Nuova Commissione Europea ai nastri di partenza
La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, tira un sospiro di sollievo, può dormire sonni tranquilli e concentrarsi sulle vacanze di Natale ormai alle porte. Dopo l’impasse sulla nomina dei commissari Raffaele Fitto e Teresa Ribera e sul loro ruolo dei vicepresidenti esecutivi, il Parlamento europeo ha dato l’assenso al nuovo assetto della Commissione europea, che assumerà le sue funzioni il 1° dicembre.
Ma c’è ben poco da festeggiare, se non il Natale, perché di sonni tranquilli se ne prevedono pochi. Infatti, von der Leyen ha osservato che «oggi è un bel giorno per l’Europa perché il voto mostra la tenuta del centro», ma ha subito manifestato anche la sua intenzione nel «trovare modi per lavorare insieme e superare la frammentazione, [poiché] questo è ciò per cui io e tutte le 26 donne e uomini con me ci impegneremo ogni singolo giorno», ribadendo di essere «pronti a metterci al lavoro immediatamente».
In realtà, sebbene sia la prima volta dal 1999 che nessuno tra i candidati a commissario sia stato rigettato dall’assemblea di Strasburgo, i 370 voti combinati dei gruppi di destra e di sinistra, a voto palese, sono solamente 10 in più rispetto alla maggioranza assoluta degli aventi diritto, mentre 282 sono stati gli europarlamentari che si sono espressi contro e 36 quelli astenuti, laddove furono 401 i voti a favore del nuovo mandato ad Urusla von der Leyen a fine giugno.
Questo significa che la maggioranza Ursula bis aggrega appena il 51,39% dei membri del Parlamento europeo e rappresenta il peggiore risultato di sempre, almeno da quando il Parlamento ha iniziato a votare per la Commissione europea nel 1993.
Alcuni eurodeputati del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) hanno votato contro il collegio dei commissari predisposto da Ursula von der Leyen, a causa del ruolo di vicepresidente della Commissione europea conferito a Raffaele Fitto e al via libera dato a Olivér Várhelyi, ungherese di estrema destra.
I socialisti francesi hanno votato contro e i socialisti tedeschi e si sono astenuti. Quasi la metà dei Verdi, che hanno sostenuto von der Leyen a giugno, questa volta non ha votato per protesta contro l’inclusione di Fitto. Sono venuti in soccorso di von der Leyen gli eurodeputati di Fratelli d’Italia e quelli della Nuova Alleanza Fiamminga del Belgio, del gruppo di estrema destra dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), nonostante si fossero opposti al secondo mandato di von der Leyen a giugno.
Nello specifico, solo 90 socialisti su 133 hanno votato per von der Leyen, tra i Verdi sono stati 27 gli eurodeputati favorevoli e 19 i contrari. Tra gli eurodeputati liberali 6 si sono astenuti.
Ma quello che fa più clamore è la spaccatura del Partito Popolare Europeo (PPE), con il voto contrario di 25 popolari spagnoli, che si sono opposti alla nomina della socialista Teresa Ribera a vicepresidente della Commissione europea.
Ciononostante, Manfred Weber, capodelegazione del PPE al Parlamento europeo ha dichiarato che «la mia maggioranza, se così posso dire, sta [diventando] realtà e questo mi rende felice perché abbiamo bisogno di stabilità in un senso più ampio nel Parlamento europeo, altrimenti non possiamo soddisfare l’interesse per l’Europa».
Tra gli eurodeputati italiani, se ne sono espressi a favore 52 e contro 23. Tra questi, Marco Tarquinio e Cecilia Strada, eletti indipendenti nel Partito Democratico, i 10 eurodeputati del gruppo Left, di cui fanno parte gli eletti di Sinistra Italiana e del Movimento 5 Stelle, 3 eurodeputati dei Verdi e 8 eurodeputati della Lega, che fanno riferimento al gruppo dei Patrioti.
Secondo parole di Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo, «non c’è più alcun vincolo di maggioranza», aggiungendo che il loro obiettivo è quello di «spostare a destra gli equilibri europei». Anche Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo ECR, ha osservato che «oggi sono cambiati gli equilibri politici al Parlamento europeo, in generale anche nel Consiglio e quindi inevitabilmente nella Commissione europea».
Le sfide che l’Unione europea (Ue) ha davanti a sé sono immense. Ursula von der Leyen ha fatto di tutto per vedere confermato il suo secondo mandato.
Ella ha subito annunciato massicci investimenti sulla sicurezza che, ormai, sappiamo bene essere indispensabili, mentre ha promesso che la sua prima iniziativa sarà quella di «adottare una bussola della competitività basata sul rapporto Draghi» ma anche di mantenere invariato il programma del Green Deal europeo. Riuscirà in tutto questo? Ci prepariamo ad una maggiorzanza variabile o a una maggioranza Ursula tris? Per ora, quel che è certo è che il Natale è salvo. Grazie Ursula!
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