Il Daesh in campagna elettorale

L’attentato agli Champs-Elysées entra a gamba tesa nella lotta per le presidenziali. Influirà sul voto? L’incertezza regnava sovrana, ancor più dopo l’attacco terroristico.
Domenica 23 aprile i francesi decideranno nelle urne chi andrà al secondo turno delle presidenziali, previsto per il 7 maggio. In gioco è il futuro della Francia e della stessa Unione europea: in campo il centro-destra con François Fillon, la destra del Front National di Marine Le Pen, il socialista Benoît Hamon, la sinistra di Emmanuel Macron, il radicale Jean-Luc Mélenchon. Uno degli ultimi sondaggi, quello pubblicato da Le Monde mercoledì scorso, segnala che Le Pen e Macron hanno perso parte del loro slancio, il che prefigura lo scenario d’un sostanziale pareggio tra i quattro candidati con possibilità maggiori, nell’ordine, per la Le Pen, Fillon, Macron e Mélenchon, lasciando fuori il socialismo tradizionale guidato da Hamon, sprofondato in una crisi simile a quella dei socialisti spagnoli dopo le ultime elezioni generali. A dire di molti, probabilmente è uno dei risultati elettorali più imprevedibili nella storia recente del Paese transalpino. Anche perché, com’è successo altrove, il tradizionale bipartitismo sembra messo in forte discussione. Lo stesso sondaggio pubblicato da Le Monde indica che l’astensione in questa primo turno potrebbe arrivare al 28%, e anche che quasi un terzo dei votanti ancora non si è deciso. Stesso panorama viene proposto da altri sondaggi, mettendo nell’incertezza e nell’imbarazzo i meccanismi ingruppati dei sondaggisti. «Questa situazione manca totalmente di precedenti», ha detto Emmanuel Rivière, direttore della Kantar Public France. A dire di diversi analisti, in questa competizione non saranno più i grandi titoli dei programmi elettorali a far pendere la bilancia da una o dall’altra parte, ma una sorta di «moralizzazione della vita politica». Ricordiamo che Fillon è sotto accusa per aver deviato fondi pubblici, Marine Le Pen è egualmente sospettata di presunti impieghi fittizi, e così altri personaggi della politica francese. Al di là di queste indagini tutti i candidati si sono visti in obbligo di offrire formule per moralizzare la vita politica, in modo da migliorare la percezione che i francesi hanno dei politici: tre su quattro li considerano corrotti. Ed ora scende in campo il Daesh con l’ennesimo odioso attentato contro un furgone della Gendarmerie Nationale a due passi dell’Elisero, in quegli Champs-Elysées che sono il simbolo della francesità nel mondo, l’emblema dell’Europa laica, libera e libertaria. Dunque un messaggio lanciato all’Europa intera. Uno sgabello, sembrerebbe, per i candidati più radicalmente ostili all’Islam, alle migrazioni, all’accoglienza. Ma la Francia è una democrazia di vecchissima data, che ha assorbito colpi ben più gravi. I suoi elettori sapranno votare in coscienza e secondo ragione. L’Europa intera ne ha bisogno in questo momento.

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