Coronavirus, Grecia Paese virtuoso

La Grecia, una nazione vista per anni come “la figlia problematica” della Ue, questa volta si ritrova esemplare nella gestione della crisi del Covid-19: “solo” 156 morti e 2700 persone positive al coronavirus.

Anche se il sistema sanitario della Grecia è stato duramente provato e indebolito durante la crisi finanziaria, anche se la popolazione greca è fra le più invecchiate nella Ue, le politiche di emergenza del governo hanno avuto un risultato sorprendente di cui si parla in tutta la Ue. In effetti, il governo ha preso per tempo tutte le misure necessarie e lo ha fatto in modo che esse venissero realizzate e controllate. Inoltre il governo ha dimostrato un’organizzazione quasi impeccabile, fatto altrettanto sorprendente visto che la Grecia finora non è stata certo famosa per la sua logistica. Va detto, però, che gran parte del merito va all’opinione pubblica, che ha collaborato fattivamente con le misure imposte dal governo. Risultato: la popolarità di Mitsotakis ne è uscita rafforzata.

Questo non è il primo successo del governo in carica. Il modo in cui esso ha affrontato la crisi del fiume Evros – il confine greco-turco – dove prima della crisi del Covid-19 era stata tentata una “invasione” di migranti (in gran parte afgani e pakistani) organizzata (si dice dalle nostre parti) dal governo turco – come esso stesso ha in qualche modo ammesso – è stato pure approvato da gran parte della popolazione, malgrado le gravi strumentalizzazioni che l’estrema destra di Alba Dorada ha cercato di mettere in campo. Un’operazione concordata con l’Europa – quelli erano e sono i confini della Ue – che alla fine ha fatto calare la tensione.

Un altro recente successo di Mitsotakis e stato quello che riguarda i minorenni profughi non accompagnati. Inizialmente nessun Paese europeo voleva nemmeno discutere di accoglierne una parte. Mitsotakis aveva a quel punto dichiarato la sua intenzione di risolvere il problema occupandosene lui stesso. E così è iniziato il graduale trasferimento dei minorenni profughi in vari Paesi europei – Germania, Svizzera, Inghilterra, Lussemburgo – e la loro riunione con i rispettivi familiari.

Nonostante i successi, è normale in politica, le critiche non sono mancate. La verità è che la presente situazione di graduale ritorno alla normalità dopo il confinamento è molto più pericolosa della chiusura, come ovunque in Europa. Inoltre, il disastro economico degli anni passati è una dura realtà, specialmente in Paesi dipendenti dal turismo come la Grecia: si dice che la metà dei negozi e degli alberghi non potrà riaprire e questo significa licenziamenti e aumento della disoccupazione. Per un Paese appena uscito dalla crisi finanziaria questa prospettiva è proprio disastrosa.

L’opposizione sostiene che il premier avrebbe potuto gestire meglio la crisi sanitaria e che dovrebbe avrebbe un programma economico più globale anziché avanzare con politiche à la carte. Il fatto è che il governo, dopo le emergenze che ha affrontato col sostegno della popolazione, oggi si trova a dover gestire la normalità, il che sarà più difficile. Secondo fonti giornalistiche, e anche secondo l’opposizione, sono molto probabili delle elezioni anticipate, perché Mitsotakis vorrebbe capitalizzare i suoi successi ed evitare lo scoglio della crisi economica e sociale che s’annuncia. Si vedrà.

 

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