Cercasi pensionati europei disposti trasferimento

Dieci anni fa il governo portoghese ebbe l’idea di attirare nel Paese pensionati stranieri offrendo una normativa esentasse a certe condizioni. L’offerta è stata recentemente ridimensionata dall’Ue, ma ha attecchito ed altri Paesi del Sud Europa stanno cercando di farla propria.

Dieci anni fa, nel bel mezzo della grande recessione economica (2007-2013) che costrinse molti governi al salvataggio finanziario di parecchie banche nei Paesi del Sud europeo, il governo portoghese del socialista José Sòcrates mise in moto un accattivante regime fiscale per attirare in Portogallo quelli che furono definiti “residenti non abituali”. I destinatari di queste facilitazioni furono quei pensionati, anche stranieri, che avessero acquistato o affittato una casa e, dopo aver trasferito la loro residenza fiscale in Portogallo, potessero dimostrare di risiedere nel Paese per almeno 183 giorni l’anno. A queste condizioni, avrebbero ottenuto l’esenzione per dieci anni dalle tasse sul reddito. Insomma, l’autorizzazione a godersi pensioni completamente esentasse!

Secondo informazioni pubblicate dal quotidiano online portoghese Observador, fino al 2019 oltre 27 mila persone si sono avvalse di queste disposizioni, fra le quali oltre 9 mila percepivano una pensione dall’estero. E non sono mancati tra loro anche personaggi di fama internazionale. Questa sorta di “paradiso fiscale” autorizzato si è però recentemente esaurito, perché i partner europei del Portogallo (i “fornitori” delle pensioni che finivano all’estero) alla fine hanno imposto che le pensioni straniere siano gravate da una tassa del 10% in relazione all’importo percepito.

Se da una parte i partner europei, soprattutto quelli del Nord, non hanno visto di buon occhio le manovre fiscali del Portogallo, dall’altra parte, invece, ai governi del Sud non è dispiaciuta l’idea di un meccanismo per attrarre capitale straniero, che provenisse da pensionati o da non pensionati, semplicemnete offrendo vantaggi fiscali sui trasferimenti. La Grecia, ad esempio, sta studiando alcune misure economiche a beneficio degli stranieri che decidano vivere nel Paese almeno sei mesi all’anno, se gli accordi di cooperazione in materia fiscale con il Paese di origine lo permettono. Per quanto riguarda i pensionati, offre loro per dieci anni una sorta di flat tax, un “tasso fisso” del 7% sul reddito. Athina Kalyva, dirigente delle imposte al Ministero greco dell’economia, ha spiegato così questa offerta fiscale: «È semplice: vogliamo che i pensionati si trasferiscano qui: abbiamo un bel Paese con un buon clima».

Sull’esempio della Grecia, anche l’Italia sta cercando di attrarre pensionati stranieri, soprattutto per incrementare l’economia del Mezzogiorno, anche se con misure un po’ meno vantaggiose di quelle greche. Oppure Malta, con il suo Retirement programme, offre un’imposta del 15% sui trasferimenti di pensioni, per un minimo di 7.500 euro annui, se si fa un investimento immobiliare di 275 mila euro o un contratto d’affitto annuale di 9.600 euro. E infine c’è il top, rappresentato da Cipro, che offre l’esenzione fiscale totale ai pensionati che si trasferiscono nell’isola mediterranea. Sull’altra sponda del Mediterraneo, anche Tunisia e Marocco sembra intenzionati ad aggiungersi alla “pesca” dei pensionati europei e più in generale stranieri.

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