Coronavirus, slittano i grandi appuntamenti sportivi

Con gli Europei di calcio rinviati di un anno esatto, crescono di ora in ora anche le possibilità che le Olimpiadi di Tokyo 2020 vengano posticipate. E come non ricordare, parlando di sport, il giornalista Gianni Mura, che ci ha lasciati nei giorni scorsi.  

Le parole del premier giapponese Shinzo Abe, pronunciate nella mattinata di oggi, suonano come una certezza: «È difficile poter pensare di organizzare le Olimpiadi in questo contesto, dobbiamo prendere una decisione che includa un possibile rinvio, dando la priorità alla salute degli atleti». L’annuncio del primo ministro del paese nipponico arriva solo qualche ora dopo quello del Comitato olimpico internazionale che, per la prima volta, ha espressamente preso in considerazione l’ipotesi dello slittamento, ufficializzando che entro un mese verrà presa una decisione definitiva.

La pandemia di Coronavirus ha messo in ginocchio l’economia globale, modificando in maniera radicale le abitudini di vita di miliardi di persone. L’unico mezzo per evitare l’ulteriore diffusione del contagio è quello di limitare al massimo gli spostamenti, rimanendo in casa per più tempo possibile. Il mondo dello sport è ormai fermo al palo da un paio di settimane: mentre si studiano le possibili soluzioni per portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, a pagare il prezzo più alto sono stati i grandi avvenimenti che erano previsti per la prossima estate.

È ormai certezza, ad esempio, che il campionato europeo di calcio slitterà di un anno esatto, con la gara inaugurale prevista per l’11 giugno del 2021 a Roma. Una scelta che permetterà all’Uefa e alle varie federazioni nazionali di tentare la riprogrammazione dei tornei attualmente sospesi. La conditio sine qua non per la ripresa sarà il miglioramento delle condizioni sanitarie: partendo da questo assioma, però, si lavora per una strategia che preveda la ripresa delle coppe europee tra fine aprile e inizio maggio, con le finali previste per l’ultima settimana di giugno.

Un’emergenza così grande, poi, potrebbe anche essere utilizzata per andare a rivedere alcuni principi cardine del sistema-calcio. Parola del presidente della Fifa Gianni Infantino che, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha ribadito come siano necessarie riflessioni che vadano oltre l’emergenza attuale. «Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro. Con formati diversi. Meno tornei, ma più interessanti: forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite, per proteggere la salute dei calciatori».

L’altro grande appuntamento previsto per la prossima estate sono i Giochi olimpici di Tokyo, previsti nel periodo 24 luglio-9 agosto: un programma a cui dovrebbero far seguito le Paralimpiadi (25 agosto – 6 settembre). La novità rilevante delle ultime ore, come si è detto, è la svolta messa in atto dal Comitato olimpico che, per la prima volta, ha preso in considerazione la possibilità di un rinvio. Un dato di fatto emerso in via ufficiale dopo l’esecutivo straordinario di ieri: «Il Cio – si legge nel comunicato ufficiale –  in pieno coordinamento con il Comitato organizzatore di Tokyo 2020, le autorità giapponesi e il governo metropolitano di Tokyo, avvierà discussioni per completare la valutazione del rapido sviluppo della situazione sanitaria mondiale e il suo impatto sui Giochi, tra cui lo scenario del rinvio. Il Cio è fiducioso di portare a termine queste discussioni entro le prossime quattro settimane».

Nel prossimo mese, dunque, saranno vagliate tutte le possibili ipotesi in merito al destino delle trentaduesime Olimpiadi estive. Sono quattro, al momento, gli scenari. In primis un rinvio ad agosto, nelle date originariamente previste per le Paralimpiadi. In seconda istanza potrebbe essere preso in considerazione uno spostamento ad ottobre: gli scenari peggiori, soprattutto da un punto di vista del danno economico, sarebbero quelli di uno slittamento nel 2021 o addirittura 2022. Scelte non facili, considerando il rischio di una manifestazione monca: il Comitato olimpico e paralimpico canadese, ad esempio, ha da poco ufficializzato la decisione di non inviare le proprie squadre in Giappone la prossima estate.

L’unica triste certezza, in questo mare magnum di continui cambiamenti, è legata al fatto che i prossimi grandi avvenimenti sportivi, a prescindere dalla loro data d’inizio, non saranno raccontati da una delle più grandi penne del giornalismo italiano: Gianni Mura ci ha infatti lasciato due giorni fa, all’età di 74 anni. Editorialista de La Repubblica, se n’è andato per un improvviso attacco cardiaco. Rimarranno, ad eterna memoria, i suoi stupendi racconti di calcio e ciclismo: ottime letture, in questo periodo di quarantena forzata.

 

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