e giuridico, i cui diritti non siano semplicemente quelli delle persone ricomprese in essa. Sempre che non si voglia andare oltre, cominciando a misurare l’apporto di benessere che la famiglia reca alla convivenza civile, quello che oggi viene chiamato “capitale sociale”.

 

In ogni caso il tentativo dell’Osservatorio nazionale di ridisegnare la mappa delle necessità familiari, su cui poter successivamente misurare la priorità e prevedere l’efficacia degli interventi statali, non può che meritare una calda accoglienza. La Conferenza sulla famiglia prevista per la fine del 2010 resta al momento l’obiettivo più importante dei lavori avviati dall’Osservatorio, ma più in là di essa già si colloca la speranza di un nuovo corso della politica italiana che finalmente sia, oltre che più vicina ai cittadini, anche e soprattutto a misura di famiglia.

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