Alberi con il cappotto

L’associazione Salvagente Italia ha lanciato l’idea per permettere a clochard e senzatetto di avere una protezione in più durante i freddi della stagione

L’inverno morde, se non per la neve e il tempo cattivo, per il freddo pungente e l’umido che penetra. Coprirsi è l’imperativo ovvio, anche se il freddo umido è difficile da scacciare. Giacche a vento e piumini, sciarpe e maglioni sono i rimedi per tutti. E per chi è a corto di denaro o proprio ne è senza, non resta che ripararsi negli scatoloni sotto i portoni e scaldarsi diventa un problema serio. Così un bel giorno, gli abitanti di Monza si sono visti cappotti, piumini, coperte, pile, maglioni e sciarpe appesi ai rami degli alberi della città. Per carità, gli alberi dal freddo si riparano autonomamente.

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Era una idea sorta da un’associazione tra le tante che offrono assistenza e sostegno a chi è nel bisogno. Avevano appiccicato agli alberi con i vestiti questo cartello: “Hai freddo? Prendimi”. Un’idea geniale promossa dall‘associazione Salvagente Italia, tanto che dopo qualche giorno la stessa iniziativa è stata presentata anche a Desio. «Abbiamo lanciato lo scambio solidale di cappotti due anni fa, ma prima li lasciavamo su due attaccapanni fuori da altrettanti negozi monzesi aderenti al progetto – racconta Mirko Damasco, presidente dell’associazione –. Con quel sistema, da Natale 2017 a fine febbraio 2018 abbiamo distribuito 200 capi d’abbigliamento. Quest’anno per la prima volta utilizziamo gli alberi perché siamo convinti ci aiuteranno a raggiungere più persone. L’iniziativa è partita nell’ultima settimana di dicembre e, per ora, sono stati già ritirati 60 cappotti, ma possiamo tenere il conto solo di quelli collocati direttamente da noi: so che tante altre persone stanno partecipando, perché soltanto a Monza ci sono 20 diversi punti di distribuzione».

A Desio, dove l’iniziativa era già stata lanciata da un paio d’anni con il nome “Cappotti in transito”, le persone portavamo gli indumenti in una cabina telefonica dismessa da tempo, e poi rimossa. Ora anche lì, vengono appesi cappotti e maglioni su un albero di una via a pochi passi dalla piazza principale di Desio, ma assicurano che presto verranno allestiti altri alberi attaccapanni.

A Milano, invece, dove clochard e senza fissa dimora sono tanti sparsi nei punti più disparati della città, sono stati donati 38 mila capi di vestiario nella sola giornata della raccolta solidale organizzata dal Comune che si è svolta in 10 piazze cittadine, e gli oltre cento volontari della rete di associazioni coordinate dal Comune che si occupano di persone in difficoltà hanno ricevuto senza sosta pacchi e pacchi donati dai milanesi. Successivamente tutto il materiale è stato distribuito nelle strutture di accoglienza. «Ringraziamo tutti i cittadini che hanno dimostrato grande attenzione e solidarietà verso chi si trova in difficoltà – dice soddisfatto l’assessore alle Politiche sociali Majorino –. Questa raccolta è diventata ormai un appuntamento fisso del mese di novembre, un modo per far sapere ai più fragili che la città non li lascerà soli. Un particolare ringraziamento a tutte le associazioni che hanno permesso con il proprio lavoro e impegno la realizzazione di questa iniziativa».

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