Azzardo. Quando vince il bene comune sul profitto

Il Consiglio di Stato riconosce la validità della normativa del Comune di Lecco impugnata dalle società del settore azzardo. Una vittoria che dovrebbe far aprire gli occhi al legislatore nazionale

Esattamente due anni fa il Consiglio comunale di Lecco decideva di limitare gli orari di apertura delle sale riservate all’azzardo.

Una scelta coraggiosa perché proprio in quei mesi i TAR stavano annullando una dopo l’altra le delibere di analogo contenuto promulgate da altri enti locali.

A Lecco tuttavia il Sindaco faceva una scelta molto attenta, curando le motivazioni della decisione. Infatti la limitazione degli orari di apertura delle sale gioco veniva adottata al fine di limitare i danni alla salute dei cittadini. Per rafforzare tale decisione il Sindaco allegava all’ordinanza una relazione della ASL che evidenziava l’elevato numero di giocatori d’azzardo residenti nel territorio già affetti da dipendenza patologica.

Naturalmente l’ordinanza del Sindaco veniva immediatamente impugnata dal titolare di un bar che aveva installato gli apparecchi per l’azzardo.

Ma sia il Tar Lombardia che il Consiglio di Stato (quest’ultimo con una recentissima sentenza) hanno dato ragione al Sindaco.

 

I giudici amministrativi infatti hanno ribadito che il Sindaco può assumere decisioni restrittive dell’attività di impresa se agisce a tutela della quiete pubblica e, in questo caso, per il benessere psico fisico dei cittadini ed in particolare di quelli più vulnerabili.

La sentenza del Consiglio di Stato rappresenta una grande vittoria per il Sindaco di Lecco al quale vanno i nostri complimenti: la sua ordinanza è davvero un esempio di sana amministrazione.

E’ auspicabile che altri amministratori la facciano propria copiandone integralmente il contenuto certi che ogni eventuale impugnazione sarebbe vana.

 

Tuttavia occorre che anche gli amministratori nazionali ne prendano atto: è ben noto che il Governo sino a poche settimane fa era ben intenzionato ad annullare ogni provvedimento degli enti locali diretto a limitare l’azzardo nonché a privare totalmente i pubblici amministratori di ogni potere in questa materia. Una soluzione facile per lasciare la strada spianata ai signori delle lobbies dell’azzardo.

Al momento le cose sembrano cambiate e vedremo se la legge di stabilità conterrà ancora scriteriate enunciazioni di quel calibro. In questo caso non mancherà la voce di cittadini e di amministratori che proseguiranno la loro battaglia sul piano politico per garantire la sopravvivenza della democrazia.

 

L’intervento della magistratura – nel caso di Lecco – risulta prezioso a chiarire le idee. La salute dei cittadini viene prima degli interessi economici degli imprenditori e della libera attività di impresa.

L’auspicio è che la sentenza del Consiglio di Stato serva di monito al Governo nazionale, perché non perda di vista il primario benessere della cittadinanza e spezzi definitivamente ogni trama tra governanti e signori dell’azzardo.

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