Bombardamento Usa nello Yemen

Dopo il primo raid aereo statutinitense, si pone una questione nuova: non dovremmo smettere,secondo Costituzione, di vendere armi anche al Paese guidato da Trump oltre che all'Arabia Saudita? Non si può alimentare uno disastroso scontro di civiltà che tende a diffondersi come testimonia l'attentato in Canada alla moschea di Quebec City
Bombe Ansa Yemen

Al di là della gravità estrema da tanti denunciata della “selezione” che viene fatta su base religiosa per l’accettazione negli Usa dei rifugiati da 7 Paesi a maggioranza musulmana, va segnalato il primo raid “anti-al Qaeda” degli Usa di Trump in Yemen.

Ora, sappiamo tutti che lo Stato della penisola arabica è sconvolto da una guerra estremamente cruenta contro i civili, in cui anche l’Arabia Saudita è implicata.

Qui in Italia si è sottolineato negli ultimi mesi che, secondo il dettame costituzionale italiano, non è più possibile vendere armi ai sauditi per via del loro impegno nella guerra yemenita.

Non dovremmo ora smettere di vendere armi agli Stati Uniti, per coerenza costituzionale? La domanda va posta.

Post scriptum: in prospettiva lo “scontro di civiltà” finora evitato (perché papi e leader religiosi cristiani e musulmani hanno rifiutato l’assimilazione tra mondo arabo e mondo islamico da una parte, e mondo occidentale e mondo cristiano dall’altra) rischia di diventare concreto come uno “scontro di inciviltà”, dopo che Trump ha cominciato a farsi paladino del cristianesimo contro i musulmani! I segnali sono già sotto gli occhi di tutti, come l’attacco alla moschea a Quebec City.

 

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