Cuba dopo Fidel: adelante con juicio

La vicenda politica di Castro ha risvolti interni e altri a livello internazionale. Figura complessa, quella del leader scomparso, con risvolti significativi dal punto di vista politico, economico, sociale, culturale
Cuba

C’è un lato internazionale e un lato interno nella vicenda politica di Fidel Castro. Dal punto di vista internazionale, Fidel Castro rimarrà nella storia come campione della resistenza all’egemonia statunitense e come protagonista del Movimento dei non allineati, pur in sintonia con Mosca. L’illusione di poter esportare la rivoluzione contagiò però anche il lìder maximo, con interventi a tutto campo dalla Bolivia fino all’Angola. Il bilancio di questa proiezione mondiale del castrismo cambia a seconda delle fasi storiche, ma purtroppo ha portato, a partire dagli anno ’80 del XX secolo, ad un crescente isolamento di Cuba, pur nel perdurante fascino della narrazione rivoluzionaria e del mito “movimentista” di Che Guevara. La sponda offerta da Cuba al Venezuela di Chavez non credo che abbia fatto bene né a Caracas né a L’Avana.

L’intesa con gli Stati Uniti dovrebbe ora aprire la strada per una nuova stagione di distensione e di collaborazione, anche se con l’elezione di Trump e l’orientamento repubblicano del Congresso  non è detto che  la diffidenza reciproca si tramuti magicamente in fiducia. 

Ma le rivoluzioni devono fare i conti con il tempo e con l’esaurirsi delle ragioni fondamentali che le producono. E’ accaduto, nel corso dei decenni, anche a Cuba, con la conseguenza della trasformazione della rivoluzione in istituzione. Intendiamoci : ci sono cose come l’istruzione superiore e l’assistenza sanitaria che rappresentano senza dubbio risultati eccezionali, specie se si considera che si è trattato di enormi progressi attuati sotto la tagliola dell’embargo americano.  E non è certamente secondario lo sforzo di dar vita ad un nuovo modello di sviluppo, che non rispondesse ai freddi e spesso disumani dettami del capitalismo e del profitto. Ma la questione di fondo, per Cuba come per altri contesti, è evitare di confondere la libertà con il benessere di Stato, la partecipazione con la delega perpetua a un gruppo dirigente, per quanto lungimirante esso possa essere. E’ anche vero che Cuba ha vissuto per decenni sotto la minaccia di una “contro-rivoluzione” guidata dalla folta comunità di espatriati (auto-esiliati o veri e propri esiliati) in Florida, ipotesi però troppo spesso evocata anche per giustificare misure non esattamente libertarie.

La scomparsa di figure carismatiche come è stato indubbiamente Fidel Castro conduce solitamente a periodi di transizione, che nel caso di Cuba dovranno coniugare la fedeltà agli ideali della rivoluzione con i necessari cambiamenti ad un regime politico ed ad un sistema economico rimasti per troppo tempo bloccati.  Cuba ha bisogno di partner leali e in buona fede, in ambito internazionale, capaci di accompagnare e sostenere il cambiamento nel rispetto dell’identità storica e politica dell’isola caraibica. 

  

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