Da 60 anni in Sardegna

In 1800 a Mogoro, in provincia di Oristano, da tutta l'isola per festeggiare l'anniversario della presenza del Movimento.
Emmaus Sardegna
“Nella storia di un popolo germogli di fraternità”. È il titolo che campeggia sul palco del centro attività culturali e di spettacolo di Mogoro, in provincia di Oristano, dove circa 1800 persone di tutte le età provenienti da ogni angolo della Sardegna si sono ritrovate per celebrare il 60° dell’arrivo dell’ideale dell’unità nell’isola. Per l’occasione, che segna il “battesimo” della nuova struttura, come sottolinea con commozione il sindaco di Mogoro, Gianni Pia, sono presenti i vescovi della diocesi di Ales e di Iglesias e diversi amministratori locali.

 

Ad accendere la “fiamma”, come qui si dice più volte, venne Chiara Lubich stessa ed altre due focolarine con lei, Lia Brunet e Vale Ronchetti invitate da due donne, Adele e Gesuina Diana, che pagarono le spese del viaggio, le ospitarono e chiamarono a raccolta amici e conoscenti perché tanti incontrassero questa che per loro era stata una luce. Cosa fruttano quei primi contatti lo sintetizza molto bene una lettera che Chiara scrisse al suo ritorno da Sassari nel maggio 1949: «La Sardegna l’amiamo pure noi come voi, perché avendo conosciuto i vostri cuori così ardenti ed audaci e generosi abbiamo compreso che la vostra terra è benedetta da Dio. L’ideale che vi abbiamo annunciato unirà tutti i vostri cuori fatti per le vette e voi, proprio voi sardi, darete al mondo un esempio d’amore fraterno, di sostegno vicendevole, di comunità cristiana come nessuno l’ha dato mai. Il cuore me lo dice». E in un passaggio di questa lettera lancia ai sardi una sorta di sfida che risulterà negli anni una consegna: «Se sarete uniti darete al mondo un esempio di amore fraterno».

 

Cosa sia successo in questi sessant’anni è difficile sintetizzarlo. Le comunità dei Focolari in Sardegna si sono moltiplicate; donne, uomini, bambini, anziani, sacerdoti e laici hanno fatta propria la spiritualità dell’unità ed essa ha alimentato e continua a sostanziare l’impegno personale, familiare, sociale, ecclesiale di tanti. Lo testimonia ad esempio l’esperienza di Carlo, imprenditore, che in una terra dove le difficoltà lavorative sono nient’affatto indifferenti, ha rischiato dal punto di vista economico pur di mettere la sua professionalità e i suoi capitali al servizio di una cooperativa a fini sociali. Dai paesi del nuorese, invece, Gina e Bastianina raccontano l’impegno a favore della riconciliazione e del perdono dopo omicidi che hanno segnato in maniera drammatica le loro comunità paesana. Ancora, Ada e Marco, genitori di Chiara, 22 anni, cerebrolesa, cantano un inno alla vita degna di essere vissuta sempre e comunque. Cinzia, infine, testimonia la sua scelta di impegnarsi in politica all’insegna del motto evangelico «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

 

Numerosi i sardi che non sono presenti a Mogoro. Sono fra quelli che avendo deciso di donare la propria vita per un ideale così grande si sono ritrovati negli angoli più disparati del mondo a servizio del movimento: in Francia, in Corea, in Africa… E a questa capacità di essere dono per il mondo fa riferimento la presidente dei Focolari, Maria Voce, venuta da Roma a festeggiare l’anniversario. «Avete doni che sono costitutivi del vostro essere: la tenacia, il calore, la solidità – afferma –. Di questi doni il mondo ha bisogno. Siate quelli che siete». Un’altra delle caratteristiche dei sardi è la fedeltà. A vedere i risultati di questi 60 anni non si può non crederci.

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