A servizio della Chiesa

Il Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica offre il primo contributo alla presentazione del libro di J. Castellano Cervera, ocd: Il castello esteriore. Il “nuovo” nella spiritualità di Chiara Lubich, a cura di Fabio Ciardi, omi
Castellano

Aveva 19 anni quando, nel 1960, il giovane Jesús arrivò a Roma per studiare teologia al Teresianum. Due anni più tardi Giovanni XXIII apriva il Concilio Ecumenico Vaticano II e quattro giorni dopo questo grande evento, Jesús emetteva la sua professione solenne. Il Concilio si iscriverà ormai per sempre nella sua vita e informerà la sua futura missione di professore di teologia e di religioso a servizio della Santa Sede.
 
Consultore di tanti dicasteri

Nel 1969 inizia infatti il suo insegnamento al Teresianum e presto anche la sua collaborazione con la Santa Sede.

Nel Natale 1975 Paolo VI gli concede un riconoscimento per la collaborazione prestata per il Giubileo dell’Anno Santo. Sarà membro della Commissione Pastorale anche per il Grande Giubileo del’anno 2000.

Spetta alla nostra Congregazione dei religiosi affidargli il primo incarico ufficiale come Commissario della Plenaria del 1978, anno nel quale viene nominato anche Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.

La sua collaborazione con il nostro Dicastero è stata intensa e fruttuosa, sia nella elaborazione di diversi documenti, sia nella consulenza per le questioni più diverse, prima tra tutte l’approvazione del testo delle Costituzioni delle Carmelitane Scalze fedeli all’Ordine.

Sempre nell’ambito della vita consacrata va ricordato che nel 1994 Giovanni Paolo II lo nominò aiutante del Segretariato del Sinodo dei Vescovi per la preparazione della IX Assemblea ordinaria sopra la Vita consacrata; cosa che ripeterà anche per la preparazione della X Assemblea sulla figura del Vescovo.

Impressionante il numero di dicasteri del quale gradualmente viene chiamato ad essere consultore:
Congregazione per la Dottrina della Fede (1983, 1988, 1993, 1990, 2004);
CIVCSVA (1984, 1990, 1995, 2000, 2006);
Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice (1990, 1996);
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (1993, 1998);
Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali (1995, 2002, 2005);
Pontificio Consiglio per i laici (1995);
Congregazione del Clero (1995, 2003);
Pontificio Consiglio per i Laici (1996, 2001).
 
Contento di lavorare per il papa e la Chiesa

Era solito ripetere: «Ci sono consultori che vengono consultati (era il suo caso), consultori che non vengono consultati (non era il suo caso) e non consultori che vengono consultati (ed era spesso il suo caso riguardo ad altri dicasteri della Santa Sede)».

In modo particolare ha lavorato per la preparazione di documenti, discorsi, testi per la liturgia ecc. Nel 1982 collabora alla redazione dei discorsi che Giovanni Paolo II pronuncerà nel suo viaggio in Spagna e in particolare ad Avila per iniziare il IV centenario della morte di santa Teresa di Gesù. Ha lavorato anche per la proclamazione da parte di Giovanni Paolo II di Teresa di Gesù Bambino dottore della Chiesa, così come nel 1970 aveva collaborato alla proclamazione del dottorato di Teresa di Gesù da parte di Paolo VI. «Sono contento di poter lavorare per il papa e per la Chiesa», usava ripetere.

Nel libro Ciardi riporta un episodio al riguardo. Un giorno, entrando nella stanza di un amico, vide l’immagine della Madonna d’Alta Grazia, patrona della Repubblica Domenicana. «La conosco bene – gli disse –. L’ho contemplata a lungo, prima di preparare la preghiera che il papa le ha rivolto». Quel “l’ho contemplata a lungo”, è un piccolo indizio che ci fa intravedere come Castellano lavorava.

Si potrebbero raccontare tanti altri episodi, come quella volta che Giovanni Paolo II gli aveva chiesto di preparare le note per un documento destinato a noi dell’America Latina. Con semplicità Castellano fece presente che si trovava in un momento di lavoro così intenso che proprio non poteva trovare il tempo per scrivere quanto gli veniva domandato. L’incarico fu affidato ad un’altra persona, ma il papa non fu contento del risultato. L’incarico passò ad un’altra ancora e neppure questa volta il papa rimare soddisfatto, e aggiunse: «Questo documento deve prepararlo padre Castellano». Al padre Castellano, dopo che gli furono riferite le parole del papa, non rimase che mettersi al lavoro e in un solo giorno scrisse un testo che questa volta piacque al papa.
 
Umile e discreto

Il suo era un lavoro umile, nascosto, eppure prezioso e competente. Lo caratterizzava la capacità di immedesimarsi nei problemi, di entrare fino in fondo nelle realtà ecclesiali, mettendo completamente da parte la propria persona, al punto che qualcuno ha affermato che Castellano non aveva una propria spiritualità, ma soltanto la “spiritualità liturgica”, la “spiritualità della Chiesa”.

Questa affermazione potrebbe sorprendere: un carmelitano come Jesús Castellano, appassionato studioso di Teresa, senza una sua spiritualità, neppure quella teresiana? La spiritualità carmelitana era nel suo DNA, eppure, lavorando per la Chiesa, sapeva mettere da parte anche quella per “farsi uno” fino in fondo con quanto gli veniva richiesto, al punto che la sua identità carmelitana rimaneva nell’ombra.

In occasione dei funerali l’arcivescovo Leonardo Sandri, sostituto della Segreteria di Stato del Vaticano, ricordava «con gratitudine il suo prezioso e apprezzato contributo prestato in tanti anni di fedele collaborazione alla sede apostolica». Il segretario della Congregazione per la dottrina della fede, l’arcivescovo Angelo Amato, sottolineava «la collaborazione discreta ma indefessa e valida» fornita a quella Congregazione e ad altri dicasteri pontifici; sapeva unire «la fedeltà rigorosa alla sacra dottrina con l’acutezza nell’analisi dei problemi, l’equilibrio e la saggezza nella loro valutazione, l’approccio positivo nell’affrontare nuove questioni e l’attenzione alla rivisitazione del grande patrimonio spirituale e teologico della tradizione cattolica».
 
Il 24 aprile 2005

All’inizio del libro Ciardi ricorda, giustamente, la data del 24 aprile 2005 come uno dei momenti più alti della vita di Castellano. Quel giorno segnava il solenne inizio del ministero petrino di Benedetto XVI. Padre Jesús fu scelto per rendere omaggio al papa a nome di tutta la vita consacrata. Non si poteva scegliere persona più adatta. Era un amico del papa, con il quale, fino a pochi giorni prima, aveva collaborato nella Congregazione per la dottrina della fede, quando il papa era ancora il card. Ratzinger.

Ma oltre ad essere un amico era anche un religioso capace di farsi espressione di tutte le persone consacrate. Aveva guidato centinaia di studenti nello studio dei fondatori e delle fondatrici; aveva animato capitoli generali; aveva esercitato la direzione spirituale a un numero indefinito di religiose, frati, e il discernimento vocazionale dei candidati, aveva collaborato con la nostra Congregazione per tutte le famiglie religiose.

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