Israele e i carri di Gedeone

La definizione Carri di Gedeone è inquietante oltre che ambigua. Netanyahu è intervenuto con un breve video esplicativo: «Lanceremo un’operazione massiccia a Gaza. Per sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi. Ci sarà uno spostamento della popolazione per proteggerla. Questa volta l’esercito non entrerà e uscirà da Gaza come in passato, le forze di riserva saranno mobilitate per rimanere nel territorio occupato».
Detto così sembra che la sconfitta di Hamas sia imminente. È un’imminenza che dura da 18 mesi e da oltre 50 mila civili palestinesi uccisi giorno dopo giorno. Fra essi sono forse compresi 17-20 mila miliziani di Hamas, o forse no. E l’imminenza della sconfitta di Hamas si era già fatta “più imminente” fin dal blocco degli aiuti umanitari in atto dal 2 marzo scorso. Ora si tratta soltanto di spostare ancora una volta più di 2 milioni di palestinesi al sud, tra il corridoio Morag e il Filadelfia, nella cosiddetta “Piccola Gaza”. Successivamente – ma quanto successivamente non è precisato – verranno forniti cibo e aiuti, ma solo quelli essenziali e sotto il controllo di società private (probabilmente americane). Niente a che vedere con i 650 camion al giorno che arrivavano prima del 2 marzo, e che secondo il governo israeliano finivano in gran parte nelle grinfie di Hamas. Trump, da parte sua, ha riconosciuto: «Li aiuteremo ad avere il cibo. Sono affamati». Ed ha aggiunto che Hamas «li tratta molto male».
Quindi stanno per arrivare i Carri di Gedeone, vale a dire – se ce ne fosse bisogno – la minaccia di ulteriore violenza.
Il riferimento è ad uno dei giudici di Israele di cui parla la Torah, più precisamente il Libro dei Giudici (Gdc 6-9), che poi più che giudici come li intendiamo oggi erano soprattutto capi guerrieri tribali (shofètim). Nello specifico, l’impressione è che Gedeone viene letto da chi lo evoca nel nome dell’operazione militare unicamente come colui che libera Israele dai suoi nemici, all’epoca madianiti e amaleciti, ritenuti oggi tout-court antenati dei palestinesi. Anche Netanyahu ha citato spesso in passato l’equivalenza: amaleciti-nemici-palestinesi. Cioè una lettura piuttosto fondamentalista del Gedeone storico (che sarebbe stato Giudice di Israele nel XII sec. a.C.) e biblico. Di carri nella storia biblica di Gedeone non c’è traccia. L’operazione storica sarebbe stata quella di un bluff per spaventare i nemici di Israele confidando nella fede in Dio e facendo un gran baccano con pochi soldati (300) per ingannare i nemici e metterli in fuga. In estrema sintesi, il Gedeone storico sarebbe stato un condottiero che sconfisse con pochi soldati un esercito nemico smisurato, continuò sterminando i fratelli ebrei che non l’avevano aiutato, e si rifiutò di diventare re pur comportandosi come tale.
Ma agli interpreti israeliani di oggi ciò che interessa è soprattutto l’interpretazione antimadianita (cioè antipalestinese) di questa citazione: «Così Madian fu umiliato davanti ai figli d’Israele e non alzò più il capo; e il paese ebbe pace per quarant’anni, durante la vita di Gedeone» (Gdc 8,28).
L’aggancio con Gedeone è, mi sembra, la città di Ofra, la terra d’origine dell’antico shofèt. E oggi, guarda caso, un insediamento israeliano nella Cisgiordania occupata ha lo stesso nome. E proprio ad Ofra, Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha recentemente rivelato durante una conferenza: «Gaza sarà completamente distrutta, i civili saranno mandati a sud, in una zona umanitaria senza Hamas né terrorismo, e da lì cominceranno a partire in gran numero verso Paesi terzi».
Lo Smotrich-pensiero sui palestinesi, tutti i palestinesi, sia quelli di Gaza che della Cisgiordania è esplicito. Smotrich ha scritto su Telegram: «La decisione … di interrompere completamente l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza fino a quando Hamas non sarà distrutto o si arrenderà completamente e tutti i nostri ostaggi saranno liberati è un passo importante nella giusta direzione». E: l’esercito israeliano dovrebbe «aprire le porte dell’inferno il più rapidamente e violentemente possibile contro il nemico spietato fino alla vittoria totale».
Mi ha sempre instillato orrore il fondamentalismo islamico di Hamas, che viene presentato come giustificazione delle stragi del 7 ottobre 2023, ma non riesco a vederci una grande differenza con l’ideologia fondamentalista della destra sionista di Smotrich. Entrambi questi estremismi non mi sembrano strutturalmente in grado di comprendere le speranze dei popoli che pretendono di rappresentare. La sola speranza, secondo me, è il dialogo fra i popoli, perché fra ideologie contrapposte è evidentemente impossibile anche solo capirsi.