Centro Italia, la lenta ricostruzione 4 anni dopo il sisma

Sono passati quattro anni dal terremoto del 24 agosto 2016. La denuncia del presidente Mattarella: ricostruzione incompiuta. Servono determinazione ed efficienza. Il premier Conte in visita ad Amatrice. Il messaggio all’Angelus del papa.

Alla conclusione della commemorazione per il quarto anniversario del terremoto in Centro Italia del 24 agosto 2016, con la celebrazione della messa al campo sportivo di Amatrice, c’erano tanti rappresentanti istituzionali, seppur con le misure straordinarie imposte dal Covid. Dal premier Giuseppe Conte al governatore del Lazio Nicola Zingaretti, dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli al commissario al sisma Giovanni Legnini. Mancavano invece molti parenti delle vittime, come forma di protesta per i ritardi nella ricostruzione.

Erano le 3:36 del 24 agosto quando una scossa di 6,0 della scala Richter percorse la valle del Tronto. L’epicentro  fu registrato tra i comuni di Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Saranno i primi di una sequenza che arriverà fino al 18 gennaio 2017. I numeri del disastro furono enormi. Solo la sera del 24 agosto, in cui Amatrice sarà quasi distrutta, 41 mila saranno gli sfollati e 299 i morti.

Già nella giornata di ieri, alla vigilia dell’anniversario, durante l’Angelus papa Francesco aveva rinnovato «la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito maggiori danni», chiedendo «che si acceleri la ricostruzione affinché la gente possa tornare a vivere serenamente in questi bellissimi territori dell’Appennino».

Solo chi giorni prima, dello stesso tenore, il pensiero di mons. D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno che parlava di:  «tornare a sognare insieme la speranza».

Ritardi nella ricostruzione, infatti,  stanno creando un clima di sfiducia nella popolazione. Intanto, lo scorso 15 luglio, le prime 5 famiglie di Amatrice dalle Sae sono per rientrate in vere case. «Un segnale di speranza e incoraggiamento per tutti – lo ha definito il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili -, che dà la misura di come è possibile tornare a vivere in questo territorio».

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato un messaggio: «Il pensiero che si rinnova va, anzitutto, alle vittime e ai loro familiari. E ai tanti che hanno perduto casa o lavoro – e spesso entrambi – in quella notte drammatica. Nonostante tanti sforzi impegnativi – ha affermato il capo dello Stato – l’opera di ricostruzione dei paesi distrutti – da quel sisma e da quelli che vi hanno fatto seguito in breve tempo- è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica. Nello spirito di solidarietà, fondamento della nostra Costituzione, la Repubblica – in tutte le sue istituzioni, territoriali e di settore – deve considerare prioritaria la sorte dei concittadini più sfortunati colpiti da calamità naturali, recuperando, a tutti i livelli, determinazione ed efficienza».

Segnali giungono comunque già dai primi mesi del 2020 grazie all’operato di Lignini. «Si sta cercando di arrivare a dare quella dignità ai nostri territori. Sia nell’accelerazione della ricostruzione – ha detto in questi giorni il sindaco di Acquasanta Terme, Sante Stangoni –, sia per un rilancio economico dei territori perché è difficile continuare a vivere qui. Zone martoriate dal sisma, dove l’economia purtroppo latita».

La popolazione attende risposte, mentre la memoria di quanto accaduto  è ancora intrappolata tra le macerie. Al momento i numeri sono ancora molto al di sotto delle necessità: 85 opere pubbliche realizzate a fronte delle 1440 finanziate, solo il 6,5 delle case sono state ricostruite, appena 526 milioni utilizzati degli oltre 6 miliardi  stanziati per la ricostruzione privata ed Amatrice stessa appare ancora un cumulo di macerie.  Servirebbe un radicale cambiamento delle norme tra Decreti sisma, Semplificazione e Rilancio 2, con pratiche che dovranno avere una vita naturale tra i 70 e i 110 giorni.

Infine, un po’ di respiro per gli abitanti di queste zone giunge ancora dalla solidarietà di tanti che non li hanno dimenticati. Nella frazione di Sant’Angelo di Amatrice, la scorsa settimana, infatti, è stato inaugurato un’area di sosta per non residenti a titolo gratuito fino alla ricostruzione della propria abitazione andata distrutta dal terremoto. Il primo passo di una struttura che prevede abitazioni mobili, area camping, orto da coltivare e una strutturati ritrovo per ragazzi.

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