Azzardo. Il cammino tortuoso di una legge da completare

Troppe difficoltà sull’iter di approvazione del testo unico proposto dalla commissione affari sociali della Camera. Cosa resta da fare. Intervista sui dubbi e le proposte del deputato Massimo Baroni del M5S
Parlamento

Come previsto, l’iter del testo unico recante “disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico” si presenta accidentato ancor prima dell’arrivo alla discussione nell’aula della Camera, con gli avvisi allarmati dei Monopoli di Stato che paventano perdite miliardarie nelle casse dello Stato provocate con l’introduzione della legge. Sulla questione abbiamo rivolto alcune domande al deputato Massimo  Baroni, M5S, componente della commissione Affari Sociali presieduta da Paola Binetti, deputato Udc.

Sembra che il testo unico in arrivo, prima o poi, all'assemblea della Camera parta dalla questione del gioco d’azzardo patologico per cercare di mettere qualche ostacolo in un meccanismo che sembra ben oliato. Quali sono i punti significati del testo a suo giudizio?

« Sicuramente un risultato molto positivo è il divieto di pubblicità sia diretta, sia indiretta che è stato introdotto nel testo unificato. Purtroppo il testo unificato attualmente in discussione non ha accolto in pieno la mia proposta di legge sulla materia, che riguardava anche modifiche al codice penale sia per quanto riguarda gli interventi sanzionatori in materia di gioco illegale, sia riguardo una più stringente normativa sulla concessione delle licenze al fine di evitare infiltrazioni malavitose di vario genere. Col pretesto che la commissione Affari Sociali si debba occupare solamente della patologia e che gli altri interventi da me richiesti, coinvolgendo anche la commissione Giustizia, avrebbero inevitabilmente allungato i tempi di approvazione, il testo è sicuramente parziale rispetto alla complessità del problema. Sicuramente la maggior parte dei membri della Commissione sono apparsi sensibili alla questione e, pur tra mille distinguo, siamo arrivati ad un testo condiviso. Per fare un esempio, con grande fatica siamo riusciti a far approvare la moratoria su nuove vlt e slot per cinque anni».

Da dove arrivano i problemi?

«Il vero ostacolo, non di piccolo rilievo, in verità, è frapposto dalla Commissione Bilancio la quale è chiamata ad approvare il finanziamento delle cure per il GAP, stabilito in non meno di 200 milioni di euro annui. Le nostre proposte di tassare l’intera filiera del gioco, ma soprattutto di aumentare la tassazione del gioco on-line (che appare oggi in grande ascesa) purtroppo non sono state accolte e di conseguenza la copertura del finanziamento di cui sopra sembra insufficiente. Come non è stato accolto neppure l’altro nostro emendamento tendente all’ istituzione di un numero verde ministeriale per i pazienti. Evidentemente il ministero stesso preferisce che la gestione del numero verde sia affidata ai concessionari proprio per permettere loro di farsi pubblicità in una sorta di tecnica di “marketing” della propria immagine».

Come agiscono i gruppi di pressione dei grandi interessi in gioco?

«Le lobby  hanno lavorato e ancor più lavoreranno quando il testo arriverà in aula, ovviamente in maniera “coperta”, ma a volte si è sentita pesantemente la loro “presenza” sotto forma di emendamenti o completamente distruttivi del progetto in sé o altre volte tendenti all’indebolimento della struttura del testo (e questi erano la maggior parte)».

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