Dal G8 di Genova alla Laudato si’

In occasione della ricorrenza dei 15 anni dai "fatti del G8", movimenti sociali ed ecclesiali discutono del progressivo indebitamento dei popoli del pianeta alla luce del richiamo di papa Francesco alla dignità umana. Varata una Carta d'intenti comuni
Genova

Per una settimana la città di Genova ha voluto ricordare, con una serie di iniziative, tra cui dibattiti, tavole rotonde, serate a tema, i 15 anni dal G8, che con tanta violenza sconvolse la città. Di notevole interesse un convegno dal titolo “Dal G8 di Genova alla Laudato si’: il Giubileo del debito?”; tra i relatori mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax ChristiÉric Toussaint, portavoce del comitato per l’abolizione del debito, Marco Bersani di Attac Italia e il comboniano padre Alex Zanotelli.

 

«Nell’anno del Giubileo della misericordia – dicono gli organizzatori – ci siamo dati appuntamento per condividere una delle questioni globali più urgenti: il progressivo indebitamento dei popoli dell’intero pianeta». E qui, si sono confrontati con pensatori laici e credenti impegnati da anni su questo tema. La responsabilità collettiva della misericordia, che è il dare opportunità di vita a tutti, richiede di giungere a una denuncia pubblica delle indifferenze, delle riserve, e a una pubblica, concorde assunzione di responsabilità al fine di snidare i privilegi e le ipocrisie, che contribuiscono a rendere sempre più ricche e prepotenti le classi dominanti e sempre più povere e vessate le parti sfruttate ed emarginate delle popolazioni.

 

Il debito rappresenta lo shock che serve «a far diventare politicamente inevitabile ciò che è socialmente inaccettabile», come esclusioni, costruzione di muri materiali e mentali, distruzione, miseria, guerre, migrazioni epocali. Negli ultimi anni, in conseguenza della crisi economica e finanziaria internazionale, il problema del debito pubblico si è manifestato con vigore anche nelle economie dei Paesi sviluppati e, in particolar modo, in Europa. Di fonte a una crisi del debito divenuta sempre più globale, sarebbe opportuno – in questi ultimi mesi dell'anno giubilare della Misericordia – riflettere nuovamente sull'opportunità di ridurre, se non addirittura condonare, il debito a quei Paesi che, schiacciati da questo fardello, non riescono a porre le basi per lo sviluppo umano delle persone, soprattutto delle nuove generazioni.

 

Papa Francesco ci ricorda, nella Misericordiae Vultus, la Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, come «il richiamo all'osservanza della legge non possa ostacolare l'attenzione per le necessità che toccano la dignità delle persone», si legge nel messaggio che il cardinale Peter K. A. Turkson ha inviato ai partecipanti al convegno. Non è la prima volta che, in questi 15 anni, i movimenti sociali ed ecclesiali si incontrano per mettere in comune analisi, riflessioni e azioni sociali per contrastare “l'economia che uccide” e “la tirannia invisibile” dei mercati finanziari.

 

Sempre assieme, si ritiene di dover agire per promuovere a ogni livello la liberazione dei popoli e delle comunità dal debito illegittimo e odioso, attivando la partecipazione diretta delle persone. Da tempo anche nel nostro Paese sono iniziati percorsi di indagini e revisioni contabili (audit) del debito in diversi territori e Comuni (Roma, Napoli, Parma, Livorno, etc.), smascherando la geografia dei poteri che dietro di esso si nasconde. Proprio a partire da queste esperienze è stata avviata anche in Italia la nascita del Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi (Cadtm), un percorso collettivo per valutare il tema dell’annullamento del debito quale punto nodale per un’economia e una finanza più giuste.

 

È sulla base di queste riflessioni e considerazioni condivise che, dopo questa giornata di lavoro collettivo, è stata approvata una Carta d'intenti comuni, in cui è espresso l’interesse per un impegno come singoli e organizzazioni, proponendo a tutte le realtà interessate e attive a livello locale, nazionale e internazionale, la costruzione di un percorso che abbia tra gli obiettivi quello di promuovere un diverso modello sociale ed economico, che metta al centro la piena dignità di ogni persona nel rispetto della vita del pianeta, che promuova una campagna di sensibilizzazione sui temi del debito, della finanza e della ricchezza sociale, che sappia comunicare in forme semplici la complessità di questi temi; avviare, in forma partecipativa e dal basso, l’istituzione di una Commissione popolare d'indagine e di verità sul debito pubblico italiano, al fine di sapere se, e in quanta parte, tale debito è illegittimo.

 

Ancora, che coinvolga in particolar modo i giovani e le figure competenti, che abbia le caratteristiche di un movimento popolare aperto e inclusivo verso le differenze sociali, culturali, e religiose. Che definisca strategie efficaci con obiettivi di breve, medio e lungo periodo, con periodiche verifiche di fattibilità. Che interroghi e investa anche le istituzioni, senza farsi vincolare dal rapporto con le istituzioni medesime. Che si intrecci con altre campagne già avviate sulla finanza pubblica, a partire da quella per la socializzazione della Cassa depositi e prestiti. Che sia collegato alla difesa e all'attuazione dell’articolo 47 della Costituzione per incoraggiare e tutelare l’accesso al risparmio popolare e per disciplinare il credito. Che metta in rete le esperienze delle città ribelli al debito locale, in vista della riappropriazione, da parte del popolo, del diritto all'insolvenza dei debiti illegittimi.

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