Caso Ruby, Berlusconi assolto in Cassazione

L'ex presidente del Consiglio era imputato per concussione e prostituzione minorile. Per i giudici non c'è prova che l'ex cavaliere sapesse che la ragazza fosse minorenne. Ma l'ex cavaliere è ancora imputato in be quattro processi due a Napoli, altri a Milano e Bari
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Giornata felice quella che, per Silvio Berlusconi, che si è conclusa con la notizia della conferma della sua assoluzione nel cosiddetto "processo Ruby" da parte della sesta sezione penale della Cassazione. La Corte, dopo una lunga camera di consiglio durata nove ore, ha ritenuto corrette e logiche le motivazione della sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Milano del 18 luglio scorso. Si ricorderà che Silvio Berlusconi  era imputato nel processo Ruby per concussione e prostituzione minorile. Per il primo dei reati l’assoluzione era giunta con la formula perché "il fatto non sussiste", mentre per il secondo perché il fatto "non costituisce reato".

La decisione della Corte di Appello di Milano aveva a sua volta riformato la sentenza di primo grado, con la quale il Tribunale di Milano aveva condannato Berlusconi a 7 anni per concussione (6 anni) e per prostituzione minorile.

 In sostanza la Corte di Appello, sebbene  avesse accertato che Ruby si fosse prostituita ad Arcore durante le serate in cui è andato in scena il "Bunga-Bunga"  e che tra lei e Berlusconi ci fossero stati "atti di natura sessuale retribuiti", era pervenuta all’assoluzione dell’ex-premier sul presupposto che non fosse provato che quest’ultimo conoscesse la vera età della ragazza, ai tempi non ancora maggiorenne, così come non fosse provato che l'allora Presidente del Consiglio, "preoccupato" del rischio di "rivelazioni compromettenti" sui festini a luci rosse, nella telefonata alla Questura di Milano per ottenere il rilascio della giovane marocchina, abbia minacciato o intimidito i funzionari di polizia che si occuparono del caso.

La Corte di Appello aveva riconosciuto che la "scoperta" della reale età della giovane da parte di Berlusconi, "acquisita al più tardi quella sera stessa (…) non poteva che preoccupare l'imputato", per il quale l'eventuale "collocamento della minore in una Comunità e la sua attrazione nella sfera di controllo delle Autorità minorili avrebbe comportato il rischio di rivelazioni compromettenti". La medesima Corte, però, aveva escluso che (…) "la costrizione mediante minaccia fosse l'unico strumento per riuscire ad ottenere l'affidamento" di Karima a Minetti. E "non vi è prova della ascrivibilità a Berlusconi di una intimidazione costrittiva nei confronti" di Ostuni.

Secondo la Corte, che comunque ritenne provato "l'effetto acceleratorio" della telefonata, fu "più plausibile e coerente con il quadro" probatorio che il funzionario di polizia "abbia inizialmente peccato di eccessivo ossequio e precipitazione" e, successivamente, scoperto che non esisteva la parentela tra Ruby e l'ex rais egiziano, abbia continuato ad insistere per l'affido forse per "timore reverenziale, debolezza, desiderio di non sfigurare, timore auto-indotto, convinzione di agire nel lecito".

Anche il "sistema prostitutivo", secondo la Corte, è un fatto accertato: tra "gli atti di carattere sessuale consumati pubblicamente" ad Arcore, e ai quali partecipava anche Ruby, ragazza dai "costumi disinibiti" e dalle "attitudini esibizionistiche", i magistrati elencano le "esibizioni licenziose", la cui analitica descrizione ritengo opportuno tralasciare in questa sede. Tuttavia, secondo la Corte, dalla "consapevolezza della minore età" di Ruby "in capo a Emilio Fede non poteva comunque trarsi la prova certa di analoga consapevolezza in Berlusconi".

Ma, concluso il processo Ruby uno, le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi non sono ancora finite. Al contrario, l’ex presidente del Consiglio ha ancora quattro fronti aperti: due a Napoli (compravendita di senatori e finanziamento illecito ai partiti), uno a Milano (Ruby ter) e il quarto a Bari (escort). Sono accuse pesanti quelle rivolte a Berlusconi nei quattro processi.

Nel primo Berlusconi è imputato per il reato di corruzione davanti al Tribunale di Napoli  con l’accusa di aver corrotto, nel 2006, con tre milioni di euro (di cui un milione dichiarato al fisco e due milioni in nero), il senatore Sergio De Gregorio, eletto con l’Italia dei Valori, per favorire il suo passaggio tra le fila del Popolo delle Libertà. Il reato di corruzione contestato a Berlusconi, tuttavia, dovrebbe prescriversi intorno al settembre del 2015. Al massimo si potrebbe giungere, quindi, ala sentenza di primo grado. Per tale pagamento Berlusconi è anche accusato di finanziamento illecito ai partiti.

Nel caso escort Berlusconi è accusato a Bari di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria. Secondo la procura barese l’ex premier è accusato di aver pagato l’imprenditore Gianpaolo Tarantini, attraverso Lavitola, perché nascondesse davanti ai magistrati baresi la verità sulle escort portate alle feste organizzate nelle abitazioni dell’ex premier.

Nel processo Ruby ter, infine, nato a seguito della trasmissione degli atti da parte del Tribunale di Milano- che nel luglio 2013 aveva condannato a sette anni di carcere Emilio Fede e Lele Mora e a cinque anni Nicole Minetti per il caso Ruby 2-, Berlusconi è indagato insieme ai suoi difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo e ad altre 20 persone (tra cui parecchie ospiti alle feste di Arcore) per corruzione in atti giudiziari. Secondo gli inquirenti Berlusconi avrebbe versato circa 5 milioni di euro a Ruby e 2.500 euro al mese e altri benefici alle ragazze, testimoni nei processi. E tanto avrebbe inevitabilmente, sempre secondo gli inquirenti, prodotto un rilevante inquinamento probatorio.

Per Berlusconi si profila una vecchiaia tutt’altro che noiosa.

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