Avatar 2: ambientalismo e innovazione

Analizziamo qui il nuovo capolavoro del regista James Cameron, tra tutte le peculiarità che più lo caratterizzano. Cosa bisogna aspettarsi entrando nella sala del cinema?
Wikimedia Commons, Arne Hückelheim
Wikimedia Commons, Arne Hückelheim

Uno dei più attesi film del 2022 è arrivato finalmente nelle sale italiane, con un modesto successo al botteghino. I guadagni sono in crescita, sebbene lontani ancora da quelli del primo “Avatar”.

La pellicola è proiettata nelle sale in 3D, scelta intelligente per sfruttare le potenzialità del film e dei suoi effetti speciali. In molte sale viene utilizzato il dolby atmos, tecnologia audio surround in grado di creare una cupola sonora intorno allo spettatore. La sensazione è quella di essere immersi nel film.

Ancora a valorizzare “Avatar 2” è la straordinaria grafica. Gli effetti speciali, probabilmente migliori di quelli del film precedente, stupiscono e incantano. Sommati alla tecnologia 3D, rendono l’esperienza quasi possibile da toccare con mano. Tra le frecce dei na’vi che puntano dritte verso gli spettatori nelle scene d’azione e i pesci che sembra escano dallo schermo, difficile non rimanere impressionati. Ancora, si ha la sensazione di nuotare in mare con i protagonisti e di immergersi con loro.

Mare, esatto, l’ambientazione non è più la vecchia e cara foresta dei na’vi, ma, per fuggire dai nuovi (o meglio vecchi) invasori, Jake Sully, Neytiri e la loro famiglia dovranno chiedere ospitalità al clan della barriera corallina Metkayina. Nell’oceano del pianeta Pandora avrà luogo tutta la vicenda, tra colpi di scena, vittorie e sconfitte. Tanti i riferimenti alla cultura Māori, indigeni polinesiani della Nuova Zelanda continentale.

Traspare un messaggio forte verso il rispetto della natura. È più potente rispetto al primo film “Avatar”. Ci sono intere scene dedicate solo a mostrare la bellezza delle piante e degli animali, l’amore con cui la popolazione di Pandora li venera, il valore dell’ecosistema. Allo stesso tempo, viene mostrato come sia facile da parte degli uomini fare danni irreversibili alla natura. Ritorna un po’ il concetto secondo cui un albero impiega anni e anni a crescere, basta però solo qualche minuto per distruggerlo. È molto chiara la critica aspra alla caccia alle balene, anche se, come si può immaginare su Pandora, non sono vere balene. Un monito verso la crudeltà nei confronti degli animali.

Non solo ambientalismo, ma sono tanti i temi e i messaggi lanciati nel film, come l’importanza della famiglia, che sia dello stesso sangue o meno, l’educazione dei figli, il bullismo, l’amore, il preservare le tradizioni, il rispetto, la prudenza, l’affrontare il dolore, la riconquista della fiducia, la fede, il diventare grandi. Troppi? Per un film di tre ore e dodici minuti direi che ci può stare. Ora, dopo il finale che lascia tutti sulle spine, si aspetta “Avatar 3”, previsto per dicembre 2024.

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