Al Cairo violenze a quattro anni dalla rivoluzione

Piazza Tahrir di nuovo insanguinata. L’esercito interviene con durezza. Manifestazioni “incrociate” pro e contro al-Sissi
Scontri in Egitto

L’Egitto torna sulle prime pagine dei giornali e nelle testate dei media in occasione del quarto anniversario della rivoluzione, che determinò l’uscita di scena del rais Hosni Mubarak, al termine di un periodo di tensioni che si erano concentrate attorno alla centralissima Piazza Tahrir, diventata simbolo della cosiddetta “primavera araba” egiziana.

Gli scontri, che fino ad ora hanno causato la morte di diciassette persone, si sono accesi già nella giornata di sabato quando al Cairo è stata uccisa l'attivista Shaimaa el-Sabbagh, 33 anni, leader di “Alleanza popolare socialista”, raggiunta da proiettili di gomma durante una piccola manifestazione. La donna era giunta nella capitale da Alessandria per dimostrare contro la mancanza di libertà che caratterizza il governo del generale al-Sissi. Da alcuni il presidente è accusato di aver imposto un regime ancora più stretto e controllato di quelli dei suoi predecessori – Mubarak e Morsi – che ha di fatto celebrato «il funerale della rivoluzione», come dicono alcuni organi di stampa.

Da parte sua, il nuovo leader del Paese nord-africano sostiene la necessità di far uso della forza per garantire sicurezza ed ordine al Paese con una economia in grave difficoltà, ulteriormente aggravata da attacchi da parte di membri appartenenti ai movimenti islamisti. Il leader egiziano aveva parlato nei giorni scorsi ai grandi della terra riuniti a Davos, riconoscendo di avere di fatto sospeso lo stato di diritto; ma aveva giustificato la sua mossa affermando che il Paese è tutt’altro che pronto alla vita democratica.

Ieri, domenica 25 gennaio, a piazza Tahrir si sono radunate centinaia di manifestanti a favore del leader del governo, pro al-Sissi dunque, raggiunti successivamente da altri manifestanti. Difficile dire cosa sia veramente successo. La polizia ha accusato alcuni islamisti di essersi infiltrati fra i gruppi che stavano manifestando, giustificando a parer loro l’intervento pesante e violento delle forze dell’ordine, che ha causato morti e feriti.

Negli ultimi giorni la tensione è salita in varie parti del Paese, come dimostrano altri episodi di violenza: una bomba esplosa nel quartiere di Alf Maskan, la morte di sospetti militanti islamisti che si sono fatti saltare vicino a un traliccio dell'elettricità nella provincia di Baheira, sul delta del Nilo. Qualche giorno prima, ad Alessandria, una ragazza di 18 anni era stata uccisa durante una manifestazione.

Nei giorni scorsi al-Sissi ha ammesso che non sono mancati errori da parte delle forze dell’ordine. In effetti, dalla caduta di Morsi si calcola che siano morte circa 1400 persone e circa 15 mila siano state arrestate.

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