Appalti “verdi”: c’è molto da migliorare

Al Forum Compraverde a Roma presentato il rapporto di Legambiente e Fondazione Ecosistemi sui numeri del Green Public Procurement: formazione assente e grande potenziale inespresso. Nonostante ciò non mancano le buone pratiche di alcune stazioni appaltanti: tra tutte le centrali di committenza regionali raggiungono un indice di performance pari al 90%, segue il primo campione dei comuni metropolitani con il 79%
Forum Compraverde

Nella seconda giornata del XIX Forum Compraverde Buygreen, l’Osservatorio Appalti Verdi – a cura di Legambiente e Fondazione Ecosistemi – ha presentato l’ottavo rapporto sull’impegno verso gli acquisti verdi nel settore pubblico. Il Green Public Procurement (GPP) e l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) stanno guadagnando terreno. C’è una crescente attenzione e un maggiore utilizzo dei CAM nei bandi di gara 2024. L’indice di performance calcolato su 137 stazioni appaltanti – 12 centrali di committenza regionali, 85 enti gestori di aree naturali protette, 32 Asl e 8 città metropolitane – raggiunge nel 2025 una media del 71%.

Tuttavia, si configurano alcuni nodi critici: il 50% degli enti segnala la mancanza di una formazione adeguata sul GPP, mentre il 48,5% indica la difficoltà nella stesura dei bandi come uno degli ostacoli principali all’applicazione efficace del Preen procurement.

Tra le azioni ritenute prioritarie dall’Osservatorio Appalti Verdi spicca, infatti, sia la formazione continua del personale che la designazione di un referente dedicato agli acquisti verdi. Si tratta di una figura chiave, in grado di affrontare la complessità trasversale del GPP e assicurare un’applicazione coerente e sistematica dei Criteri Ambientali Minimi. Ugualmente importante è l’introduzione di strumenti efficaci per il monitoraggio degli acquisti sostenibili, un ambito che si conferma tra i più critici nelle stazioni appaltanti analizzate.

“Nel contesto del Green Deal europeo, il GPP è uno strumento importante per orientare le scelte pubbliche verso la sostenibilità e contribuire alla transizione ecologica – dichiara Andrea Minutolo, responsabile dell’ufficio scientifico Legambiente -. Alcune amministrazioni hanno già avviato esperienze significative, dimostrando che efficienza e attenzione all’ambiente possono andare di pari passo”.

“L’Italia è ancora oggi tra i Paesi leader nelle politiche di Green Public Procurement (GPP), grazie all’obbligatorietà dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), alla loro revisione continua e all’adozione di 21 categorie settoriali, dall’edilizia alla ristorazione sostenibile – così Silvano Falocco, direttore di Fondazione Ecosistemi -. Tuttavia, resta un divario tra le norme e la loro piena applicazione. Ogni anno oltre 280 miliardi di euro di spesa pubblica potrebbero essere orientati in modo più efficace verso obiettivi ambientali e sociali. Per riuscirci, servono investimenti concreti in formazione, competenze e capacità amministrativa. Il GPP deve diventare un modello di amministrazione responsabile, capace di coniugare tutela ambientale, diritti e sviluppo economico”.

Buone pratiche nell’applicazione del GPP
Le centrali di committenza regionali si distinguono non solo per il più elevato tasso medio di applicazione del GPP tra tutte le stazioni appaltanti analizzate, ma anche per l’ampia adozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM): 10 dei 12 criteri considerati per questa categoria risultano infatti diffusamente applicati.

Un dato significativo relativo alle aree naturali protette riguarda le performance più elevate nell’applicazione del GPP — comprese tra l’80% e il 100% — registrate soprattutto nelle realtà in cui è presente la figura del referente per il GPP. Questo evidenzia quanto la presenza di un responsabile dedicato agli acquisti verdi sia determinante per una piena ed efficace implementazione delle politiche di sostenibilità.

Positive anche le evidenze emerse dall’analisi di un primo campione di comuni, rappresentato da otto comuni metropolitani, che registrano un tasso medio complessivo di applicazione del GPP pari al 79%. In particolare, città come Milano, Torino, Napoli, Bari e Roma si distinguono con performance medie comprese tra il 90% e il 100%.

Elevati anche i livelli di conoscenza degli acquisti verdi pubblici, così come l’applicazione dei criteri sociali e del gender procurement, che raggiungono tutti una quota dell’88%. Degna di nota anche la diffusione delle politiche di formazione rivolte a tecnici e funzionari coinvolti negli acquisti verdi, con un tasso di applicazione del 75%.

Infine, tra le 32 ASL analizzate, si segnala l’alta applicazione dei CAM nei bandi 2024 relativi a diversi settori: stampa (70%)edilizia (81%)veicoli su strada (77%)ristorazione e derrate alimentari (75%) e servizio di “lavanolo (77%).

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