A Baku prove di Olimpiadi

Fabian Hambuechen ai Giochi di Baku

Come per ogni novità, non bisogna sbilanciarsi prematuramente nel dare giudizi affrettati. Solo il tempo ci dirà se gli “European Games”, i primi Giochi Olimpici europei attualmente in corso di svolgimento a Baku, capitale dell’Azerbaigian, avranno realmente un futuro. Da un punto di vista strettamente sportivo, infatti, questa prima edizione rappresenta un vero e proprio esperimento che dovrebbe, almeno nelle intenzioni degli organizzatori, portare poi allo svolgimento di una sorta di Olimpiade del vecchio continente ogni quattro anni. Replicando così quanto avviene già da tempo, con successo, in manifestazioni molto sentite come ad esempio gli “Asian Games, i Giochi Olimpici del continente asiatico, una competizione che ha visto la luce già nel 1951 e nella quale, in un unico evento, si organizzano i campionati asiatici di varie discipline.

 

Certo, la strada da fare è ancora lunga. In alcune discipline ad esempio, come i tuffi e il nuoto, in quest’occasione le gare sono riservate solo alle categorie giovanili, mentre in altre, come il tiro con l’arco e la boxe, sono effettivamente presenti molti dei migliori atleti europei. Differenze queste, che rappresentano indubbiamente una lacuna da colmare in futuro. In vista delle prossime edizioni, una delle possibili chiavi di successo sarà probabilmente quella di far convergere i singoli campionati europei delle varie federazioni sportive (come nei prossimi giorni avverrà per il judo) in quest’unico grande evento, e di provare altresì ad accentrare negli “European Games” una parte consistente delle qualificazioni olimpiche riservate al nostro continente (e non è un caso che nel triathlon, nel tiro e nel tennis tavolo, i tre sport dove a Baku sono stati assegnati pass diretti per partecipare alle prossime Olimpiadi di Rio, il livello delle gare sia stato altissimo).

 

Staremo a vedere. Nel frattempo, almeno nelle prove sin qui disputate (si gareggerà fino a domenica 28 giugno), la folta delegazione italiana composta da quasi 300 atleti si sta difendendo con onore. In attesa di nuoto e scherma, che da martedì arricchiranno in maniera consistente il nostro medagliere, soddisfazioni sono arrivate soprattutto dai nostri rappresentanti di tiro a volo, tiro a segno e tiro con l’arco (complessivamente ben dieci medaglie per i nostri colori in questi tre sport), e da una disciplina come il karate (tre i podi azzurri), che sogna prossimamente l’ingresso ai Giochi Olimpici, magari già dall’edizione di Tokyo del 2020.

 

E se più in generale a farla da padrone è stata la corazzata Russia, un po’ di sorpresa è invece rappresentata dalla pioggia di medaglie conquistate dal Paese organizzatore. Una nazione che nelle ultime due edizioni delle Olimpiadi estive (Pechino 2008 e Londra 2012) ha vinto in tutto solo tre medaglie d’oro, e che invece qui è momentaneamente seconda nel computo generale dei podi ottenuti davanti a Paesi europei con ben altra tradizione sportiva, come ad esempio Germania e Gran Bretagna. Complessivamente trentacinque medaglie nei primi nove giorni di gare, di cui ben quattordici ori, risultati quasi tutti ottenuti nelle discipline di combattimento (per la precisione lotta, karate e taekwondo).

 

Un bottino davvero sorprendente, destinato peraltro a incrementarsi ulteriormente nei prossimi giorni quando si assegneranno i titoli delle gare che compongono il programma del pugilato. Specialità nella quale, in campo maschile, tutti i dieci rappresentanti azerbaigiani si sono già qualificati per disputare i match valevoli per i quarti di finale! Numeri clamorosi, che destano però almeno in alcuni casi qualche perplessità, sia alla luce di certi verdetti arbitrali abbastanza contestati (negli sport dove c’è un giudizio arbitrale lo stesso è spesso “orientato” in favore degli atleti di casa), sia ricordando lo scandalo abbattutosi sull’Azerbaigian per alcune mazzette passate ai giudici della boxe durante gli ultimi Giochi Olimpici disputati a Londra nel 2012…

 

Fatto sta che il Paese caucasico sta facendo davvero una bella figura, com’era nelle intenzioni dichiarate del suo presidente Ilham Aliyev che, per organizzare questo evento, ha messo in atto uno sforzo davvero ingente: si parla di una spesa complessiva elevatissima, c’è chi dice addirittura tra gli otto e i nove miliardi di dollari, in sostanza la metà del budget nazionale. Pensate, tanto per dirne una, che sono stati interamente coperti i costi (viaggio, vitto e alloggio) di tutte le delegazioni presenti! Eh già, per la buona riuscita di questi “European Games” Aliyev non ha certo badato a spese, anche perché in gioco c’è molto di più che la semplice organizzazione di una manifestazione sportiva. L’Azerbaigian, infatti, sta tentando anche attraverso lo sport di costruire un’immagine migliore di quella percepita attualmente dalla comunità internazionale, che spesso associa questa nazione ad accuse di corruzione, a forti sospetti di brogli elettorali e agli arresti degli oppositori del presidente Aliyev.

 

Grazie anche a una grande ricchezza derivante dall’estrazione di petrolio e gas, ricchezza peraltro concentrata nelle mani di pochi, l’Azerbaigian ha recentemente sottoscritto munifiche sponsorizzazioni in campo sportivo, come quella stipulata con l’Atletico Madrid, importante club di calcio spagnolo, ed ha ottenuto in poco tempo l’organizzazione di una serie numerosa di eventi (qui, oltre ai Giochi europei, si disputeranno un gran premio di Formula 1 e le Olimpiadi degli scacchi il prossimo anno, i Giochi islamici nel 2017 e quattro partite del campionato europeo itinerante di calcio del 2020). Questo, anche allo scopo di attirare a Baku e dintorni nuovi visitatori da ogni parte del mondo.

 

L’ultimo obiettivo, neanche troppo celato, è aggiudicarsi presto l’organizzazione delle Olimpiadi. Magari, già dall’edizione del 2024, per la quale la scadenza per le candidature è fissata per il prossimo 15 settembre. Roma, Boston, Parigi e Amburgo, le città che sino ad ora hanno annunciato la propria candidatura, avranno eventualmente in Baku una rivale davvero temibile.

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