Amore per tutti, odio per nessuno

Un incontro sul tema della pace con musulmani che predicano e, soprattutto, praticano la misericordia. Si tratta degli “ahmadiyya”, una comunità che ha in Pakistan il suo centro propulsivo. Il califfo ha esortato i media a dare maggiore spazio a ciò che l’Islam è veramente, non solo agli aberranti episodi di terrorismo che nulla hanno a che fare con gli insegnamenti del Corano
Incontro con gli ahmadiyya

Per alcuni risulterà incredibile, ma è vero. L’ho già sperimentato molte volte frequentandoli e partecipando ad alcuni loro importanti incontri, come l’ultimo simposio annuale, il tredicesimo, a Londra, il 21 marzo scorso, dedicato, come è consuetudine, alla pace mondiale. Circa mille gli ospiti alla grande cena di gala, fra i quali una buona metà appartenenti a religioni e culture le più varie, esponenti del mondo politico internazionale, ambasciatori, rappresentanti di Chiese e religioni: un campione del mondo di oggi.

 

È consuetudine che il califfo della ormai grande comunità Ahmadiyya, S.S. Hazrat Mirza Masroor Ahmad, sia colui che tenga il discorso annuale sul tema della pace. Quest’anno il tema era ricchissimo di affermazioni, testimonianze e molte citazioni del Corano che dimostrano quanto «la stragrande maggioranza dei musulmani sparsi per il mondo sia gente di pace, impegnata su tutti i fronti a lavorare per il bene comune, in contrapposizione netta con la esigua minoranza dedita a perpetrare inaudite crudeltà, falsamente in nome dell’Islam». Il califfo ha pure esortato i media a dare maggiore spazio a ciò che l’Islam è veramente, e non solo agli aberranti episodi di terrorismo che nulla hanno a che fare con gli insegnamenti del Corano.

 

Le citazioni dal testo sacro da parte del califfo nel corso del suo lungo intervento, seguito con grande attenzione dal vasto uditorio, sono state molte e non lasciavano dubbi sullo stravolgimento delle parole pronunciate dal Profeta o, tramite lui, da Allah stesso, da parte di coloro che «usano» l’Islam, profanandolo, per scopi bellici, per sete di potere, di dominio, di sfrenato guadagno (i signori della guerra…) e via elencando. «Nel primo capitolo del Corano – ha affermato – è scritto che Allah l’Onnipotente è colui che provvede e sostiene tutto ciò che esiste. È il benevolo, sempre misericordioso. Ora, se egli è colui che provvede e sostiene tutte le persone ed è il benevolo e il misericordioso verso di loro, come è possibile pensare che coloro che in lui credono diventino assassini spietati, violentino e danneggino la sua creazione in qualsivoglia maniera? È ovvio che la risposta sia che ciò non è possibile».

 

Il Califfo ha poi fatto una autorevole dichiarazione su un punto spesso ignorato da chi non conosce bene la dottrina islamica: «L’Islam custodisce il principio della universale libertà religiosa e della libertà di coscienza. La fede è e sarà sempre una questione del cuore per cui non ci dovrebbe mai essere una qualsiasi forma di obbligo per ciò che concerne la religione». Hazrat Mirza Masroor Ahmad ha poi proseguito: «Se un musulmano decide di abbandonare l’Islam, allora, secondo gli insegnamenti del Corano, lui o lei hanno il diritto di abbandonarlo. Non esiste nessun gruppo governativo, né un individuo che abbia il diritto di punirli o di sanzionarli in alcun modo. Quindi, l’allusione che l’Islam ordina delle punizioni per gli apostati è interamente ingiusta e senza fondamenti». Fra le varie affermazioni in riferimento ai terroristi e estremisti, secondo il Califfo «ciò che dà maggiore ossigeno ai terroristi e ai gruppi più estremisti è la grande pubblicità che viene data loro dai media».

 

Il motto che sintetizza tutto lo stile di vita degli Ahmadiyya, basato sul Corano, è questo: «Amore per tutti, odio per nessuno». Stando fra loro lo si sperimenta. Secondo le statistiche ufficiali, gli Ahmadiyya sono oltre 20 milioni, ma ci sono delle buone probabilità che siano forse il doppio e sono in costante e rapida crescita. È edificante vedere lo stuolo di volontari, membri della comunità, di tutte le categorie sociali, che si mettono al servizio di tutti, con ogni mezzo, rendendo possibile manifestazioni come questa, permettendo così di non dover affrontare spese ingenti. Davvero una grande testimonianza che li rende più che credibili.

 

La delegazione italiana, ricevuti in udienza privata dal Califfo, era composta da tre musulmani, fra cui due imam, e quattro cattolici. Un incontro cordiale, di carattere spirituale che ha lasciato un segno in ciascuno.

 

Per chi volesse saperne di più: www.alislam.it/ ed anche www.khuddamulahmadiyya.it/ .

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