Cuba, prigionieri di coscienza

Da Amnesty International appello per il rilascio

Uno sciopero della fame durato ben 85 giorni ha condotto alla morte il dissidente Orlando Zapata Tamayo, che ha adottato questo strumento estremo di protesta contro le modalità di detenzione attuate nei confronti dei dissidenti politici. Come afferma Amnesty International, «questa tragica morte illustra in modo terribile la disperazione dei prigionieri di coscienza di Cuba, che non hanno la speranza di vedere la fine di un’iniqua e prolungata detenzione». Oltre a chiedere il rilascio immediato e senza condizioni di tutti i prigionieri di coscienza, l’organizzazione chiede di avviare serie indagini per poter chiarire l’esistenza di maltrattamenti quale concausa del decesso di Zapata Tamayo. Il dissidente, di professione muratore, era stato arrestato per la prima volta nel dicembre del 2002 per "vilipendio al Comandante Fidel Castro". Nell’isola dei Caraibi restano ancora in carcere 55 prigionieri di coscienza adottati da Amnesty International che sottolinea l’assenza di un potere giudiziario indipendente a Cuba, tanto che «i processi risultano spesso sommari e privi delle garanzie previste dal diritto internazionale».

 

CC_Città_Nuova_2010/02/28

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