In ascolto del Nilo

Il fiume da cui dipendono vita e prosperità di interi popoli e nazioni è al centro di un affascinante testo di Bernard Pierre. Tra le città toccate dalla sua corrente Khartum, dove i suoi bracci principali confluiscono
Tramonto sul Nilo a Khartum (foto Wikipedia)

Khartum, già capitale di un Paese in pieno mutamento, oggi diviso in Sudan del Nord e del Sud, è di nascita recente. Unione di tre grandi agglomerati alla confluenza del Nilo Bianco e del Nilo Azzurro, venne fondata nel 1823 dall’allora khedivé d’Egitto, Mehmet Ali, dopo la sanguinosa conquista di tutto il territorio circostante. A lui si devono le prime strutture amministrative moderne, poi riprese e sviluppate dall’amministrazione britannica. Il Sudan come entità nazionale nacque però con la “guerra santa”, scatenata nel 1883 contro gli occupanti anglosassoni da Muhammad Ahmad ibn ‘Abd Allah, proclamatosi Mahdi: l’inviato di Allah, che secondo i seguaci di Maometto deve comparire verso la fine dei tempi per ripristinare la purezza dell’Islam.

Questa guerra d’inaudita violenza, alimentata dal sentimento religioso e anticolonialista popolare, portò l’anno successivo all’annientamento del corpo di spedizione turco-egiziano di Hicks pascià e all’immediato intervento della Gran Bretagna che inviò nel Sudan un ufficiale carismatico, ma poco incline al dialogo: Charles Gordon. Miracoli d’eroismo non evitarono tuttavia la conquista di Khartum da parte dell’esercito mahdista, dopo un assedio che aveva visto la popolazione stremata dalla fame e da una epidemia di tifo. Lo stesso governatore Gordon morì trafitto da una lancia sulle scale della propria casa. Tardivo l’arrivo delle truppe inglesi inviate in suo aiuto.

Caduta Khartum, dopo soli quattro mesi moriva a Omdurman anche Muhammad Ahmad di febbre tifoidea (22 giugno 1885): aveva fatto appena in tempo a costituire uno Stato islamico. 13 anni dopo però i suoi successori venivano sconfitti dalla riscossa britannica, riuscendo tuttavia a mantenere un importante ruolo nelle successive vicende politiche del Paese.

Romanzi e film hollywoodiani hanno ravvivato fino ai nostri giorni l’interesse verso i due implacabili avversari: il Mahdi e Gordon. Si può dire comunque che il mahdismo non sia mai tramontato, e il sedicente Stato islamico attuale ne sarebbe una prova.

Oggi Khartum è una vivace e congestionata metropoli di oltre 5 milioni abitanti, comprendendo la sua area metropolitana anche Khartum Nord e Omdurman. E proprio a Omdurman, circondato da un giardino di palmizi con accanto una moschea, si erge il mausoleo del Mahdi, la cui gigantesca cupola argentea è sormontata dalla mezzaluna trafitta dalla lancia, suo emblema. Teoricamente interdetta agli stranieri, la tomba del mitico inviato di Allah è invece meta di pellegrinaggio di milioni di devoti da tutto il mondo islamico. Altra tappa significativa è il vicino palazzo-museo del califfato, che del conflitto tra mahdisti e anglo-egiziani custodisce vari ricordi, tra cui la lettera spedita dal Mahdi a Gordon per indurlo alla resa.

Ma certamente l’attrattiva principale della città è quel Nilo percorso da miriadi di imbarcazioni d’ogni genere, fra cui perfino grandi battelli a ruota che ricordano altre epoche. Il Nilo, il grande fiume considerato sacro dai molti popoli cui esso dispensa linfa vitale, è anche il protagonista di un appassionante testo nel quale s’intrecciano geografia, storia, etnografia e folklore: Storia del Nilo. Il padre dei fiumi dalle foreste africane alle piramidi (Odoya Ed.). L’autore Bernard Pierre, economista, scrittore ed esperto viaggiatore, conduce il lettore lungo i seimila chilometri del suo corso apportatore di fertilità, dai massicci piovosi del Centro e dell’Est africano fino in Egitto.

Pierre dà sentimenti umani al suo “eroe”, attribuendogli vivacità giovanile quando, dopo le due sorgenti nei laghi Victoria (Uganda) e Tana (Etiopia) la corrente ribolle, ora costretta in gole rocciose o negli sbarramenti creati dall’uomo, ora precipitandosi nelle cataratte con meravigliosi effetti di acqua nebulizzata; serena maturità quando si allarga maestosa in ampiezze degne di un mare, o quando sembra quasi immota per scarsità di acque, salvo poi a ritrovare l’impeto di un tempo con l’apporto di nuovi affluenti; stupore quando nelle vicinanze di grandi città come appunto Khartum s’imbatte nelle testimonianze della civiltà moderna .

E mentre il Nilo attraversa territori di volta in volta lussureggianti di vegetazione, veri paradisi di animali selvatici, distese coltivate e fecondate dal suo limo, ma anche zone desertiche, sfiorando poveri villaggi di capanne dove l’esistenza è ancora arcaica, grandiosi monumenti del passato e antiche città divenute oggi metropoli, l’autore descrive usi e costumi delle popolazioni rivierasche beneficate dal suo passaggio, come i Dinka e i Nuer; e al tempo stesso narra l’epopea dei grandi esploratori (la coppia Baker o il leggendario Livingstone, che spesero un’esistenza per risolvere il mistero delle sorgenti del Nilo) e le vicende spesso sanguinose che hanno visto avvicendarsi popoli diversi, nascere e morire civiltà, spostarsi confini di nazioni. Sì, tutto questo ha da dirci il Nilo, nella sintesi affascinante di un libro che, insieme alla sua corrente, ci accompagna lungo il corso della grande storia.

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