Bagarre per l’acqua

Tafferugli vergognosi per la discussione di una delibera che vuole cedere ai privati il 21 per cento di Acea per la gestione dell’acqua della Capitale
Rissa in Campidoglio

Roma ha affrontato tanti pericoli nel corso dei suoi 2765 anni di storia e come non rimembrare quello grave accaduto nel momento in cui il popolo dei Galli comandati da Brenno marciò inesorabilmente contro Roma? I difensori romani cominciarono ben presto a patire la fame – i corsi e ricorsi della storia – a causa dell’assedio. Osservando le oche sacre che vivevano nei paraggi del tempio di Giunone, nei pressi del Campidoglio, pensarono che con esse avrebbero dato fine ai loro digiuni. Purtroppo le oche erano sacre alla dea e ucciderle sarebbe stato un sacrilegio. E ben sappiamo il valoroso starnazzare quanto servì per ricacciare il nemico!
 
Qualche anno dopo, senza digiuni ma con qualche problemino causato dalla crisi, il popolo romano non immaginò un novello starnazzare ma novelle oche. Sappiamo di rasentare il codice penale, ma chi è causa del suo mal….
 
E quindi con il rigoroso rispetto istituzionale che si deve ai consiglieri eletti, ci si permetta un leggero paragone che ricorda, per luogo e metodo, i tempi di Marco Manlio, che svegliò Roma grazie alle oche capitoline. Uscendo fuor di metafora, in tempi in cui la politica, o meglio la rappresentatività, non gode di ottima salute, è stato davvero totalmente gratuito – e non c’è termine più esaustivo – lo spettacolo che i consiglieri comunali di Roma capitale hanno offerto nei giorni scorsi.
 
Antefatto Nonostante il referendum “bulgaro” sui beni comuni abbia ribadito il valore dell’acqua pubblica, era stata convocata la riunione dell'assemblea capitolina per discutere della delibera che prevede la nascita di una nuova Holding e la conseguente cessione del 21 per cento delle quote dell’Acea – la municipalizzata romana di acqua ed elettricità – da parte del Campidoglio ai privati.
 
La scintilla che ha fatto trasformare l’austera aula Giulio Cesare, densa di storia e di memoria, in una sorta di Madison square garden dei memorabili incontri dei pesi massimi di boxe, è stata la decisione del presidente dell’assemblea di valutare la richiesta di sospensiva degli ordini del giorno, inoltrata la scorsa seduta dal capogruppo di maggioranza. Sospensiva che di fatto avrebbe fatto decadere tutti gli ordini del giorno presentati dalle opposizioni, dando, così, vantaggio ai sostenitori della delibera presentata.
 
Hanno agito da comburente, in questa situazione già "accesa", i numerosissimi esponenti dei comitati per l’acqua pubblica e i lavoratori dell’Acea aderenti al sindacato di base, che hanno animato l’aula con cori e slogan contro la privatizzazione, con un comportamento certamente e abbondantemente fuori protocollo. Il parere favorevole sulla sospensiva da parte del segretario generale del comune ha scatenato, quindi, una vera e propria bagarre, coinvolgendo pubblico, consiglieri di maggioranza e di opposizione. La protesta è immediatamente degenerata in una rissa tra alcuni consiglieri, con tanto di sonori cazzotti, che sono arrivati fin sul banco della presidenza. Il capogruppo del Pd ne è uscito lievemente ferito a una mano.
 
Il deplorevole e, diremo senza remore, vergognoso scontro avvenuto è ben al di là del livello politico che, pur duro, avrebbe dovuto governare la discussione di una controversa delibera.
 
Tornando alla nostra macchina del tempo e alle nostre oche capitoline, anche questa volta si è levato – virtuale – il famoso grido di Brenno: «Guai ai vinti» che, come allora, sono i cittadini romani.
 

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