Azzardo, governo e società, come resistere alle lobby

Tutto come prima della pandemia per l’azzardo di massa, ma esiste una resistenza, diffusa e tenace, a partire dal legame sociale. Dialogo con Spirito Oderda di Slot Mob Piemonte
Azzardo Piemonte

Azzardo e governo Draghi.  Le dichiarazioni del sottosegretario all’Economia con delega ai “giochi”, il leghista Claudio Durigon, sono solo il segnale più evidente del ritorno alla normalità dell’offerta dell’azzardo di massa che contraddistingue l’Italia: «Sono pronto a portare avanti qualsiasi idea per il bene di questo settore. Va fatta una comunicazione diversa sul comparto, che vive da mesi di chiusura ed è devastato dalla pandemia e da una comunicazione sempre più negativa, nonostante l’intervento sociale che offre».

Si usa, poi, di solito la retorica dell’azzardo illegale per promuovere quello “legale” e cioè affidato alla gestione di  grandi società concessionarie che hanno l’obiettivo di raggiungere aliti livelli di fatturato per poi dividere le entrate con le casse pubbliche, tralasciando ogni attenzione verso le conseguenze  che una tale attività produce a livello sociale, sanitario e nella vita delle persone. E quindi ulteriori costi per lo Stato.

Si comprende, quindi, il motivo che ha spinto i senatori di Italia viva a proporre l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare non per indagare, come auspicato, sulle complicità di politici e istituzioni sulla diffusione di un meccanismo che genera malessere sociale assieme a così grandi profitti per le società del settore da stimolarle negli investimenti in campo immobiliare e finanziario. La commissione di inchiesta, salvo modifiche e se passerà l’esame dell’aula di Palazzo Madama , si occuperebbe dell’azzardo gestito dalla malavita organizzata senza mettere in discussione il sistema delle concessioni. E questo nonostante le relazioni della direzione antimafia a proposito dell’infiltrazione dei colletti bianchi dei clan nel circuito legale. L’intenzione, condivisa da buona parte della maggioranza allargata che sostiene il governissimo Draghi, sembra mirare all’obiettivo, finora sventato, di arrivare ad una legge nazionale in grado di smantellare le normative più restrittive adottate a livello locale.

Per questo motivo assume una grande rilevanza l’opposizione diffusa che si è avuta in Piemonte, documentata e sostenuta da Città Nuova, per difendere un’intelligente legge regionale che è riuscita a far diminuire l’offerta dell’azzardo in un territorio dove ha sede, tra l’altro, il gruppo De Agostini, colosso mondiale dell’azzardo tramite la società Lottomatica.

A piazza Castello di Torino si sono dati appuntamento tante associazioni, sindacati e amministratori locali con tanto di fasce tricolori, ma lo stesso luogo, davanti l’ex palazzo reale dei Savoia, ha visto anche l’esasperazione  dei dipendenti dei vari centri dell’azzardo legalizzato rimasti a casa e desiderosi di riprendere l’attività. Una classica contraddizione del ricatto occupazionale utilizzato per legittimare attività dannose e inquinanti.

Anche in questo caso, come avviene con le armi ha detto Gaetano Quadrelli della Pastorale sociale e del lavoro del Piemonte, l’incapacità di promuovere percorsi di riconversione economica tramite una decisa azione politica conduce a non uscire dalle contraddizioni per poi cedere al potere dei gruppi di interesse (lobby) prevalenti.

La novità del movimento Slot Mob, inteso a promuovere la democrazia economica, è quella di convogliare sulla questione di azzardopoli persone e realtà impegnate su diversi ambiti della vita sociale seguendo il criterio della centralità della persona. Così il primo Slot Mob nazionale (un festoso  consumo di massa  che premia esercizi commerciali liberi o liberati  dall’azzardo) si è svolto a Biella  in Piemonte, grazie all’impegno soprattutto di Daniele Albanese, ora tra i responsabili nazionali dei progetti Caritas a favore dei corridoi umanitari per i migranti.

Alla radice, infatti, dell’impegno sul contrasto all’azzardo imposto in Italia da una congiunzione storica di carattere economico politico, non possono esserci motivazioni moralistiche o settoriali ma una visione complessiva della vita che pone il legame sociale come vincolo più forte e attraente della seduzione del denaro.

Esemplare per capire tale dinamica che muove una decisa resistenza civile fedele alla Costituzione repubblicana è la scelta di impegno per gli altri che emerge da questa intervista colloquio con Spirito Oderda, intervenuto nelle manifestazioni piemontesi esprimendo le ragioni di Slot Mob per una cambiamento radicale del sistema delle concessioni pubbliche. Solo una vita impegnata a favore di una società umana più giusta, umana e accogliente, può ritenere possibile di offrire un’alternativa migliore al mondo disegnato dalle lobby.

 

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