Anna Lisa: la maestra di Marettimo

Insegnante in una piccola isola. La bellezza di vivere come dentro un dipinto

Gli studenti delle isole minori italiane non hanno avuto un avvio di anno scolastico come gli altri: «Spesso i docenti nominati arrivano, presentano la 104 e se ne vanno» – lamentano dal Consorzio S.I.M.I. (Scuole delle Isole Minori Italiane) – lasciando scoperte delle cattedre. Eclatante, quest’anno, il caso di Vulcano, dove le lezioni sono cominciate regolarmente solo due settimane fa. Eppure, malgrado i preconcetti e le paure, fare l’insegnante in un’isola minore italiana può essere un’esperienza positiva e gratificante, come racconta Anna Lisa, maestra sull’isola di Marettimo.

Anna Lisa è siciliana, di Castelvetrano per la precisione, in provincia di Trapani. In fin dei conti, la separano solo un’ora e mezzo, tra autobus e aliscafo, da Marettimo, la più occidentale delle Isole Egadi, dove attualmente insegna. Ma il suo viaggio per arrivarci è durato molti anni e tanti chilometri in più.

Anna Lisa ha quarantasei anni, venti dei quali, vissuti fuori dalla sua Sicilia. Racconta: «Penso che sia sano “scappare” dal luogo dove si nasce, per capire chi siamo. Sennò, in un piccolo centro come quello in cui sono cresciuta io, rischi di rimanere la figlia o la sorella di qualcuno, crescendo all’ombra degli altri senza trovare la tua strada».

Lei, per esempio, è la più piccola di due fratelli molto determinati, ha una famiglia che la protegge ma che la lascia libera di fare le sue scelte, anche di sbagliare. Così, dopo il diploma di ragioneria ad indirizzo informatico, tenta per qualche mese l’università, con la facoltà di ingegneria. Ma il sistema non le piace: odia doversi alzare all’alba per prendere il posto in classe o quella consuetudine che ti obbliga a comprare il libro scritto dal prof per sperare di passare l’esame… Così, cambia strada, e decide di trovarsi un lavoro: ma cosa fare?

«Avevo sempre avuto il pallino della scuola, i miei erano entrambi insegnanti, così mi decido a studiare per prendere anche il diploma magistrale, con i quattro anni in uno. Mi diplomo ma non passo il concorso a cattedre. A quel punto, in pieno stallo, mi è venuto incontro l’amore e ho seguito lui!».

Anna Lisa si fidanza e segue il suo innamorato, un sottotenente, al nord, in Friuli, dove lui fa il militare. Ma la svolta vera e propria avviene grazie ad una vacanza in Inghilterra. «Praticamente, non siamo più tornati. Io cercavo stimoli per capire chi fossi: lavoravo di giorno e la sera studiavo inglese. Lui doveva fare degli esami. Pian piano, ci siamo resi conto che lì il sistema universitario era molto diverso dal nostro, prevaleva l’attenzione verso lo studente e, anche se eri straniero, non ti sentivi un “estraneo”. Così, decidiamo di iscriverci all’università, a quella di Aberystwyth per la precisione, nel Galles».

Anna Lisa studia business e marketing, e il suo fidanzato politica internazionale. «Lì, abbiamo conosciuto e fatto amicizia con persone di ogni parte del mondo, ci siamo confrontati, abbiamo imparato tanto dai nostri amici giapponesi, indiani… Con loro abbiamo costruito legami fortissimi che durano ancora oggi, anche grazie ai social che, quando sono usati bene, sono davvero molto utili!»

Dopo la laurea, le strade di Anna Lisa e il suo fidanzato si dividono. «Eravamo cresciuti, stare insieme ci aveva dato la forza di affrontare le nostre reciproche scelte, ma ora sentivamo che era tempo di proseguire da soli. Così, sono tornata in Italia nel luglio del 2001 e, dopo poco tempo, sono stata selezionata per lavorare in banca, a Milano, dove ho vissuto per 5 anni».

Da Milano, Anna Lisa si trasferisce a Roma, dove lavora in banca per altri dieci anni, fino al 2012. «Quando ho preso un anno sabbatico, perché era uscito di nuovo il concorso per la scuola. In fondo, quel sogno di diventare insegnante non mi aveva mai abbandonata. Stavolta, riesco a superare gli esami sia per la scuola dell’infanzia, che la primaria».

Il primo ruolo è per Castelvetrano, quasi sotto casa, nel 2015. «E poi la sorpresa, a settembre di quest’anno: destinazione Marettimo, dove tutti pensavano che la scuola sarebbe stata chiusa!». Anna Lisa si entusiasma quando parla dell’isola e del suo lavoro: «Secondo molti insegnanti, essere assegnato ad una cattedra in un’isola minore è una specie di punizione, ma io non riesco a viverla così, non vedo che il positivo».

Racconta che arrivare sull’isola è di per sé un’avventura. Non c’è solo l’incognita del mare. Per esempio, durante il viaggio sull’autobus o a bordo dell’aliscafo si possono fare nuove conoscenze, e a destinazione ti aspetta non un paese e basta, ma una comunità accogliente.

«Qui, la scuola è bella, c’è un tesoro di comunità che è diventata una specie di seconda famiglia, c’è collaborazione. Come insegnante ho davvero l’opportunità di mettere al centro del mio agire i bambini, non solo la loro istruzione, ma la loro educazione per intero. Posso dare quello che sono, il bagaglio di esperienze che come persona mi porto dietro».

La maestra di Marettimo sente anche un’altra cosa, cioè che l’isola e i suoi abitanti vanno protetti perché solo una comunità viva può custodire a sua volta un territorio. «Spero che questa scuola non venga mai chiusa. Perché bisogna capire che se in un luogo come questo c’è una scuola aperta, le famiglie giovani con i figli hanno l’opportunità di rimanere. E se queste famiglie rimangono anche l’isola continua a vivere, non solo d’estate. Salviamo un territorio e una cultura allo stesso tempo».

Anna Lisa, a Marettimo, insegna in una multi classe di quattro alunni. «Ho una bambina in prima, uno in terza e due di quinta. Certo, ci sono le difficoltà, ma qui ogni bambino ha davvero l’opportunità di essere seguito personalmente. Poi, per evitare l’isolamento e favorire il confronto, abbiamo creato un progetto di gemellaggio con Favignana. Mare permettendo, una volta alla settimana portiamo i nostri studenti sull’isola maggiore e li inseriamo nelle classi corrispondenti, dove hanno modo di confrontarsi e fare lezione con i loro pari».

E poi, c’è la natura. Racconta Anna Lisa: «Alla fine, ho preso casa qui, torno a trovare mia madre solo una volta ogni due settimane. Ho un gatto e tanta natura a disposizione: il mare ma anche la montagna, con dei bei percorsi di trekking. Qui, ho potuto ascoltare il bramito dei cervi in amore. Delle volte, al tramonto, mi sembra di vivere come dentro un dipinto. Ho cominciato anche a tenere un diario, perché quello che vivo qui è davvero grandioso. È cibo per l’anima. Non riesco a vedere il negativo: sono felicissima!»

 

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