Banche popolari. Appello per la democrazia economica

Oltre centosesanta docenti universitari chiedono al governo Renzi di bloccare il decreto sulle banche popolari. La società  italiana e i poteri forti: «Con il decreto popolari è in discussione un caposaldo della democrazia economica: la possibilità di una comunità di darsi un’organizzazione economica solidale, mutualistica e di non vedere questo orientamento cancellato per legge dall’alto».
banca popolare

Appello in difesa delle banche popolari

Il decreto popolari desta forti perplessità nella forma e nella sostanza perché muove in direzione contraria a quanto suggerito da gran parte della letteratura bancaria negli ultimi anni. Tale letteratura non identifica alcuna correlazione tra rischiosità di una banca e voto capitario e tra capitalizzazione di una banca e voto capitario.

Come è noto, la maggiore o minore rischiosità di una banca dipende da fattori quali volatilità degli utili, diversificazione del portafoglio crediti, stabilità della raccolta fondi, facilità di reperire capitali in momenti di crisi, leva bancaria cruda. Su molti di questi indicatori le banche a voto capitario non vanno affatto peggio delle banche Spa.

Ad esempio, Hesse e Cihak (2007) al Fmi e International Labour Office (2013) rilevano la maggiore stabilità delle banche cooperative nel confronto internazionale, cosa che in Italia vale per le popolari (Bongini e Ferri, 2007); per l’Europa, Ferri e altri (2013 e 2014) mostrano, rispettivamente, che le banche cooperative né prima né con la crisi performano peggio delle Spa e che dal 2007 Fitch e Moody’s hanno ridotto i rating alle cooperative meno che alle Spa. De Jonghe e O.ztekin (2015) trovano infine che, nonostante il minore accesso ai capitali esterni, la capitalizzazione delle banche cooperative non e inferiore alle Spa. E mantenere la diversità nelle forme organizzative (cioè la coesistenza di banche for-profit e banche orientate ai soci) è cruciale per preservare servizi finanziari ben funzionanti e inclusivi (Bulbul e altri, 2013; Michie e Oughton 2013). Inoltre, dovrebbe preoccupare il fatto rilevato in una recente audizione alla Commissione Europea che alcune grandi banche sono tornate ad avere rapporti tra debito e capitale proprio (fino a 50) superiore ai livelli pre-crisi che erano attorno a 30 per le quattro grandi banche d’affari americane.

Numerosi studi dimostrano inoltre che le banche con voto capitario prestano una quota superiore degli attivi e hanno volatilità degli utili minore delle banche Spa (Ayadi e altri, 2009; Becchetti e altri, 2014). Inoltre, l’offerta di credito delle banche cooperative è meno pro-ciclica, alimenta cioè di meno i boom creditizi che fomentano le bolle finanziarie, e fanno mancare di meno il credito nelle fasi di crisi (Ferri e altri, 2014). Nelle popolari, a prescindere dalla dimensione della singola banca, ciò dipende dalla vocazione al "relationship banking", il modello più adatto a prestare a piccole imprese e famiglie (De Bruyn e Ferri, 2005; 2009). E lavori tra cui il rapporto Liikanen degli esperti Ue e quello dell’Ilo del 2013 indicano che la diversità bancaria e un fattore fondamentale di resilienza dei sistemi. Banche a voto capitario di grandi dimensioni esistono in quasi tutti i paesi del mondo (oltre la soglia degli 8 miliardi di attivo indicata dal governo). Gli esempi europei più rilevanti si trovano in Olanda, Finlandia, Austria, Germania e Francia.

Nessuno di questi Paesi sta pensando di abolire il voto capitario. Le banche popolari non hanno registrato performance peggiori della media di sistema negli stress test della Bce. La crisi finanziaria globale e stata soprattutto una crisi di grandi banche Spa che ha portato molti osservatori autorevoli (tra cui Martin Wolff sul Financial Times) a dubitare del fatto che una banca debba essere un’organizzazione dedita alla massimizzazione del valore per gli azionisti, visto che fare credito e attività a basso rendimento ed alto rischio mentre altre sirene come quelle del trading proprietario promettono risultati a breve migliori per gli azionisti, generando però maggiore rischiosità non sempre intercettabile dai radar degli indicatori contabili.

È per ridurre tentazioni come questa che Paesi come Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Belgio hanno varato misure di separazione tra banca commerciale e banca d’affari in direzione di una nuova "Volcker Rule" piuttosto che privarsi della ricchezza di banche vocate al credito per il territorio. Un esempio interessante da questo punto di vista e il Canada, dove la crisi finanziaria globale non e mai arrivata perché le banche avevano il divieto di trading proprietario e dove il sistema DesJardins di banche a voto capitario si e conquistato sul campo (non con un editto governativo) il 48% della quota di mercato. Noi invece abbiamo deciso di muovere in direzione opposta. Il fine di una banca non e la contendibilità, ma la sua capacita di prestare denaro a imprese e famiglie evitando di mettere a repentaglio i risparmi raccolti. E gli eventi più gravi nel nostro Paese dalla crisi finanziaria in poi (e da quando Tremonti salvo i nostri maggiori gruppi passando dal valore di mercato al valore di libro per i derivati in bilancio) riguardano tutti grandi banche Spa.

Per migliorare le banche cooperative e popolari senza snaturarle ci sono molte vie: aumento della quota minima di capitale per singolo socio, voto plurimo, creazione di garanzie di rete come in quasi tutti gli altri Paesi (Austria e Germania in primis), misure sulle modalità di voto, costruzione di liste e limiti di mandato.

Con il decreto popolari è in discussione un caposaldo della democrazia economica: la possibilità di una comunità di darsi un’organizzazione economica solidale, mutualistica e di non vedere questo orientamento cancellato per legge dall’alto. Nessuno ritiene un modello di banca superiore ad un altro, e siamo convinti che la banca Spa renda un servizio prezioso al Paese. Il principio della biodiversità stabilisce però che il sistema finanziario, come ogni ecosistema, ha bisogno di modelli diversi che assolvono diverse funzioni, lasciando decidere al mercato quale sistema debba essere più o meno diffuso.

 

Breve bibliografia

J.L. Arcand, E. Berkes, U. Panizza. Too Much Finance? IMF Working Paper No. 12/161. SSRN: http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2127541, June 2012.

 

R. Ayadi, E. Arbak, S. Carbó Valverde, F. Rodriguez Fernandez, and R.H. Schmidt. Investigating Diversity in the Banking Sector in Europe: The Performance and Role of Savings Banks. Brussels: Centre for European Policy Studies, 2009.

 

L. Becchetti, R. Ciciretti, A. Paolantonio. Is There a Cooperative Bank Difference? AICCON CEIS working paper n.313, 2014.

 

P. Bongini, G. Ferri. Governance, Diversification and Performance: The Case of Italy’s Banche Popolari. Paper given at the meeting on Corporate Governance in Financial Institutions, organized by SUERF and the Central Bank of Cyprus, Nicosia, 2007.

 

D. Bülbül, R.H. Schmidt, U. Schüwer. Savings Banks and Cooperative Banks in Europe. SAFE Policy Center, Goethe University, White Paper Series 5, 2013.

 

R. De Bruyn, G. Ferri. Le Banche Popolari nel localismo dell'economia italiana. Edicred, 2005.

 

Banche Popolari: importanti per l’economia italiana e modello in Europa. Edicred, 2009.

 

O. De Jonghe, Ö. Öztekin. Bank capital management: International evidence, Journal of Financial Intermediation, 2015.

 

G. Ferri, P. Kalmi, E. Kerola. Organizational Structure and Exposure to Crisis Among European Banks: Evidence from Rating Changes. Journal of Entrepreneurial and Organizational Diversity, Special Issue on Cooperative Banks, 3(1): 35-55, 2014a.

 

G. Ferri, P. Kalmi, E. Kerola. Does bank ownership affect lending behavior? Evidence from the Euro area. Journal of Banking & Finance, 48: 194–209, 2014b.

 

G. Ferri, P. Kalmi, E. Kerola. Governance and performance: Reassessing the pre-crisis situation of European Banks. In S. Goglio, Y. Alexopoulos (eds.) Financial cooperatives and local development. Abingdon, UK: Routledge: 37-54, 2013.

 

H. Hesse, M. Cihák. Cooperative Banks and Financial Stability. IMF Working Paper No. 07/2. SSRN: http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=956767, January 2007.

 

International Labour Office. Resilience in a downturn: The power of financial cooperatives. 2013.

 

J. Michie, C. Oughton. Measuring Diversity in Finan- cial Services Markets: A Diversity Index. SOAS, University of London, Centre for Financial and Management Studies Discussion Paper No. 113, 2013.

 

M. Pagano. "Lessons from the European Financial Crisis," CSEF Working Papers 370, 2014.

 

Rapporto Liikanen: clicca qui per leggere

L’Inkiesta (clicca): Una riforma sbagliata

 

Seguono le firme di 163 economisti e accademici:

 

Leonardo Becchetti, Università Tor Vergata

Giovanni Ferri, LUMSA

Elettra Agliardi, Università di Bologna

Pietro Alessandrini, Università Politecnica delle Marche

Sergio Alessandrini, Università di Modena e Reggio Emilia

Adalgiso Amendola, Università di Salerno

Barbara Annichiarico, Università di Roma Tor Vergata

Alessandro Arrighetti, Università di Parma

Massimo Arnone, CNR

Pierfrancesco Asso, Università di Palermo

Alberto Baccini, Università di Siena

Francesca Barigozzi, Università di Bologna

Simona Beretta, Università Cattolica di Milano

Salvatore Biasco, Università Roma Tre

Bernardo Bortolotti, Università Bocconi

Carlo Borzaga, Università di Trento

Alberto Brugnoli, Università di Betgamo

Luigino Bruni, LUMSA

Rosa Capolupo, Università di Bari

Riccardo Cappellin, Università di Roma Tor Vergata

Michele Capriati, Università di Bari

Enrica Carbone, Università Napoli

Giuseppe Celi, Università di Foggia

Roberto Cellini, Università di Catania

Floriana Cerniglia, Università Milano Bicocca

Sergio Cesaratto, Università di Siena

Rocco Ciciretti, Università di Roma Tor Vergata

Paolo Coccorese, Università di Salerno

Giulio Codognato, Università di Udine

Caterina Colombo, Università di Ferrara

Nicola Coniglio, Università di Bari

Marcella Corsi, Uniroma 1

Stefania Cosci, LUMSA

Marco Cucculelli, Università di Parma

Vittorio Daniele, Università di Catanzaro

Giuseppe De Arcangelis, Università di Roma 1

Giacomo degli Antoni, Università di Parma

Pompeo della Posta, Università di Pisa

Pasquale de Muro, Università Roma tre

Sergio De Stefanis, Università di Salerno

Nicola Dimitri, Università di Siena

Giovanni Dosi, SSSN Pisa

Liliana Dozza, Università di Bolzano

Carla Esposito, Università di Roma Tor Vergata

Sebastiano Fadda, Università di Roma 3

Alessandro Fedele, Università di Bolzano

Anna Ferragina, Università di Salerno

Stefano Figuera, Università di Catania

Roberto Fini, Università di Verona

Luca Fiorito, Università di Palermo

Alessandro Flamini, Università di Pavia

Maurizio Franzini, Uniroma 1

Mauro Gallegati, , Università Politecnica delle Marche

Carlo Galli, Università di Bologna

Luisa Giallonardo, Università dell’Aquila

Giuseppina Gianfreda, Università di Viterbo

Adriano Giannola, Università di Napoli

Enrico Giovannetti, Università di Modena

Giulio Guarini, Università della Tuscia

Marinetta Intonti, Università di Bari

Punziana Lacitignola, Università di Bari

Andrea Leonardi, Università di Trento

Riccardo Leoni, Università di Bergamo

Antonio Lopes, Università di Napoli

Juan Lopez, Federcasse

Arturo Lorenzoni, Università di Padova

Giuseppe Lubrano Lavadera Università di Salerno

Tommaso Luzzati, Università di Pisa

Mario Maggioni, Università Cattolica di Milano

Antonio Magliulo, UNINT

Barbara Martini, Università di Tor Vergata

Elisabetta Marzano, Università di Napoli Partenope

Fabrizio Mattesini, Università di Roma Tor Vergata

Valentina Meliciani, Università di Teramo

Maria Pia Mendola Università Milano Bicocca

Carlo Migliardo, Università di Messina

Loredana Mirra, Uniroma 2

Salvatore Monni, Università di Roma 3

Cristina Montesi, Università di Perugia

Pierangelo Mori, Università di Firenze

Beniamino Moro, Università di Cagliari

Piergiuseppe Morone, Uniroma 1

Andrea Morrison, Utrecht University & Crios-Bocconi University

Michele Mosca, Università di Napoli

Pierluigi Murro, LUMSA

Vera Negri Zamagni, Università di Bologna

Alberto Niccoli, Università Politecnica delle Marche

Raimondello Orsini, Università di Forlì

Francesco Osculati, Università di Pavia

Ugo Pagano, Università di Siena

Ruggero Paladini, Università di Roma Sapienza

Luca Papi, Università Politecnica delle Marche

Paola Parravicini, Università di Milano

Gianfranco Pasquino, Università di Bologna

Francesco Pastore, Seconda Università di Napoli

Pasquale Pazienza, Università di Foggia

Alessandra Pelloni, Università Roma Tor Vergata

Vito Peragine, Università di Bari

Marco Percoco, Università Bocconi

Anna Pettini, Università di Firenze

Paolo Piacentini, Università di Roma 1

Gustavo Piga, Università Tor Vergata

Paolo Pini, Università di Ferrara

Vito Pipitone, CNR

Paolo Polinori, Università di Perugia

Claudio Polselli, Banca d’Italia

Dario Pontiggia, Neapolis University of Pafos, Cyprus

Ferruccio Ponzano, UNipmn

Giuseppe Porro, Università dell’Insubria

Pierluigi Porta, Università Milano Bicocca

Franco Praussello, Università di Parma e di Genova

Francesco Prota, Università di Bari

Paolo Ramazzoni, Università di Macerata

Piercarlo Ravazzi, Politecnico di Torino

Tommaso Reggiani, Università di Colonia (Germania)

Maria Olivella Rizza, Università di Catania

Matteo Rizzolli, LUMSA

Benedetto Ronchi, Università di Firenze

Furio Rosati, Università di Roma Tor Vergata

Enzo Rossi, Università Tor Vergata

Alberto Russo, Università Politecnica delle Marche

Felice Russo, Università del Salento

Valentina Sabato, LUMSA

Lorenzo Sacconi, Università di Trento

Pasquale Scaramozzino, Università Tor Vergata

Fabio Sforzi, Università di Parma

Marcello Signorelli, Università di Perugia

Federica Sist, LUMSA

Stefano Solari, Università di Padova

Federico Spandonaro, Università di Roma Tor Vergata

Alessandro Sterlacchini, Università Politecnica delle Marche

Elisabetta Strazzera, Università di Cagliari

Roberto Tamborini, Università di Trento

Piero Tani, Università di Firenze

Renata Targetti Lenti, Università di Pavia

Giovanni Tondini, Università di Verona

Ermanno Tortia, Università di Trento

Pasquale Tridico, Università di Roma Tre

Nadia Urbinati, Columbia University (Political Sciences)

Andrea Vaona, Università di Verona

Vincenzo Vecchione, Università di Foggia

Achille Vernizzi, Università di Milano

Federica Viganò, Università di Bolzano

Alberto Zazzaro, Università Politecnica delle Marche

Stefano Zamagni, Università di Bologna

Fabrizio Mattesini Università Tor Vergata

Elena Cefis, Università di Bergamo

Maurizio Pugno, Università di Cassino

Massimo Florio, Università di Milano

Vittorio Pelligra, Università di Cagliari

Marco di Domizio, Università di Teramo

Raffaella Santolini,Università Politecnica Marche

Lino Sau, Università di Torino

Luigi Ventura, Università di Roma la Sapienza

Bruno Dallago Università di Trento

Domenico da Empoli, Università di Roma Tor Vergata

Nicola Matteucci, Università di Ancona

Sebastiano Nerozzi, Università di Palermo

Paola Bertolini, Università di Modena

Nicola Acocella, Università di Roma Tor Vergata

Luigi De Paoli, Università Bocconi

Luca Spataro, Università di Pisa

Andrea Resti, Università Bocconi

 

L'appello è stato pubblicato sul quotidiano Avvenire che ha dato spazio alla critica radicale del decreto fin dalla sua ideazione portata  avanti dall'economista Leonardo Becchetti

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