Coronavirus, la Fase 2 parte dalla solidarietà

In Puglia calano i contagi da coronavirus e si cerca di aiutare le persone in difficoltà per la crisi economica
Solidarietà al tempo del coronavirus, foto di Cecilia Fabiano/LaPresse

Il 4 maggio comincia la fase 2 dell’emergenza coronavirus, ma ancora non si sa con quale “normalità” riprenderà. I contagi in Puglia sono in calo o almeno i risultati, anche se variabili, ondeggiano su cifre che sembrano contenute. 2900 sono le persone risultate positive. Circa 4000 i casi di Covid 19 (su oltre 58000 test dall’inizio della pandemia), ma confortano le oltre 700 persone guarite e soprattutto il numero 0 di casi registrati nel leccese, nel tarantino e nel barese, anche se nel capoluogo nelle ultime ore si sono registrati 49 casi a conferma delle “oscillazioni fisiologiche” confermate dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco. Si può dire che le azioni di contenimento hanno evitato ulteriore drastiche esplosioni.

La Fase 2 sta dunque per iniziare per molti cittadini, ma il presidente della Regione Michele Emiliano invita a «non mollare e rispettare ancora le regole», senza cedere alla tentazione delle belle giornate primaverili pugliesi. Il governatore, a qualche ora di distanza dalle misure del Governo comunicate dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, ha anticipato al 29 aprile alcune riaperture: la ristorazione esclusivamente con l’asporto, l’accesso ai cimiteri, negozi di tolettatura e soprattutto ha dichiarato l’obbligo di quarantena domiciliare per chi arriva da fuori regione a partire dal 4 maggio, destando non poche preoccupazioni da parte dell’opinione pubblica a seguito del precedente dei treni provenienti dal Nord ad inizio pandemia.

Durante l’ultima domenica di aprile, il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha effettuato una delle sue ispezioni su una porzione di lungomare cittadino: «Va bene che nelle restrizioni è previsto che si può fare attività fisica, si può correre, camminare a 200 metri da casa, però vedo che ci sono persone che stanno tranquillamente sul mare», ha commentato il primo cittadino.

A esplodere, in pieno lockdown, sono i gestori delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, che qualcuno addita “untori”. Proprio per questo le associazioni di categoria hanno scritto una lettera di protesta alle istituzioni chiedendo di essere maggiormente considerati nelle decisioni. Occorre ammettere che, oltre ai casi di focolai in alcune Rsa pugliesi, tante altre hanno gestito l’emergenza coronavirus in autonomia, nonostante continui appelli alla Regione. A fronte dei 30 deceduti, i contagi nelle rsa si sono concentrati in 22 strutture su 180, a conferma di un lavoro meritevoli di numerosi operatori.

Non manca la solidarietà, che ha caratterizzato questo periodo di pandemia in Puglia. Un reparto del comando della Polizia di Bari ha donato alla parrocchia dei Missionari del Preziosissimo Sangue nel quartiere Libertà 3000 euro di generi alimentari per i bisognosi, grazie alla generosità dei poliziotti che hanno rinunciato ai loro buoni pasto.

In vista di un ritorno graduale alla normalità, nel corso del quale sarà comunque necessario dotarsi dei dispositivi di sicurezza personale, Lucio Martino, laureato in Economia all’Università di Bari, sfruttando la sua passione per la progettazione e la sua stampante 3d, ha pensato di realizzare delle mascherine nel tentativo di «sprecare meno materiale possibile», come afferma. «Con la mia fidanzata ho ragionato come poter essere di aiuto munendo di mascherine le persone più bisognose senza influire eccessivamente sulle spese».

Il giovane, infatti, non intende guadagnare dalla produzione di mascherine riutilizzabili in PLA (bioplastica atossica) e di un nuovo materiale TPU, ma ha aperto una campagna crowdfunding sulla piattaforma Gofundme (“Mascherina 3d protettiva e riutilizzabile”) attraverso cui devolvere i proventi alla Protezione Civile. Per “protopizzarle” si è fatto aiutare dall’associazione Fablab attraverso il Politecnico barese in modo da essere aiutato nel processo di costruzione. Fino ad ora Lucio è riuscito a donare oltre 500 mascherine alle persone del territorio, tra cittadini, parrocchie, farmacie, supermercati. Si tratta di un gesto di condivisione positivo di un giovane cittadino che mette a disposizione la sua passione per il bene comune.

Sempre a Bari, un birrificio artigianale ha convertito la sua produzione in disinfettante per le mani, un’iniziativa che vede il coinvolgimento della Scuola di Medicina dell’Università di Bari e la collaborazione dell’associazione De Gustibus Vitae. Un ulteriore aiuto per fare quei piccoli gesti – mantenere le distanze e lavare bene le mani – ormai imprescindibili per tutti.

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