Al bando piatti e cannucce di plastica dal 3 luglio

È entrata in vigore la direttiva dell’Unione europea che vieta l’uso degli oggetti in plastica usa e getta. L’Italia chiede due modifiche: a rischio migliaia di posti di lavoro
Plastica

Sabato scorso 3 luglio è entrata in vigore la Direttiva europea Sup, ovvero Single Use Plastic, per mettere al bando gli oggetti in plastica monouso, cioè quei prodotti usa e getta che sono entrati negli usi quotidiani dei cittadini.

Piatti e posate (ma non i bicchieri), cannucce, bastoncini dei palloncini, cotton fioc, palette da cocktail, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo: molto spesso questi prodotti, una volta utilizzati, vanno a finire sulle spiagge e nei mari. Di conseguenza i pesci mangiano da questi oggetti e alla fine, inconsapevolmente ce li ritroviamo nei nostri piatti con un grosso rischio per la salute.
Dal 3 luglio scorso grazie alla direttiva Sup del 2019 – recepita in Italia quest’anno attraverso la legge 53/2021- questi oggetti potranno essere venduti soltanto per esaurire le scorte, al termine del quale saranno vietati.

Non tutti i prodotti usa e getta in plastica saranno banditi. Quelli più difficili da sostituire con alternative ecologiche potranno ancora essere utilizzati come ad esempio le bottiglie per acqua e bibite, le scatolette, i flaconi di detergenti e detersivi o le buste per i cibi. Anche l’uso dei bicchieri al momento non rientra nella lista dei prodotti messi al bando ma c’è solo un invito a ridurre il consumo.

C’è però un contenzioso fra l’Italia e la Commissione europea.
Il governo italiano insieme a Confindustria contestano due aspetti delle linee guida della Direttiva Sup: il primo riguarda il divieto per gli oggetti monouso in plastica compostabile e il secondo è rivolto agli imballaggi in carta plastificata, con un contenuto di polimero inferiore al 10%. Il nostro Paese è leader nella produzione di prodotti in plastica compostabile e carta plastificata. Sono due settori nei quali l’industria italiana è molto forte e dà lavoro a migliaia di cittadini.

La direttiva europea infatti non fa distinzione fra oggetti in plastica tradizionale (prodotta cioè dal petrolio e non biodegradabile) e oggetti in plastiche “bio” prodotte da materie prime naturali come il mais, biodegradabili e compostabili.

Anche per la carta plastificata, l’Italia è un grosso produttore. Parliamo di quei prodotti che sono ricoperti da un sottile velo di plastica (meno del 10% del peso totale): piatti, bicchieri, cartoni del latte o dei succhi di frutta e imballaggi. Con la direttiva Ue anche questi prodotti saranno vietati. Solo nel settore delle stoviglie e dei bicchieri l’Italia produce circa il 35% dei prodotti a livello europeo dando lavoro a circa 50mila persone. Tenendo in considerazione tutto il settore della carta plastificata, il nostro Paese è il primo produttore: da solo detiene il 60% del mercato europeo dell’usa e getta con 280 aziende e un fatturato annuo di 815 milioni di euro.
Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, in un colloquio con il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dato però manforte all’Italia, impegnandosi in prima persona per riesaminare le norme approvate a maggio e modificarle nei due punti citati.

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