Come far arrivare i soldi nelle mani giuste

Si aprono nuovo prospettive per lo sviluppo del microcredito in Italia. Una grande occasione per l’inclusione sociale e la crescita dell’economia civile legata ai territori. Un laboratorio attivo in vista dell’evento “Microfinanziare il futuro” che si terrà a Palermo dal 27 al 29 marzo
Ciprioti in fila al bancomat per prelevare i soldi in vista dei prelievi bancari forzosi chiesti dall'Ue.

Dopo la forte immissione di denaro nel sistema da parte della Banca centrale europea (Il “quantitative easing” spiegato su cittanuova.it da Vittorio Pelligra), secondo alcuni economisti non resterebbe altro, provocatoriamente, che la strategia dell'“helicopter money” e cioè il lancio dei soldi dagli elicotteri ai cittadini per far rilanciare i consumi.

 La questione non è il denaro, quindi, ma da chi e come viene gestito. L’Italia detiene il record di ricchezza privata che non entra nel circolo della produzione e un nodo ancora irrisolto riguarda la mancanza di diritto al credito da parte di coloro che hanno idee e voglia di fare, ma restano senza risorse. È tutto il sistema bancario che è in discussione. Non si tratta di un dettaglio tecnico, ma dell’esistenza o meno della democrazia economica. 

L’attivazione del micro credito in Italia non è quindi una questione “micro”, ma un cambiamento necessario. Come ha detto Mohammed Yunus, fondatore della Grameen bank, basta fare il contrario di quello che fanno abitualmente le banche che danno soldi a chi già ne ha. Non è un’idea nata in Bangladesh, ma affonda le radici nell’economia civile italiana e nelle forme mutualistiche dei lavoratori, eppure, per essere accolta e superare molte resistenze culturali, c’è voluta una legge del 2010 per definire alcune regole fondamentali.

Dopo una lunga pausa di 4 anni sono arrivati, a dicembre 2014, i decreti attuativi che dovrebbero facilitare il percorso del microcredito già attivo in Italia grazie a realtà come Banca etica. Oltre a disciplinare i finanziamenti fino a 10 mila euro rivolti all’inclusione sociale delle persone in condizioni di vulnerabilità economica e sociale, la normativa prevede e disciplina il finanziamento, fino a 25 mila euro, destinato all’avvio o lo sviluppo di iniziative imprenditoriali e l’inserimento nel mercato del lavoro.

Ovviamente non si tratta di buttare soldi dal finestrino, ma di studiare e accompagnare tali progetti ed è questo il costo che le banche non sanno o non vogliono più sostenere. Entrano in campo, perciò, una pluralità di soggetti che potranno esercitare il micro credito grazie ad una rete di sostegno e garanzie offerte da associazioni e enti locali.

L’ultimo ostacolo riguarda le amministrazioni comunali che sono bloccate dal patto di stabilità: hanno risorse da destinare, ma non le possono impegnare per vincoli di bilancio. Una rete di parlamentari, dal Pd ai M5S, ha proposto perciò una legge, con Preziosi e altri, intesa a mettere le somme destinate al micro credito fuori dal patto di stabilità. Come osserva l’economista Leonardo Becchetti, l’attivazione ben gestita da parte dei comuni di fondi di garanzia per il microcredito si traduce in un benessere collettivo e in una riduzione di spesa sociale. Attualmente, ad esempio, Banca etica di Palermo ha avviato un serio programma di microcredito grazie al fondo di garanzia alimentato dalle quote di indennità di carica provenienti dai consiglieri regionali del M5S e significative risorse comunitarie possono arrivare dall’Europa con progetti credibili e sostenibili.

Altre modifiche e integrazioni saranno necessarie per allargare i criteri dei soggetti ammessi a concedere e ottenere il finanziamento, ma siamo in un momento positivo che vede crescere alleanze tra realtà presenti da tempo in Italia come ad esempio la Fondazione di comunità di Messina e il polo imprenditoriale di Economia di Comunione Lionello Bonfanti di Loppiano (Firenze). Sono loro, assieme ad Avolab e Banca Etica di Sicilia, a sostenere l’iniziativa in programma a Palermo dal 27 al 29 marzo 2014 promossa dai giovani che hanno partecipato al Workshop School EdC 2014. Il titolo della tre giorni è, appunto, “Microfinanziare il futuro” e sembra andare al cuore di quella sindrome di “assenza di futuro” che assedia i giovani italiani. Proprio per accompagnare questa bella sfida, il Movimento Politico per l’unità ha organizzato, il 28 gennaio, un laboratorio parlamentare aperto di ascolto reciproco e condivisione che ha visto la partecipazione di molte realtà qualificate. Ne riparleremo.    

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