C’è una voce di pace

Col fiato sospeso per la situazione della Corea nel Nord che si confronta con gli Usa e i suoi alleati. Una situazione complessa che necessita una riflessione

 

Quella della Corea del Nord è sicuramente una situazione che fa stare il mondo intero col fiato sospeso. Le diplomazie mondiali sono a lavoro, giorno dopo giorno, per tessere e ritessere rapporti, e con essi una certa serenità ed un clima di dialogo tra le nazioni della regione (e fuori), che sembra essere contrastata da chi vuole la guerra a tutti i costi. I commenti sulla situazione sono differenti. Ascoltiamo questa volta quelli di coloro che non soffiano sul fuoco della guerra, come per esempio l’analista Adam Garrie, direttore di The Duran.

Dobbiamo dire subito che sia la Cina che la Russia, che recentemente hanno firmato un accordo commerciale importante, tra il resto, per la fornitura di gas da parte della Russia alla Cina, non vogliono un escalation di guerra nella penisola coreana e stanno facendo di tutto per calmare la situazione. Entrambe le superpotenze, due giorni fa, hanno chiesto agli Usa e ai suoi alleati di fermare le gigantesche esercitazioni di guerra che si tengono in Corea del Sud e nel mare dinanzi alla Corea del Nord, in quanto queste esercitazioni (si parla delle più grandi mai avvenuta fino ad oggi al mondo) corrispondono a una vera provocazione e inaspriscono il clima di conflitto, a pochi chilometri di distanza dal “nemico”.

E i missili lanciati dalla Corea del Nord? Il presidente Kim Jong-un ha annunciato il lancio di un missile intercontinentale (in codice militare Icbm) capace di arrivare a 933 km di distanza in 39 minuti, raggiungendo un altitudine di 2,802 km: un missile capace, pertanto, di raggiungere gli Stati Uniti d’America e di poter trasportare una testata nucleare. Gli Usa e i suoi alleati hanno ancora una volta reagito a questo test (da notare che il missile Nord coreano è caduto nel Mar del Giappone) col lancio a loro volta di un altro missile e dichiarando che risponderanno alla provocazione della Corea del Nord in modo inequivocabile, proteggendo loro stessi ed i loro alleati contro ogni possibile attacco. La Russia e la Cina, attraverso i loro satelliti, hanno smentito che il missile partito pochi giorni fa possa essere classificato come un Icbm, in quanto si tratterebbe solo di un missile a gettata intermedia (in codice militare Irbm), abbattibile dalle difese convenzionali e non pericoloso per gli Usa (e nemmeno per il Giappone, a dire il vero).

Sia Russia che Cina invece sono contro il dispiegamento del sistema di controllo  missilistico statunitense, il costosissimo “Terminal High Altitude Area Defense” (Thaad), che gli Usa hanno unilateralmente installato nel territorio del Sud Corea, senza il previo consenso del governo ospitante: un sistema capace di penetrare, «ascoltare e vedere» lo spazio aereo e  tutti gli spostamenti dei veivoli sia in Cina che in Russia, dando un vantaggio alle Forze armate Usa senza precedenti: un vantaggio unilaterale che va letto anche come un affronto alla sovranità di due superpotenze come Russia e Cina.

La situazione è sempre più complessa e complicata; gli interessi militari e strategici offuscano l’autenticità delle notizie che vengono riportate dai media. Ma la gente non vuole un conflitto armato nella penisola coreana, desidera in massima parte un dialogo costruttivo e paritario: un conflitto sarebbe disastroso. La completa distruzione di Pyongyang da parte delle truppe alleate, tra il 1950 e il 1952, non è servita a portare la pace nella penisola e le ferite ancora oggi si fanno sentire. L’armistizio firmato a Panmunjeom nel 1953 si spera che venga rispettato.

 

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