Ci sono meno poveri in Italia?

Rispetto al 2013, due milioni di persone superano la soglia della povertà assoluta. Ma, a cambiare, è solo il  criterio di valutazione Istat della spesa mensile delle famiglie italiane
istat spesa

L’istituto nazionale di statistica ha cambiato, a luglio 2015, con riferimento al report sulla povertà, il criterio di valutazione del reddito delle persone passando dall’ «Indagine sui consumi» all’«Indagine sulle spese delle famiglie». Ciò ha comportato per l’istituto «ricostruire le serie storiche a partire dal 1997» e, seguendo tale sequenza, non ci sono variazioni dal 2013 al 2014 perché resta stabile, adottando lo stesso criterio, il numero effettivo dei “poveri relativi” (7,8 milioni di persone) e di quelli “assoluti” (4 milioni). Resta il fatto che l’allarme, lanciato comunque da pochi soggetti sociali e mezzi di informazione, si basava nel luglio 2014 su numeri del tutto diversi; rispettivamente 6 milioni di poveri assoluti e 10 di persone in povertà relativa.  Insomma non è cambiata la condizione delle persone in deprivazione grave o relativa rispetto alla media dei consumi, ma il criterio di valutazione della loro spesa mensile.  Prendiamo ad esempio il caso di una famiglia di 4 persone (padre e madre con due bambini) che abita in una grande città del nord Italia. Il livello di spesa mensile per consumi al di sotto del quale si entra nella definizione di povertà assoluta è, secondo il simulatore on line dell’Istat, pari a mille e 623 euro. Ciò che è cambiato, secondo l’Istat, è il metodo del conteggio della spesa.

Come ci ha precisato Anna Maria Tononi, responsabile dell’ufficio stampa dell’Istat, «ciò che ha portato a una nuova contabilizzazione dei poveri assoluti non riguarda tanto le stime della povertà quanto l’indagine su cui si basano le stime stesse. Quest’anno l’indagine sui consumi è stata sostituita con quella sulle spese delle famiglie.  Le stime della spesa ottenute dalla nuova indagine sono su livelli mediamente più elevati (ad es. la spesa media mensile nel 2013 è pari 2.471,09 contro i 2.359,05 della vecchia). Essendo cresciuta la spesa delle famiglie con il nuovo metodo di rilevazione, il numero di famiglie che si pone al di sopra delle linee di povertà assoluta risulta più elevato che nella precedente rilevazione perché anche le famiglie con spese più basse sono state interessate dall’aumento delle spese». 

Tutto dipende dai criteri di valutazione. Ad esempio il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nell’audizione presso la Camera dei deputati del 19 maggio 2015, ha fatto riferimento a 15 milioni di poveri prendendo come riferimento il totale delle famiglie in «deprivazione» cioè quelle che non sono in grado di sostenere spese impreviste e/o sono in difficoltà nel pagare  le bollette delle utenze .

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