Brignone-Goggia: l’oro rosa dello sci italiano

Un’altra doppietta nel Supergigante femminile di Sochi: Federica Brignone e Sofia Goggia regalano ancora una volta spettacolo sulla pista Rosa Khutor di Sochi, dopo quattro giorni di continue cancellazioni fra prove ufficiali e discesa…
AP Photo/Giovanni Auletta

Una fantastica doppietta con soli 20 centesimi di differenza, la quarta stagionale per l’Italdonne, comprensiva della tripletta in discesa a Bansko, con numeri da capogiro: le due azzurre hanno confermato di trovarsi a meraviglia sul tracciato molto tecnico pianificato dall’allenatore di Tina Weirather, disegnando traiettorie estranee alle avversarie ma soprattutto mostrando una grinta ed una determinazione che hanno fatto la differenza. Se una Brignone sontuosa nell’interpretare le linee si è ripresa di fatto con gli interessi quanto la caduta nel supergigante di Bansko le aveva tolto, centrando il primo posto, Goggia ha cancellato il microtrauma della scivolata nella discesa bulgara che le aveva lasciato qualche strascico fisico, finendo a un soffio dalla connazionale.

L’Italia può aggiornare così il bilancio stagionale ad un totale di 27 podi complessivi, 20 dei quali arrivati dalla squadra femminile. Il podio di giornata è completato dalla svizzera Joana Haelen, terza a 34 centesimi, che relega in quarta posizione la connazionale Corinne Suter. La top 15 di giornata registra anche la presenza di Elena Curtoni, tredicesima, e Francesca Marsaglia, quattordicesima, mentre Laura Pirovano è giunta ventiduesima. Fuori Nicol e Nadia Delago, ma anche Verena Gasslitter, in una gara provante, che ha visto al traguardo 31 concorrenti su 44 iscritte.

La vincitrice Brignone indosserà così momentaneamente il pettorale rosso di leader nella terza diversa specialità, con 216 punti davanti a Suter (200) e Shiffrin (186): dopo il supergigante, ci saranno anche gigante e combinata alpina. Per lei anche record di punti complessivi in una sola stagione (già toccata quota 955 contro gli 895 ottenuti nel 2017) e raggiungimento di quota 14 trionfi in carriera, ad appena due lunghezze da Deborah Compagnoni e ad una da Isolde Kostner. E pensare che lo scorso mese di dicembre era stata la Goggia, come avevamo raccontato, ad imporsi davanti alla valdostana per appena 1 centesimi: l’ordine si sarà pure invertito, ma l’oro rosa dello sci italiano continua a seminare bellezza sportiva. In classifica generale l’assente Mikaela Shiffrin mantiene ad ora il comando con 1225 punti, contro i 955 di Brignone che approfitta dell’ulteriore assenza di Petra Vlhova, ferma in terza posizione con 830, così come Marta Bassino che rimane al quarto posto con 620.

Raggiante a fine gara la Brignone, nel momento migliore della carriera, in una stagione che le ha regalato il quarto trionfo e l’ottavo podio: «Dopo l’esito del supergigante di settimana scorsa a Bansko in cui sono caduta quando era veramente ad un passo dalla vittoria, volevo veramente riprendermi ciò che avevo perduto. Sochi – ha spiegato – non si adatta troppo alle mie caratteristiche: è una pista molle, senza particolari pendenze, la velocità era relativamente bassa, ma ho provato ugualmente a spingere. Ho commesso un grossissimo errore a metà del percorso, guardando i tempi mi sono resa conto di avere lasciato per strada oltre mezzo secondo, tuttavia l’obiettivo era affrontare ogni curva al 100% ed è stato quello che ha fatto la differenza. Non mi fermo certamente qui».

«Pensavo sinceramente di non essere arrivata seconda – ha spiegato invece Sofia Goggia. – Sono stati giorni confusi fra prove fissate e mai disputate, così come la discesa. Per me è stato difficile dal punto di vista psicologico: non facevo velocità da una settimana e da un certo punto di vista correvo al buio perché non avevo mai sperimentato la protezione alla tibia dolorante, posizionata fra la calza e la scarpetta. Però l’obiettivo era quello di non provare dolore nel momento della pressione sullo sci e credo di averlo ottenuto, diciamo che oggi ho fatto un ‘come back’ alla Goggia: tiro fuori il meglio di me quando sono con le spalle al muro. Faccio i complimenti a Federica per la sua bella vittoria: oggi era un gigantone e in queste condizioni noi italiane andiamo fortissimo. Adesso andiamo a Garmisch, dove l’anno scorso arrivai due volte seconda al rientro dopo l’infortunio al malleolo. Credo proprio che ci divertiremo».

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