Al servizio della Chiesa

Sia papa Woytjla che papa Bendetto XVI hanno visto un'azione dello Spirto Santo nei movimenti ecclesiali nati dopo il Vaticano II. Ne traccia un'analisi Viviana De Marco ne "L'ecumenismo dal Concilio Vaticano ad oggi" per il terzo appuntamento della rubrica
Pentecoste 1998
Tra i molti  aspetti del dialogo ecumenico portato avanti da Giovanni Paolo II e Bendetto XVI particolare rilievo hanno avuto i Movimenti ecclesiali post conciliari. La Comunità di sant’Egidio, il Movimento dei focolari, Comunione e liberazione, il Rinnovamento dello Spirito hanno infuso una nuova vitalità e la Pentecoste del 1998 è stato sicuramente uno dei momenti salienti che ripercorriamo, per l’ultimo degli appuntamenti della rubrica con il libro di Viviana de Marco per Città Nuova "L’ecumenismo dal Concilio Vaticano ad oggi" .  

 

«”È motivo di grande gioia constatare come nel periodo post-conciliare e nelle singole Chiese locali abbondino le iniziative e le azioni a favore dell’unità dei cristiani a livello delle singole diocesi e comunità parrocchiali, come pure nei diversi ambienti e movimenti ecclesiali”•[1] (UUS 73). ”Auspico che l’anelito per l’unità tradotto in preghiera e fraterna collaborazione possa diffondersi sempre più a livello di parrocchie e movimenti ecclesiali»•[2].

 

«Giovanni Paolo II e Benedetto XVI vedono nei movimenti ecclesiali una Pentecoste dello Spirito e ne incoraggiano l’impegno ecumenico. Si può tuttavia notare che nei testi di ecumenismo non è ancora conosciuta l’opera dei movimenti che hanno invece una particolare sensibilità ecumenica.

 

«L’apporto specifico dei carismi e dei movimenti si delinea come ecumenismo della vita perché ha una forte connotazione esperienziale, nascendo dalla vita stessa dei movimenti e dal loro diffondersi secondo lo specifico di ognuno: esso non si sostituisce ai dialoghi ufficiali, ma ne rappresenta un contributo alla recezione ed attuazione. Per le fonti abbiamo fatto riferimento alle Segreterie Centrali che hanno voluto rispondere al nostro appello: pertanto prendiamo in considerazione la Comunità di Sant’Egidio, il Movimento dei Focolari, Comunione e Liberazione, il Rinnovamento dello Spirito, dato che altre realtà sono più impegnate in altri ambiti che nel dialogo ecumenico.

 

«A partire dalla Pentecoste 1998 i movimenti cattolici hanno sviluppato una comunione profonda tra loro fino a coinvolgere 150 movimenti e associazioni di diverse Chiese. Il frutto è nel 2004 a Stoccarda un evento europeo: la manifestazione «Insieme per l’Europa». Ogni movimento porta il contributo del suo carisma, ma si lavora insieme per offrire una testimonianza comune allo scopo di rendere visibile l’Europa dello Spirito. L’evento si è ripetuto nel 2007 e nel 2009 con dodici eventi nazionali.

 

«Il Rinnovamento nello Spirito sorge in Italia negli anni Settanta come parte del vasto «movimento di risveglio carismatico suscitato dallo Spirito» in modo «trasversale, che sta attraversando le tre grandi tradizioni, cattolica, protestante ed ortodossa». Sono coinvolti milioni di cristiani che vogliono «testimoniare una vita nuova a partire dall’esperienza dell’effusione dello Spirito»: in questo si intravede «un anticipo dell’opera che più sta a cuore allo Spirito Santo: l’unione dei cristiani, l’unità della Chiesa»•[3].

 

«Negli Statuti si dice: «La causa dell’ecumenismo spirituale è nel DNA più profondo del Rinnovamento; esistiamo per affrettare questo tempo con la nostra preghiera, per avvicinare queste tante sigle con un amore semplice e fraterno, per richiamare nella persona dello Spirito la vera soluzione alle divisioni dei cristiani nel mondo».



[1]Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Ut Unum Sint, del 25 maggio 1995, n. 73.

[2]Benedetto XVI, Angelus del 21 gennaio 2007.

[3]S. Martinez, Discorso al Seminario Internazionale per i Vescovi del 18 giugno 1999. Le notizie e le citazioni sul Rinnovamento nello Spirito sono tratte dal sito http://www.rns-italia.it.

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