Abusi sui minori: l’incontro in Vaticano

114 presidenti di conferenze episcopali, 22 superiori e superiore generali, 10 prefetti. Per allontarsi dal codice del silenzio. L'introduzione ai lavori di papa Francesco.

Prevenzione degli abusi, salvaguardia dei minori, condivisione di tutte le informazioni necessarie per intervenire in tali situazioni. Sono alcuni dei punti su cui si focalizza l’attenzione durante l’incontro iniziato oggi in Vaticano su “La protezione dei minori nella Chiesa”. Un «atto di forte responsabilità pastorale davanti a una sfida urgente del nostro tempo», ha detto papa Francesco all’Angelus di domenica 17 febbraio. Un ulteriore passo in avanti in un percorso che dura ormai da diversi anni.

Nell’introduzione ai lavori, papa Francesco ha invitato i partecipanti a iniziare il percorso «armati della fede e dello spirito di massima parresia, di coraggio e concretezza».

Sono 190 i partecipanti, convocati dai 5 continenti. 114 presidenti delle Conferenze episcopali: 36 dall’Africa, 18 all’Asia, 32 dall’Europa, 4 dall’Oceania. 14 i capi delle Chiese cattoliche orientali, 12 gli Ordinari che non appartengono a nessuna Conferenza episcopale. Completano l’elenco 12 Superiori generali e 10 Superiore generali di Istituti religiosi, 10 Prefetti dei Dicasteri vaticani, 4 membri della Curia Romana, 5 membri del Consiglio dei Cardinali.

«Il Papa non si nasconde, non evita di affrontare la realtà» – ha dichiarato il card. Blase Cupich, arcivescovo di Chicago e membro del Comitato organizzativo dell’incontro nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento – «La negazione è un meccanismo primitivo, ma dobbiamo allontanarci dal codice del silenzio, spezzare la complicità, perché l’omertà non è accettabile». E ha aggiunto: «Il coraggio delle vittime ci ha aiutato a portare avanti questo progetto».

Responsabilità, accountability, cioè “capacità di rendere conto di ciò che si fa”, e trasparenza sono i temi delle tre giornate, che saranno moderate da padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”.

Il desiderio di papa Francesco, come lui stesso ha affermato nel viaggio di ritorno da Panama, è che questo incontro possa aiutare i vescovi a capire ciò che si deve fare nei casi di abusi. Una sensibilizzazione che comincia attraverso i presidenti delle conferenze: il papa vuole che essi, in primo luogo, prendano coscienza del dramma e della sofferenza delle vittime e avvertano fortemente il senso della responsabilità loro affidata. È necessario che sappiano come agire, quali siano le procedure che devono essere seguite ai diversi livelli (vescovo diocesano, arcivescovo, conferenza episcopali, dicasteri vaticani). Tutto ciò suppone la “trasparenza” sui compiti, sulle procedure e sulle modalità in cui vengono attuati.

L’ascolto delle vittime e la comprensione della loro sofferenza è il punto di partenza. Prima dell’inizio della “tre giorni”, ha annunciato padre Lombardi, «il Comitato organizzativo ha deciso di riunirsi con un gruppo di rappresentanti delle vittime di diversi Paesi, continenti, per permettere loro di esprimere con libertà le loro opinioni, attese, desideri». Anche nel corso dell’incontro sono previsti momenti dedicati alle loro testimonianze.

L’ascolto è stato fortemente richiesto, già nella fase preparatoria, a tutti i partecipanti al fine di acquisire una chiara consapevolezza della gravità del problema nei loro Paesi. I momenti di ascolto prevedono la proiezione di un video con testimonianze all’inizio dei lavori e, ogni sera, durante il momento di preghiera, una testimonianza. Un tempo certamente limitato, ma che intende promuovere la consapevolezza della necessità permanente dell’ascolto delle vittime.

Nei tre giorni si alterneranno tempi di preghiera e di ascolto; relazioni e domande; lavori di gruppo. Papa Francesco darà inizio ai lavori con un suo intervento e il 24 febbraio pronuncerà il discorso conclusivo. All’inizio e alla fine di ogni giornata ci saranno momenti dedicati alla preghiera; sabato 23 febbraio avrà luogo la Liturgia penitenziale e, domenica 24, la Celebrazione eucaristica che concluderà l’incontro. Nove relazioni (tre al giorno) scandiranno le giornate e saranno seguite da un confronto assembleare. Ogni giorno ci saranno due momenti dedicati ai gruppi di lavoro, uno al mattino e uno nel pomeriggio.

Sono molte le aspettative di tutti, a motivo del tema trattato. A tal proposito, nel corso della conferenza stampa, mons. Charles J. Scicluna – arcivescovo di Malta, segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede e membro del Comitato organizzativo – ha ricordato: «Non si possono risolvere tutti i problemi in tre giorni, sarebbe un’aspettativa irrazionale. Se invece ci aspettiamo un  follow up dopo l’incontro, l’aspettativa diventa ragionevole».

È già online il sito ufficiale dell’evento (www.pbc2019.org) che, dopo il 24 febbraio, sarà regolarmente aggiornato e rimarrà come “strumento per sviluppare le iniziative future”, ha annunciato padre Hans Zollner, presidente del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e referente del Comitato organizzativo.

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